TORRACA, Michele
– Nacque a Pietrapertosa (Potenza) il 20 aprile 1840, primogenito dei dodici figli di Luigi e di Anna Maria Zottarelli.
Seguendo le orme del padre, notaio, studiò nel seminario di Matera e poi, smesso l’abito talare, si laureò in giurisprudenza. A Matera anch’egli esercitò per qualche tempo l’attività di notaio oltre a quella di maestro. Dalla famiglia assorbì ideali patriottici e democratici: due suoi fratelli parteciparono alla spedizione dei Mille, uno come ufficiale dei garibaldini, l’altro unendosi agli insorti che si recarono a Corleto, dove si era insediato il comitato insurrezionale della Basilicata che proclamò l’unità d’Italia nell’agosto del 1860. Torraca salutò la partenza dei fratelli declamando versi patriottici nella piazza di Pietrapertosa.
Trasferitosi a Napoli dopo la morte del padre, avvenuta nel 1864, Michele intraprese l’attività giornalistica collaborando a Il Popolo d’Italia, quotidiano di orientamento repubblicano che era stato fondato da Filippo De Boni e Aurelio Saffi nell’ottobre del 1860. Nel 1867 fu tra i volontari che seguirono Giuseppe Garibaldi nella spedizione di Mentana. Raccolse poi l’invito a collaborare a La Nuova Roma, giornale che esprimeva posizioni di sinistra moderata e dal 1867 fu diretto da Ascanio Branca, futuro deputato di Potenza e più volte ministro. Quando il 1° marzo 1869 il giornale cambiò testata, divenendo La Libertà, fu proprio Branca a proporre al proprietario Tommaso Sorrentino che la direzione fosse affidata a Torraca. Sotto la sua gestione il giornale svolse coraggiose campagne contro le autorità politiche locali sia di destra sia di sinistra e denunciò la faziosità della prefettura e della questura napoletane, che ne disposero sovente il sequestro. Nonostante la limitata diffusione (nel 1871 vendeva mediamente 500 copie), La Libertà divenne il luogo di raccolta a Napoli di quegli esponenti della sinistra costituzionale che auspicavano la nascita di un nuovo partito più orientato verso le riforme finanziarie e amministrative, oltre che capace di recuperare la migliore tradizione del moderatismo e di sanare la piaga della corruzione e dell’affarismo. Fu l’embrione della cosiddetta Sinistra giovane che si costituì ufficialmente nel 1874 sotto la guida di Francesco De Sanctis e Francesco De Luca e della quale Torraca fu membro attivo per alcuni anni.
Quando La Libertà cessò le pubblicazioni, il 1° aprile 1872, Torraca divenne caporedattore del quotidiano napoletano Il Pungolo, giornale assai più diffuso e influente (arrivò a tirare in momenti eccezionali 12-15.000 copie), sulle cui pagine continuò le precedenti battaglie contro la cattiva amministrazione della classe dirigente locale. Con le medesime finalità scrisse per il Bollettino napoletano, che si pubblicò fra il 1879 e il 1880 come organo settimanale dell’Associazione nazionale, della quale fu segretario. Si scagliò in particolare contro il sistema di potere che ruotava intorno a Gennaro Sambiase Sanseverino, duca di San Donato, sindaco di Napoli dal 1876 al 1878, e a Giovanni Nicotera, figura di spicco della sinistra storica e ministro dell’Interno nel primo governo Depretis del 1876.
La sua attività giornalistica napoletana, protrattasi fino al 1880, fu «tutta consacrata a combattere l’alta camorra politica e amministrativa» (Musella, 1994, p. 85), come egli avrebbe ricordato in una lettera a Giustino Fortunato del 13 novembre 1900. Alcuni degli articoli pubblicati sul Pungolo furono da lui raccolti in un volume che dedicò a De Sanctis, al quale riconobbe «il grande merito di aver oggi desta la questione della morale politica» (Politica e morale, Napoli 1877, p. 3). A esso fece seguire un volumetto (I meridionali alla Camera, Napoli 1879), in cui tornò a insistere sulla necessità di una moralizzazione della vita pubblica e di una riqualificazione della rappresentanza parlamentare espressa dal Mezzogiorno. Questo restò sempre un suo convincimento profondo, come rivela una sua lettera a Pasquale Villari del 28 novembre 1899 in cui scriveva: «Io credo che il miglior modo di curare i mali del Mezzogiorno sia di dire ai meridionali: – voi siete stati e siete pessimi medici di voi medesimi. Anzi! Ciò di cui si lagnano i meridionali, è per 99 parti su 100 tutto colpa dei meridionali. [...] Se la prendono col Governo, con lo Stato! Nel concreto Governo e Stato siamo noi. Di ogni ministero fecero parte tre e quattro meridionali, di ogni Camera, dal 1860 in qua, fecero parte oltre 150 deputati del mezzodì» (Musella, 1994, p. 85).
Nel 1880 fu proprio De Sanctis a mettere Torraca in contatto con Clemente Maraini, il quale, grazie anche all’intermediazione di Antonio Salandra e Fortunato, propose al giornalista lucano di subentrargli come direttore del quotidiano romano Il Diritto, all’epoca considerato il portavoce più autorevole della sinistra costituzionale. Torraca si trasferì dunque nella capitale, ma poté restare alla guida del giornale soltanto per un breve periodo, fino al 22 gennaio 1882, quando lo scoppio dello ‘scandalo Oblieght’ lo indusse a rassegnare le dimissioni.
Il finanziere Eugenio Oblieght, dopo essersi assicurato le quote di controllo di vari giornali, fra cui Il Diritto, le aveva cedute a una società finanziaria francese d’ispirazione clericale che intendeva orientarli in senso filofrancese e filovaticano. Era una linea che Torraca non poteva assolutamente accettare: sulle pagine del giornale nel maggio del 1881 aveva duramente stigmatizzato l’occupazione della Tunisia da parte della Francia, sostenendo poi la necessità per l’Italia di allearsi con la Germania e con l’Austria-Ungheria.
Nel volgere di pochi giorni, tuttavia, gli fu affidata la direzione di un altro quotidiano, La Rassegna, nato nel gennaio del 1882 per impulso principalmente di Sidney Sonnino e Leopoldo Franchetti, che decisero di porre fine all’esperienza della Rassegna settimanale di politica, scienze, lettere ed arti, dirottando verso il nuovo giornale energie intellettuali e risorse economiche (insieme, fra gli altri, a Francesco Guicciardini ed Enea Cavalieri). La Rassegna cessò le pubblicazioni nel novembre del 1886, ma nei suoi cinque anni di vita divenne uno dei più influenti giornali politici della capitale, di cui Torraca si servì per irrobustire la sua rete di relazioni negli ambienti ministeriali.
Egli sostenne apertamente la svolta trasformista di Agostino Depretis e ne apprezzò le decisioni assunte in politica interna ed estera. Approvò la politica interventista dello Stato in economia che si manifestò sia attraverso misure protezionistiche sia con vari provvedimenti a sostegno delle industrie nazionali. Schierò poi il giornale a favore delle convenzioni ferroviarie (1885) e ingaggiò una polemica personale contro il movimento irredentista, che gli costò anche due sfide a duello con l’istriano Francesco Tamburrini e con Matteo Renato Imbriani.
Le crescenti divergenze di vedute con la proprietà, in particolare con Sonnino e Guicciardini, portarono infine alla decisione di chiudere il giornale.
Nel frattempo, nelle elezioni politiche del maggio del 1886 Torraca era stato eletto deputato nel terzo collegio di Potenza (Tricarico). Fu l’inizio di una lunga carriera di parlamentare, che lo vide confermato nel medesimo collegio nel 1890 e poi in quello di Matera in tutte le successive elezioni fino a quelle del novembre del 1904 per la XXII legislatura.
Alla Camera, dove entrò con un programma di esplicita adesione al trasformismo, si spostò gradualmente su posizioni conservatrici e partecipò in maniera assidua ai lavori parlamentari.
Fu presidente della commissione di vigilanza sulla Biblioteca della Camera dal 1896 al 1898, membro della giunta per le elezioni dal 1895 al 1906 e della commissione per il regolamento interno dal 1895 al 1899. Fu relatore di vari disegni di legge, fra cui quello del 1894 sulla revisione delle liste elettorali amministrative e politiche voluto dal governo Crispi, al quale Torraca garantì costantemente il proprio sostegno. In materia elettorale già nel 1888, quando la Camera discusse la proposta crispina di riforma dell’ordinamento comunale e provinciale, si era espresso a favore di una rappresentanza degli interessi di sapore corporativo. Nel 1897 auspicò una riforma della legge elettorale che prevedesse il passaggio da una rappresentanza basata sul «suffragio inorganico», sull’«individualismo atomistico» a una rappresentanza proporzionale ed equa dei «diversi elementi e fattori della vita nazionale», dei «grandi e rispettabili interessi sociali» (La riforma dell’elettorato, in Corriere della sera, 8-9 febbraio 1897). Sempre nel 1897 fu però contrario al rafforzamento delle prerogative della Corona invocato da Sonnino nel suo Torniamo allo Statuto. Nel febbraio del 1899 infine, nel pieno della crisi di fine secolo, quando alla Camera iniziò il dibattito sui provvedimenti eccezionali, Torraca intervenne «più come giornalista che come deputato» per pronunziarsi contro l’istituzione del gerente responsabile e criticare l’eccessivo potere della stampa, ritenendo giusto che esso dovesse «trovare limiti variabili ed essere soggetto a nuove sanzioni» (Cammarano, 1999, p. 487). «Parliamo pure di libertà di stampa – disse – e sia larghissima. Ma cominciamo dall’ammettere il principio dell’effettiva responsabilità, senza la quale il potere della stampa diventa mostruoso, come tutti i poteri irresponsabili» (Cilibrizzi, 2008, p. 197).
Dopo che La Rassegna ebbe cessate le pubblicazioni Torraca proseguì la sua attività giornalistica. Nel 1888 assunse la direzione del quotidiano L’Opinione, che tenne fino al 1896. Avviò una regolare collaborazione con il Corriere del mattino di Napoli, ma soprattutto fu a capo dell’ufficio di corrispondenza politica da Roma del Corriere della sera, ruolo che conservò fino alla morte. Fu inoltre vicepresidente dell’Associazione della stampa periodica italiana, fondata a Roma nel 1877, il cui primo presidente era stato De Sanctis. Nell’aprile del 1900, infine, fu nominato membro del Consiglio di Stato e assegnato alla Prima sezione. Nei pochi anni in cui poté ricoprire tale incarico fu estensore di numerosi pareri riguardanti in particolare gli istituti di beneficenza e la sanità pubblica locale.
Torraca seguì sempre con interesse i problemi della sua terra di origine e ne fece oggetto anche di alcuni interventi alla Camera. Nel giugno del 1902 con Pietro Lacava e Fortunato fu tra i deputati che con i loro accorati discorsi sollecitarono il primo ministro Giuseppe Zanardelli a compiere un viaggio di ricognizione nella loro regione. Effettuato nel settembre seguente, tale viaggio indusse Zanardelli nel maggio del 1903 a presentare un disegno di legge dal titolo Provvedimenti a favore della provincia di Basilicata e a nominare una commissione per lo studio di tali misure, della quale Torraca fu relatore. La legge fu approvata il 31 marzo 1904.
Morì ad Alagna Valsesia (Vercelli) il 23 agosto 1906, cadendo da un dirupo durante un’escursione in montagna.
Era coniugato con Raffaella De Rubertis.
Scritti e discorsi. Oltre ai testi già citati, si segnalano: Brevissime dichiarazioni agli elettori politici della 3ª circoscrizione di Basilicata, Roma 1886; Per Francesco Lomonaco già deputato al Parlamento nazionale, Roma 1889; Neutralità o alleanze? Ricordi e osservazioni, Roma 1891; Agli elettori del collegio di Matera, maggio 1895. Discorso, Roma 1895; Il ministero di Rudinì e la Camera, Roma 1896; Nuova politica, Roma 1896; La questione degli studi secondari, Roma 1896; Agli elettori del collegio di Matera. Discorso, Roma 1897.
Fonti e Bibl.: Le carte Torraca, contenenti circa 770 documenti relativi a Michele e 2440 relativi al fratello Francesco, si conservano presso la Biblioteca nazionale di Napoli (L. Musella, Inventario delle carte Torraca, Napoli 1988; M.T. Imbriani, Indici ragionati delle carte Torraca, in Critica letteraria, CI (1998), pp. 741-785).
In memoria di M. T. Parole pronunziate dall’on. D. Ridola nell’aula del R. Liceo-Convitto E. Duni, Matera il 23 giugno 1907, Matera 1907; S. De Pilato, M. T., in Fondi, cose e figure di Basilicata, Roma 1922, pp. 68-73; G. Bronzini, M. T., un giornalista in grande stile, in La Basilicata nel mondo, II (1925), 3, pp. 178-182; G. Carocci, Agostino Depretis e la politica interna italiana dal 1876 al 1887, Torino 1956, pp. 274, 276, 450, 468, 633; V. Castronovo, La stampa italiana dall’Unità al fascismo, Roma-Bari 1970, ad ind.; Inchiesta Zanardelli sulla Basilicata, a cura di P. Corti, Torino 1976, ad ind.; G. Fortunato, Carteggio, I, 1861-1911, a cura di E. Gentile, Roma-Bari 1978, pp. 13, 19, 38, 76, 93; L. Mascilli Migliorini, La Sinistra storica al potere. Sviluppo della democrazia e direzione dello Stato (1876-1878), Napoli 1979, pp. 154 s.; R. Romanelli, Il comando impossibile. Stato e società nell’Italia liberale, Bologna 1988, pp. 230, 266, 274; E. Sfredda, M. T., in Il Parlamento italiano. Storia parlamentare e politica dell’Italia, 1861-1988, V, Milano 1989, pp. 497 s.; L. Musella, Individui, amici, clienti. Relazioni personali e circuiti politici in Italia meridionale tra Otto e Novecento, Bologna 1994, pp. 81-121; D. Adorni, Francesco Crispi. Un progetto di governo, Firenze 1999, pp. 297, 357; F. Cammarano, Storia politica dell’Italia liberale, 1861-1901, Roma-Bari 1999, pp. 50, 368, 401, 487; Sidney Sonnino e il suo tempo, a cura di P.L. Ballini, Firenze 2000, pp. 47, 75, 77 s., 87-89, 92, 159, 161, 169, 330; M. De Nicolò, Trasformismo, autoritarismo, meridionalismo. Il ministro dell’Interno Giovanni Nicotera, Bologna 2001, pp. 21, 138, 279; T. Lisanti, M. T.: il giornalista, il deputato, il consigliere di Stato, in Basilicata regione notizie, XXVII (2002), 101, pp. 91-95; Storia della Basilicata, IV, L’età contemporanea, a cura di G. De Rosa - A. Cestaro, Roma-Bari 2002, pp. 114, 119, 212; F. Verrastro, M. T., in Il Consiglio di Stato nella storia d’Italia. Le biografie dei magistrati, 1861-1948, a cura di G. Melis, I, Milano 2006, pp. 833-836; S. Cilibrizzi, I grandi lucani nella storia della nuova Italia, Potenza 2008, pp. 191-198; M. Trotta, Il Mezzogiorno nell’Italia liberale. Ceti dirigenti alla prova dell’Unità (1860-1899), Milano 2012, pp. 42, 70-75; Camera dei Deputati, Portale storico, https://storia.camera.it/deputato/ michele-torraca-18400420#nav.