MICIA
Centro romano della Dacia, lungo la vallata del Mures, presso il confine occidentale della provincia, identificato topograficamente con la località moderna di Vitel. Sviluppatosi intorno ad un importante Castro che difendeva l'accesso nella provincia dal suo lato O e controllava la strada che, lungo il Mures, conduceva alla Tisa e, attraverso il barbaricum, sino ad Aquincum, il pagus Micia è diventato ben presto un importante centro commerciale e industriale: esso era sottomesso a un magister (C.I.L., iii, 7853) e aveva una dogana che dipendeva dal portorium Illyrici; probabilmente in rapporto al trasporto del sale sul Mures vi troviamo epigraficamente attestato (C.I.L., iii, 1363) un conductor pasc(ui) et salin(arum). Scoperte saltuarie ci provano che, dopo l'evacuazione della Dacia, la vita è continuata a M., come in altri numerosi centri della Dacia, senza soluzione di continuità.
Il castro è stato parzialmente scavato da C. Daicoviciu nel 1930 quando si son potute stabilire due fasi ben distinte: e cioè dapprima, agli inizi della dominazione romana in Dacia, un semplice castro di terra, più tardi, verosimilmente all'epoca di Antonino Pio, un castro con muri di pietra. È degno di nota che il castro di M. aveva la possibilità di contenere più corpi di truppe ausiliarie.
Nel 1937 una fortunata campagna di scavo ha messo in luce le fondazioni di un tempio di singolare importanza, che, sin'ora, costituisce un unicum tra i resti archeologici delle province danubiane: un tempio innalzato dai Mauri Micienses (truppe maure stazionavano in Dacia già dai tempi di Traiano) ai loro dèi patri. Il tempio, di tipo romano a tre celle, di considerevoli dimensioni (18 m × 12 m) sembra aver avuto due periodi struttivi. Resti d'intonaco dipinto dimostrano che le pareti erano decorate d'affreschi.
Le iscrizioni ricordano anche un tempio d'Iside e un edificio termale della Coorte II Flavia Commagenorum ricostruito due volte, sotto Settimio Severo e sotto Alessandro Severo.
I risultati degli scavi del centro civile del 1929 sono ancora inediti.
Bibl.: C.I.L., III, 1016,. 1363, 1402, 2110, 2248, 7853; M. Fluss, in Pauly-Wissowa, XV, 1931, cc. 1518-1519, s. v.; C. Daicoviciu, Micia I. Cercetǎri asupra castrului (con un supplemento epigrafico), in Annuarul Comisiuni Monumenteler istorice. Secüia pentru Transilvania III, 1930-31, pp. 3-43 (con un riassunto in lingua italiana); O. Floca, Descoperiri arheologice în tinutul Hunedoaerei, in Sargetia I, 1937, pp. 64-66 (con un riassunto in lingua tedesca); C. Daicoviciu, Templul Maurilor din Micia, in Sargetia II, 1941, pp. 117-125 (con un riassunto in lingua tedesca); O. Floca, Cîteva monumente epigrafice si sculpturale din epoca sclavagistă romană, in Materiale Arheologice privind Istoria Veche a R.P.R., vol. I, 1953, p. 761, n. 5; N. Gostar, Vămile Daciei, in Stud. Cerc. Istor. Veche, II-2, 1951, p. 168; M. Macrea, Une nouvelle inscription latine de Dacie datant du IVe siècle, in Dacia II, 1958, p. 467 ss.