Presle, Micheline
Nome d'arte di Micheline Chassagne, attrice cinematografica francese, nata a Parigi il 22 agosto 1922. Affermatasi come una delle più intense e richieste attrici francesi degli anni Quaranta, raggiunse la notorietà internazionale con il film Le diable au corps (1947; Il diavolo in corpo) di Claude Autant-Lara, in cui fornì la sua prova più compiuta. Raffinata interprete di ruoli romantici, drammatici e intimisti, ha brillato anche nella commedia, mantenendo intatto il suo prestigio nel corso di una lunga carriera.
Studiò recitazione con Raymond Rouleau e René Simon ed esordì nel cinema giovanissima. Dopo alcuni film di scarso rilievo ottenne piena visibilità nel 1939 grazie a Jeunes filles en détresse (Ragazze in pericolo) di Georg W. Pabst. Nello stesso anno Abel Gance la volle in Paradis perdu (Paradiso perduto) nel duplice ruolo di madre e figlia, che le consentì di esibire la sua naturale inclinazione per i toni romantici. Diretta da Marcel L'Herbier, si mise in luce nelle commedie, Histoire de rire (1941; Amanti senza domani) e La comédie du bonheur (1942; Ecco la felicità), oltre che nell'onirico La nuit fantastique (1942; Notte fantastica). Ancora nel 1942 fu scelta da Marc Allégret per impersonare l'avvenente protagonista di Félicie Nanteuil (bloccato dalla censura di Vichy e uscito solo nel 1945), mentre nel drammatico Un seul amour (1943; La porta murata) fu diretta (e affiancata) da Pierre Blanchar. Negli anni immediatamente successivi offrì prove notevoli della sua sensibilità espressiva impersonando l'elegante Micheline Lafaurie in Falbalas (1945) di Jacques Becker, storia d'amore ambientata in una casa di moda, l'eroica prostituta in Boule de suif (1945; Ribellione) di Christian-Jaque e, soprattutto, Marthe Grangier, l'amante del giovane François (Gérard Philipe) in Le diable au corps, figura in cui l'attrice seppe far coesistere a un tempo sensualità, tenerezza e disperazione.
Dopo una breve stagione hollywoodiana (1949-1951), povera di film e di successi, nei lunghi decenni successivi al suo momento di gloria la P. continuò a svolgere una febbrile attività (anche in teatro e in televisione) perdendo gradualmente, fin dalla seconda metà degli anni Cinquanta, il favore raccolto in passato e tuttavia lavorando con uguale professionalità e dedizione per registi famosi o meno conosciuti. Protagonista di un modesto La dame aux camélias, (1953; La signora delle camelie) di Raymond Bernard, ma anche di un pregevole L'amour d'une femme (1954; L'amore di una donna) di Jean Grémillon, interpretò in seguito con la consueta eleganza ruoli non primari, seppure di spicco, in diversi film di rilievo: da Blind date (1959; L'inchiesta dell'ispettore Morgan) di Joseph Losey, a L'assassino (1961) di un esordiente Elio Petri; da Suzanne Simonin, la religieuse de Denis Diderot (1967; Susanna Simonin, la religiosa) di Jacques Rivette a Peau d'âne (1970; La favolosa storia di Pelle d'asino) di Jacques Demy. Tra le interpretazioni della piena maturità: En haut des marches (1983) di Paul Vecchiali, Mignon è partita (1988) di Francesca Archibugi, I want to go home (1989; Voglio tornare a casa!) di Alain Resnais, Les misérables (1995; I miserabili) di Claude Lelouch. È stata diretta dalla figlia Tonie Marshall in vari film, tra cui Pas très catholique del 1994. Nello stesso anno è stato pubblicato il libro-intervista, curato da S. Toubiana, L'arrière-mémoire, souvenirs.
Puck, Micheline Presle, in "Cinema", 1941, 126, p. 204.
J. Siclier, La femme dans le cinéma français, Paris 1957, ad indicem.
J. Fieschi, J.-C. Sabria, B. Villien, Micheline Presle, in "Cinématographe", 1982, 78, pp. 33-40.
F. Audé, Micheline Presle: propos fantastiques et judicieux, in "Positif", 1989, 338, pp. 23-33.
J. Euvrard, 50 ans de cinéma français au féminin, in "24 Images", 1996, 82, pp. 17-25.