GALDIERI, Michele
Nacque a Napoli il 18 nov. 1902 da Rocco, giornalista e poeta, e da Maria Cozzolino. Frequentò inizialmente la facoltà di medicina, quindi, nel 1923, alla morte del padre, passò prima a giurisprudenza e poi a lettere, senza però concludere gli studi.
Nel 1924 l'impresario E. Aulicino, del teatro Nuovo di Napoli, lo convinse a rielaborare una vecchia rivista del padre, Chiò, cchiò paparacchiò, che andò in scena (compagnia L. Molinari) con buon esito. L'anno seguente il G. presentò, nello stesso teatro e con la medesima compagnia, un suo lavoro inedito, L'Italia senza sole, che ebbe però problemi con la censura per motivi politici (vi si vide qualche allusione al delitto Matteotti), per cui sul momento prese la decisione di non scrivere più.
Nel 1927 la possibilità di lavorare con i fratelli Eduardo e Peppino De Filippo lo spinse a ritornare sui suoi passi e si ebbe il grande successo de La rivista che non piacerà, che segnò la definitiva affermazione di Eduardo; nel 1928 il G. debuttò a Roma con L'occhio del mondo (compagnia Parravicini, con il comico P. De Gennaro).
Il G. sperimentava una formula di spettacolo in cui le macchiette del vecchio varietà, le gags comiche e i balletti si alternavano alla satira politica di attualità, avviandosi di fatto al genere, ancora in via di definizione, della "rivista musicale".
Del 1930 è la rivista Tutto dipende da quello (Roma, compagnia Riccioli - Primavera): in quest'occasione, essendosi ammalato il capocomico, il G. prese il suo posto per un breve periodo, riscuotendo un buon successo anche come attore. Nel 1931 scrisse il libretto dell'operetta Poker di dame, musicata da E. Bellini, e presentò, sempre con la Riccioli - Primavera, Senti questa se ti va.
Da allora l'attività del G. nel teatro di rivista proseguì sicura per un trentennio, segnando la successiva evoluzione di questo genere con la messa in scena di una settantina di spettacoli - di cui egli curava anche la regia - dove l'umorismo garbato e la franca comicità si accompagnavano alla satira politica che nasceva da una puntuale, anche se sorridente, osservazione della realtà. Questa particolare inclinazione in epoca fascista continuò a creargli problemi: ad esempio nel 1937, al Quattro Fontane di Roma, Ma quando parla lui ebbe il titolo, troppo evidentemente allusivo al duce, cambiato in E se ti dice va, tranquillo vai. Fu questo, comunque, uno dei più applauditi lavori del G. e fu contestualmente l'inizio del grande successo di Wanda Osiris: il G., dagli anni Trenta in poi, ebbe infatti il merito di tenere a battesimo nelle sue riviste il Gotha dello spettacolo musicale italiano. Anche lo spettacolo in scena al Valle di Roma nel 1944, Che si son messi in testa, con Totò e Anna Magnani, chiaramente riferito ai Tedeschi che occupavano la città, benché modificato in Che ti sei messo in testa, riuscì a mantenere pressoché intatta la sua valenza satirica antinazista.
Di pari passo con l'attività di autore e di regista il G., in tutti questi anni, svolse anche quella di paroliere (aveva iniziato collaborando con il musicista A. Staffelli a La più semplice storia [1928] e "Soirées" napulitane [1929]), componendo i versi di molte canzoni di grande successo, per la maggior parte lanciate nelle sue riviste.
Ricordiamo fra le più celebri: Quel motivetto che mi piace tanto (1932), musica di Dan Caslar, cantata da Tecla Scarano dalla rivista Strade (Napoli, teatro Nuovo, compagnia Molinari); Mattinata fiorentina (1941), musica di G. D'Anzi, dalla rivista È bello qualche volta andare a piedi, con Delia Lodi, Tina Pica e V. Riento; la famosissima Munasterio 'e Santa Chiara (1945), musica di A. Barberis, cantata da G. Rondinella, dalla rivista Imputati alziamoci (Roma, 1944-45, Quattro Fontane, compagnia Totò - Magnani - De Filippo - Brazzi - Sordi); Dammi una rosa rossa (1948), musica di G. D'Anzi, cantata da Rondinella, dalla rivista C'era una volta il mondo, con Totò, Elena Giusti e Isa Barsizza, al Nuovo di Milano; Perché non sognar (1949), musica di P.G. Redi, cantata dalla Lodi nella rivista Buon appetito, con C. Dapporto, al Lirico di Milano. Scrisse anche canzoni per vari film: Portami tante rose (1934), musica di C.A. Bixio, da L'eredità dello zio buonanima di A. Palermi, di cui il G. curò anche la sceneggiatura; con la musica di D'Anzi: Ma l'amore no (1942), cantata da Alida Valli in Stasera niente di nuovo di M. Mattoli; Tu non mi lascerai (1942), cantata da F. Tagliavini, in Voglio vivere così sempre di Mattoli e Addio amore (1944), da Una piccola moglie di G. Bianchi; destinata a rimanere a lungo in repertorio fu T'ho voluto bene (1951), musica di Redi, interpretata inizialmente da Silvana Mangano nel film Anna di A. Lattuada, che divenne uno dei cavalli di battaglia di Nat King Cole negli anni Sessanta (con il titolo Non dimenticar). E ancora: Ta-ra-ta-pun-ti-e (1933), musica di Dan Caslar; Tu solamente tu (1939), musica di P. Frustaci; Ti-pi-tin (1940), musica di M. Grever, lanciata dal Trio Lescano; Quando canta Rabagliati (1941), musica di D'Anzi; Serenatella a 'na cumpagna 'e scola (1947), musica di G. Bonavolontà; 'E stelle 'e Napule (1955), musica di G. Bonavolontà, che vinse il III festival di Napoli
Eminentemente uomo di spettacolo (scrisse anche soggetti e sceneggiature di circa una decina di film e curò alcune rubriche radiofoniche: L'usignolo d'argento, Poesie per tutti e Sorella Radio), il G. negli anni giovanili a Napoli era stato direttore artistico della casa editrice Curci, prima che questa si trasferisse a Milano; inoltre aveva collaborato con diversi quotidiani (Lo Stato, Il Tempo, Napoli-notte, Il Messaggero, Momento-sera, Il Giornale d'Italia) e settimanali umoristici (6 e 22 e Marc'Aurelio), infine nel 1956 aveva pubblicato un volume di versi: Inverventi.
Il G. morì il 30 nov. 1965 a Napoli, dove si trovava per registrare la prima puntata di un programma televisivo, Cicerenella, dedicato a questa città e alle sue canzoni. Molto giovane si era sposato con Teresa Longo, figlia del noto pianista e compositore, Alessandro, da cui ebbe il figlio Eugenio.
Si ricordano ancora del G., fra i soggetti e le sceneggiature di film: Cinque a zero di M. Bonnard (1932), soggetto; La fortuna di Zanze (1933), soggetto e scenegg.; Inventiamo l'amore di C. Mastrocinque (1938), scenegg.; Follie del secolo di A. Palermi (1939), scenegg.; Boccaccio di M. Albani (1940), scenegg.; Il barone Carlo Mazza di G. Brignone (1948), scenegg.; Monastero di S. Chiara di M. Sequi (1949), sogg. e scenegg.; Gran varietà di D. Paolella (1953), scenegg.; Lacrime d'amore di P. Mercanti (1954), scenegg. Tra le riviste e commedie musicali: 1933: La canzone di ognuno, Il progresso si diverte, Trottole (tutte con la compagnia L. Molinari, con Tecla Scarano); 1934: Tutte le luci, con C. Pilotto e P. Renzi; 1935: I milioni, con Renzi, i fratelli De Rege e Anna Magnani; Non so se rendo l'idea, con la stessa compagnia; 1936: Sì e no, padroni del mondo, con la compagnia L. Molinari; Oggi è domenica dove si va, con la compagnia A. Fineschi; Marionette che sanzioni; 1937: Tante mimose d'oro; Eravamo sette sorelle, sogg. in collaborazione con A. De Benedetti; 1938: Ma adesso è un'altra musica, con la compagnia A. Fineschi - W. Osiris; Aria di festa; 1939: Tutto l'oro del mondo, con la compagnia A. Fineschi - A. Sordi; Disse una volta un biglietto da mille, con la compagnia P. Renzi - F. Coop - L. D'Albert (forse il maggior successo del G., rappresentata per ben due anni consecutivi al Quattro Fontane di Roma); 1940: Mani in tasca e naso al vento, con Paola Borboni e O. Spadaro; Divertiti stasera, con Renzi; 1941: Quando meno te l'aspetti, che segnò il debutto della compagnia Totò - Magnani; 1942: Disse ancora quel biglietto da mille, con P. De Filippo; 1943: L'Orlando curioso, con la compagnia Totò - Magnani; Volumineide, con la stessa compagnia; 1944: Con un palmo di naso, con la stessa compagnia; 1946: Cominciò con Caino e Abele, con R. Rascel, Tina De Mola e L. Poselli; 1947: Ma le rondini non sanno, con N. Taranto e O. Villi; 1949: Buondì zia Margherita, con Dapporto e la Giusti; Bada che ti mangio!, con Totò, Isa Barzizza e M. Riva; 1950: Snob, con Dapporto e la Lodi; 1951: Galanteria, con la Osiris, L. Masiero e G. Agus; 1952: Sul cucuzzolo del tuo cuore, con Dapporto e A. Mangini; 1953: La piazza, con Dapporto, N. Dover e G. Rondinella; 1954: Chi è di scena, con la Magnani, L. Cimara e G. Tedeschi; 1963: La gioia, con Dapporto e Agus; 1964: I trionfi, con Dapporto e Miranda Martino.
Fonti e Bibl.: Necr. in Corriere della sera, 1° dic. 1965; G. Vaccaro, Panorama biografico degli italiani d'oggi, I, Roma 1956, pp. 684 s.; F. Petriccione, Piccola storia della canzone napoletana, Milano 1959, pp. 97-99, 151, 164 s., 167, 181; E. De Mura, Poeti napoletani dal '600 ad oggi, Napoli 1963, pp. 335 s.; G. Sarno, Un secolo d'oro - Antologia della poesia napoletana dal 1860 al 1960, I, Napoli 1968, pp. 8, 10 s.; E. De Mura, Enc. della canzone napoletana, Napoli 1969, I, pp. 82, 84, 314, 429; II, pp. 371, 390; III, pp. 100, 108, 120, 125, 135, 137, 140, 143, 158, 166, 171, 173, 178, 181, 186, 194 s., 197, 204, 206, 208, 212, 214 ss., 228; F. Savio, Ma l'amore no, Milano 1975, pp. 7, 83, 126, 144, 170; G. Borgna, Storia della canzone italiana, Bari 1985, ad indicem; A. Olivieri, Le stelle del varietà, Roma 1989, p. 48; Enc. dello spettacolo, V, coll. 825 s.; Filmlexicon degli autori e delle opere, s.v.