microemulsioni
Sistemi liquidi dispersi che si differenziano dalle emulsioni poiché le dimensioni delle particelle coinvolte sono decisamente più piccole, variabili nell’intervallo 1 nm÷1 μm. Dal punto di vista termodinamico sono molto stabili e si presentano come una fase limpida. Le microemulsioni sono costituite da una fase acquosa e una oleosa con l’aggiunta di un agente surfattante (tensioattivo) che stabilizza il film superficiale, e di un agente cosurfattante che ne agevola la formazione rendendola spontanea. La loro struttura risulta determinata da diversi fattori di natura chimica e fisica. Per chiarire come avvenga la formazione di questi particolari colloidi, risulta utile ricordare le proprietà che manifestano in soluzione i surfattanti. Le molecole di un tensioattivo comprendono, generalmente, una testa polare e una coda apolare e un loro esempio tipico è costituito da un acido alifatico. Si tratta di molecole contenenti una coda idrocarburica allungata unita a un gruppo carbossilico. Grazie alle loro caratteristiche le molecole del tensioattivo possono creare una sorta di ponte tra una fase acquosa (polare) e una oleosa (non polare). Infatti la parte idrofoba si scioglie nell’olio lasciando emergere la parte idrofila che si scioglie in acqua in virtù della dissociazione elettrolitica. Grazie all’azione dei surfattanti si ottengono microemulsioni otticamente isotropiche. Le microemulsioni vengono particolarmente utilizzate in ambito farmaceutico nello sviluppo di sistemi per il rilascio graduale di farmaci; inoltre, essendo i componenti delle microemulsioni biocompatibili vengono utilizzate come contenitori di farmaci o di altre molecole bioattive. Grazie alla loro particolare stabilità le microemulsioni sono state utilizzate, negli ultimi anni, in diversi settori che vanno dalla produzione di cosmetici come creme e deodoranti al loro impiego nella produzioni di vernici ottenute per dispersione di resine acriliche in acqua.