MICORRIZA (dal gr. μύκης "fungo" e ῥιζα "radice")
Con questo termine s' indica, in botanica, quella speciale simbiosi dovuta all'unione del micelio di un fungo con le radici, o più di rado col rizoma, di una cormofita. Il fungo può costituire col suo micelio, all'esterno delle giovani radici, un rivestimento simile a un dito di guanto e in tale caso si hanno le micorrize dette ectotrofiche da A. Frank o epifitiche da W. Pfeffer; in altri casi invece il fungo penetra più o meno profondamente nell'interno delle cellule della radice dell'ospite, tanto nello strato epidermico, quanto in quello corticale, e forma le micorrize dette endotrofiche dal Frank o endotifiche dallo Pfeffer.
Micorrize ectotrofiche esistono nelle Conifere, Salicacee, Quercacee, Fagacee, Betullacee, Corilacee, cioè nella maggior parte delle nostre piante forestali, in alcuni frassini, in alcuni olmi, nella vite, in certe Pomacee, Amigdalacee, ecc. Micorrize endotrofiche sono state osservate in molte Ericacee, Epacridacee, Empetracee, in molte Burmanniacee, Licopodiacee, Marattiacee, in tutte le Orchidacee, in alcune Aracee, nel ginepro, nel Taxus baccata, in alcune Leguminose, in certi olmi, ecc. Però i due tipi sono collegati da forme intermedie: nel Juniperus nana sono state trovate micorrize a volte ectotrofiche, a volte endotrofiche; in alcune Pyrola e Monesis fu visto che il micelio del fungo, pure formando un rivestimento all'esterno della radice come nelle tipiche micorrize ectotrofiche, penetra anche nelle cellule dell'epidermide come nelle endotrofiche superficiali. Nel gen. Aplectrum fra le Orchidacee il Mac Dougal ha osservato nelle radici micorrize tanto ecto- quanto endotrofiche.
La presenza della micorriza talora non modifica, altre volte invece altera più o meno profondamente l'aspetto della radice determinandone o un notevole allungamento o un accorciamento e talora facendo assumere alle radici stesse un aspetto coralloide, come si osserva nel castagno, in molte Conifere e Cupulifere.
Nelle micorrize ectotrofiche mancano i peli assorbenti radicali, perché la loro funzione è assunta dalle ife miceliche; invece nelle micorrize endotrofiche i peli assorbenti esistono.
Molto si è discusso sul valore e sulla posizione sistematica dei funghi delle micorrize. Per le ectotrofiche si ritiene generalmente dagli studiosi che si tratti di micelî di Tuberacee e di Elafomicetacee, che vivono nell'humus e nel terriccio dei boschi. Per le endotrofiche F. E. Rylands nel 1842 identificò il fungo come Lygodesmus Berkeley, Reissek lo chiamò Fusisporium endorhyzum, Schacht lo riferì a Eurotium, Wahrlich per quello delle Orchidacee a Nectria, Treub e Bruchmann a Pythium, Frank ne fece il genere Eidamia; N. Bernard coltivando il fungo delle micorrize delle Orchidee ottenne la Nectria di Wahrlich e dalle sue spore il Fusarium osservato da R. Chodat e Lendner; H. Burgeff chiamò il fungo col nome di Orcheomyces. In Italia F. Cortesi, il quale isolò e coltivò per diversi anni il fungo delle micorrize di Orchidacee nostrali (Orchis, Ophrys, Serapias), ottenne forme di Fusarium, ma non poté mai osservare sporificazione. B. Peyronel, che ha studiato le micorrize in molte famiglie vegetali, ritiene che il fungo sia un Ficomicete, appartenente a una o più entità specifiche.
Sul significato e sul valore delle micorrize molto si è discusso. Prima si ritenne che si trattasse di una speciale forma di parassitismo innocuo, ma poi lo Pfeffer nel 1871 emise l'opinione che si trattasse di simbiosi nutritizia e tale opinione è accettata generalmente.
Nelle micorrize ectotrofiche il fungo assorbe dal terreno l'acqua e i sali nutritizî, utilizza anche gran parte della sostanza organica dell'humus, e cede alla pianta gran parte di queste sostanze ricevendone in cambio i carboidrati. La presenza delle micorrize sembra indispensabile per la pianta superiore: infatti Frank, coltivando pini e faggi da seme in terreno sterilizzato, dove non si poteva sviluppare il micelio della micorriza, li ha visti morire.
Le micorrize endotrofiche invece sembra che rappresentino una manifestazione biologica analoga ai tubercoli radicali delle Leguminose. Il fungo che si diffonde nei tessuti della radice forma grossi gomitoli di micelio nelle cellule del parenchima corticale: però a mano a mano che lo sviluppo della pianta ospite progredisce, si vedono gelatinizzare questi gomitoli, ridursi quindi di dimensioni fino a scomparire del tutto. Avviene quindi un riassorbimento, una specie di digestione del micelio che coincide con la fioritura e la fruttificazione della pianta. N. Bernard lo ritiene un fenomeno difensivo analogo alla fagocitosi degli animali. Le piante a micorrize endotrofiche sarebbero micofaghe o micotrofe e utilizzerebbero il fungo, dopo averne favorito lo sviluppo per la loro nutrizione azotata. Secondo E. Stahl vi sarebbe un rapporto fra la presenza del fungo nella radice e l'introduzione dell'acqua con le sostanze minerali, perché le micorrize si troverebbero solo nelle piante che assorbono, e quindi eliminano, poca acqua e hanno scarso sistema radicale e pochi peli assorbenti. Nelle piante parassite e saprofite (Monotropa, Neottia, Epipogon, Limodorum, Corallorrhiza, ecc.) la micorriza è indispensabile come mezzo di nutrizione organica azotata, essendo la pianta per mancanza di clorofilla incapace di provvedere alla propria alimentazione.
Nello sviluppo delle spore e dei semi di alcune piante il fungo della micorriza è indispensabile. Così per la vita del protallo ipogeo di molti Lycopodium; i semi delle Orchidacee, come hanno dimostrato le esperienze di N. Bernard e di H. Burgeff, hanno bisogno per il loro sviluppo del fungo della micorriza (di cui esistono forme, se non morfologicamente, almeno fisiologicamente specifiche) per provvedere ai bisogni dell'embrione e della piantina per la mancanza di sostanze di riserva nei piccolissimi semi.
Le micorrize quindi costituiscono una speciale manifestazione della nutrizione di molte cormofite e forse sono legate all'utilizzazione dell'azoto libero atmosferico che, probabilmente, fissano in modo analogo a quello dei batterî dei tubercoli radicali delle Leguminose.
Bibl.: E. Stahl, Der Sinn der Mykorrhizenbildung, in Jahrb. f. Wissenschaf. Bot., XXXIV (1900); N. Bernard, Récherches expérimentales sur les Orchidées, in Rev. gén. Bot. (1904); H. Burgeff, Die Wurzelpilze der Orchideen, ihre Kultur ind ihr Leben in der Pflanze, Jena 1909; F. Cortesi, Sulle micorrize endotrofiche con particolare riguardo a quelle delle Orchidacee, in Atti Soc. ital. progresso delle scienze, 5ª riunione, Roma 1911; B. Peyronel, Prime ricerche sulle micorizze endotrofiche ecc., in Rivista di biologia, Roma, V (1923), VI (1924); P. R. Pirotta, Fisiologia vegetale, Torino 1929.