MICROFILM
. È propriamente la pellicola di piccole dimensioni (larga 35 o 16 o 8 mm.: si sono preferiti, per praticità, i formati della cinematografia "a passo ridotto", ma si pensa all'unificazione) in uso già da varî anni nelle macchine fotografiche di piccolo formato ("Leica", "Contax" e numerosissime altre); ma si designa con questo nome la microfotografia (largamente usata nella ricerca scientifica e tecnico-industriale) in genere, e in particolare nelle sue applicazioni alla tecnica archivistica e biblioteconomica.
La microfotografia, meno costosa della fotografia comune (anche in "bianco su nero") cominciava ad essere usata anche da studiosi privati, e si pensò ad impiegarla sistematicamente per opere di grande formato, consultate di rado, e facilmente deperibili. Così la biblioteca centrale dell'università Harvard progettò fin dal 1938 di fotografare i giornali stranieri (che non pubblicano copie in carta speciale, per biblioteche) e in Inghilterra si pensò a fare lo stesso per gl'incunaboli. Con tale sistema, ciascun fotogramma doveva essere ingrandito; ma presto sorse l'idea di proiettarli e, quindi, quella di fabbricare macchine da presa e sviluppatrici a funzionamento automatico e rapidissimo e, insieme, apparecchi di proiezione per la lettura individuale e di prezzo accessibile agli studiosi. Si costituirono centri di ricerca (università Brown, a Providence; biblioteca del Congresso; Bibliothèque nationale, Parigi; Biblioteca Vaticana) e si tennero corsi nelle migliori scuole per bibliotecarî (università Columbia, a New York e di Chicago, fin dal 1939).
Con la guerra la microfotografia ebbe grande sviluppo: in Europa interessò in vista dei temuti danni alle collezioni, in America venne applicata alla riproduzione di documenti (specie d'importanza militare), alla posta aerea militare che adottò il sistema Airgraph, della compagnia Eastman Kodak (le lettere, scritte su fogli speciali, erano fotografate su pellicole trasportate per aereo, quindi riprodotte, e recapitate in busta chiusa), quindi usata per la riproduzione in fac-simile e la distribuzione a industriali americani, di documenti trovati negli archivî e nei laboratorî delle industrie nei paesi occupati, per la conservazione dei contratti per forniture belliche soggetti a revisione, delle schede del censimento, ecc. Documenti e cimelî vennero microfotografati in Inghilterra e dal Musée du Cinquanténaire di Bruxelles; la Bibliothèque nationale escogitò nuovi apparati per la fotografia e la lettura; si formarono filmoteche (University Films, ad Ann Arbor, Michigan; collezione Frick, New York). Si pensò a fotografare i cataloghi (e così, con metodo offset, furono riprodotte in volumi le schede del catalogo per autori della biblioteca del Congresso).
Questa idea, il naturale passaggio da opere di speciale pregio o di difficile conservazione, nonché i gravi problemi sollevati dall'aumento continuo ed enorme del numero delle pubblicazioni (per cui manca spazio) e del loro prezzo, suggerirono al bibliotecario della Wesleyan University di Middleton (Connecticut) una soluzione rivoluzionaria, mediante l'adozione del sistema microprint (stampa diretta dei microfotogrammi) e l'adozione della microcard o "microscheda": ossia una scheda del formato "internazionale" (cm. 7,5 × 12,5) sensibilizzata e recante perciò, insieme con le consuete note bibliografiche e tipografiche, fino a 100 fotogrammi (resi leggibili mediante un apparecchio per episcopio) di altrettante pagine d'un libro normale. Pochissime microschede bastano per un'opera voluminosa; e il "catalogo" diventa così la stessa "biblioteca". Tali idee hanno finito con l'essere prese in seria considerazione e, almeno in parte, accolte e tradotte in pratica (Microcard Foundation, di Middleton; Mikrobibliographisches Institut, di Karlsruhe) in vista dei vantaggi indiscutibili che presentano (soprattutto minor costo della microfotografia, economia di spazio specie per biblioteche in rapido sviluppo, possibilità di ottenere, a un prezzo accessibile, amplissime opere fondamentali fuori commercio, quali i Monumenta Germaniae Historica, gli Acta Sanctorum dei bollandisti, ovvero riviste, atti accademici, ecc.).
Diverso dal microfilm è, naturalmente, il fac-simile ridotto. Un'applicazione di esso si ha invece negli apparati di proiezione individuale, della compagnia Projected books, che con un meccanismo semplicissimo permettono la lettura anche ad ammalati costretti all'immobilità.
Un progresso ulteriore è rappresentato dall'applicazione della televisione (sistema ultrafax): in esperimenti presso la biblioteca del Congresso si è potuto trasmettere in due minuti, e fotografare e sviluppare in altri 45 secondi, un libro di 1000 pagine.
I nuovi ritrovati sono stati discussi dalla Federazione Internazionale di Documentazione e nella sessione plenaria dell'UNESCO, nel 1947. Oltre che dal punto di vista degli scambî internazionali, essi sembrano destinati a sollevare interessanti problemi anche per quanto riguarda la tutela del patrimonio bibliografico e del diritto d'autore.