microletteratura
s. f. – Alla fine del secolo scorso, la grande diffusione dei personal computer ha portato alla nascita di una 'letteratura elettronica' orientata soprattutto alla valorizzazione del concetto di ipertesto (in Italia il primo romanzo ipertestuale, Ra-dio di Lorenzo Miglioli, fu pubblicato su floppy disc nel 1993). Poi, di pari passo con la progressiva miniaturizzazione tecnologica – e soprattutto col successo del telefono cellulare, in tutte le sue varie evoluzioni – si è sviluppata una forte tendenza alla miniaturizzazione testuale (v. ), che ha portato i nuovi esperimenti letterari a orientarsi verso i microtesti.
La prima stagione della microletteratura elettronica. – Il fenomeno, che esplode nel 2000 in Giappone, è legato agli SMS grazie al successo di Ayu no monogatari («Amore profondo»), un romanzo a puntate inviato da un telefono cellulare al sito personale dell’autore, che si fa chiamare Yoshi. Visto lo straordinario numero di contatti raggiunto dal sito, Amore profondo è diventato prima un libro cartaceo (che ha venduto oltre due milioni di copie), poi un film, una serie televisiva e un fumetto. I romanzi scritti e inviati via SMS sugli schermi dei lettori danno vita, così, a un nuovo genere letterario chiamato keitai shōsetsu («romanzo da cellulare»). Storie lunghe tra le 200 e le 500 schermate, che raccontano vicende dalle tinte forti di cui gli adolescenti sono al tempo stesso protagonisti e pubblico ideale, visto anche il largo ricorso a soluzioni grafiche e linguistiche tipiche del loro modo di comunicare. I titoli più fortunati – trasposti in versione cartacea – occupano i primi posti delle classifiche di vendita, sconvolgendo il mercato editoriale almeno fino al 2007, quando il fenomeno subisce una certa flessione. Lontano dal Giappone e dalla sua specifica cultura giovanile, cresciuta in simbiosi con i telefoni cellulari di nuova generazione, la moda dei romanzi in SMS fatica ad attecchire. Negli Stati Uniti la classifica di contatti del sito specializzato Textnovel vede al primo posto Secondhand memories (firmato con lo pseudonimo Takatsu), con meno di 45.000 lettori. In Europa, uno dei pochi a tentare questa strada è stato il tedesco Oliver Bendel, che tra il 2007 e il 2011 ha pubblicato diversi Handyromane (Handy è il modo in cui viene chiamato in Germania il telefono cellulare), non riuscendo ad andare oltre un successo di nicchia. Quello che si diffonde è tutt’al più il gioco di condensare in un SMS i classici della letteratura: lanciato in Gran Bretagna nel 2005, viene presto importato in Italia con esiti come «1 tvb sul lago 2 giovani 1 prete pavido 2 bravi 1 cattivo 1 monaca tormentata la peste a Mi nel 1600 1 frate impavido cmq x end 1 matr.nio bene vince su male» (I promessi sposi).
Twitter. – Sull’onda del nuovo fenomeno mediatico rappresentato dal sito di microblogging Twitter, il gioco viene ripreso e aggiornato alle diverse caratteristiche del mezzo: messaggi di 140 caratteri (contro i 160 degli SMS) e privi di segni d’abbreviazione e simboli particolari (molto frequenti, invece, negli SMS). Nel 2009, la casa editrice Penguin pubblica Twitterature, un’antologia di classici miniaturizzati da due studenti universitari; pochi mesi dopo, l’inserto culturale del Sole 24 ore lancia il concorso Twitteratura, invitando i lettori a scrivere microromanzi come questo di Michela Murgia: «Ho paura. Ieri l’ho sepolto e ora guardalo, mi disse. Era già morto. A saperlo non l’avrei rimesso in gabbia. Il cane dorme. Carogna. Lui sapeva». Già nel 2008, d’altra parte, il blogger statunitense Nick Belardes aveva preso a pubblicare sul suo sito un romanzo formato Twitter intitolato Small places. Nell’aprile 2012 simili sperimentazioni vengono tentate da Errico Buonanno, che nell’account dell’inserto culturale del Corriere della sera racconta in 70 messaggi consecutivi la vicenda del Titanic (Twittanic), e dalla statunitense Jennifer Egan (premio Pulitzer 2010), che il 24 maggio dello stesso anno comincia a postare dall’account del New Yorker una spy story a puntate intitolata Black box.