Vedi MIDEA dell'anno: 1961 - 1973 - 1995
MIDEA (v. vol. IV, p. 1121 e s 1970, p. 487)
Durante gli scavi del 1976-1977, E. Protonotariou-Deilaki scoprì tombe e tumuli pertinenti a un insediamento neolitico nel villaggio di Dendra. Gli scavi sull'acropoli di M. sono stati ripresi negli anni 1983-1985, 1987 e sono tuttora in corso sotto la direzione di K. Demakopoulou e di P. Åström.
Nel villaggio di Dendra si sono rinvenute alcune capanne con pianta semicircolare, per lo più scavate nella roccia, risalenti tutte al periodo neolitico aceramico. Sui pavimenti c'erano buchi di palo, focolari e resti di muri divisori costruiti in mattoni crudi. Erano in uso utensili sia in ossidiana che in osso. Nella parte più occidentale della necropoli di Dendra sono state scavate, inoltre, due tombe a camera del Tardo Elladico HA del tipo con lunghi dròmoi e camere quadrate.
Nella stessa area sono stati esplorati tre tumuli del Medio Elladico, probabilmente in uso anche nel Miceneo. Due di questi tumuli coprivano pozzi di sepolture contenenti ciascuno due scheletri di cavallo, probabili vittime sacrificali.
Sull'acropoli sono state scavate diverse trincee, all'interno delle mura, la cui numerazione parte dagli scavi del 1983 (trincea A). Le trincee Β e C sono state scavate nelle adiacenze delle mura della cittadella e hanno rivelato l'esistenza di due camere dotate di una rampa d'accesso. I muri non erano perfettamente diritti e si suppone che fossero stati danneggiati da un terremoto. I pavimenti erano coperti di ceneri. Scavando nel banco di roccia è stato possibile portare alla luce la trincea di fondazione delle mura della cittadella risalente al Tardo Elladico IIIB2. Gli ambienti erano coevi alle mura. Sono stati rinvenuti cinque grandi vasi di piombo, un grande pìthos e notevoli quantità di ceramica micenea fra cui alcuni frammenti con motivi pittorici raffiguranti cavalli e uccelli. La presenza di una fessura nel muro causata dalla caduta di una pietra lasciava supporre l'esistenza di un accesso e un passaggio sotterraneo che doveva condurre a una cisterna o a un pozzo. Un sottile strato contenente frammenti di una brocca del Tardo Elladico IIIC ricopriva le stanze. L'intera area era infine coperta di tegole e pietre romano-bizantine. Nel banco di roccia era scavato un pozzo appartenente allo stesso periodo, sul fondo del quale fu rinvenuto lo scheletro di una pecora.
La trincea D è stata scavata nell'area della «Porta Ovest» la cui entrata è fiancheggiata da blocchi in opera ciclopica. Il ripido lato roccioso era rivestito in pietra. Una rampa in terra battuta conduceva all'entrata. Al centro della porta c'erano due gradini sul secondo dei quali si notavano le tracce di una base in pietra di una colonna lignea. Sulla sinistra dell'entrata, in un bastione, fu scoperto un ambiente intatto. L'area era ricoperta di cenere. Fra i rinvenimenti sono da menzionare vasi di piombo, un mortaio di pietra, frammenti di affreschi e alcune figurine. È stato possibile datare al Tardo Elladico IIIB2 sia l'epoca della costruzione della porta che quella della sua distruzione, grazie al rinvenimento di frammenti ceramici tipici di questo periodo.
Le trincee E e F furono scavate1 all'interno delle mura della cittadella nelle vicinanze dell'erto dirupo di NE.
Quest'area era ricoperta da uno spesso strato di ceneri. La distruzione è da ascrivere al Tardo Elladico IIIB2. Un muro, con andamento parallelo alle mura della cittadella, mostrava un'inclinazione obliqua, probabilmente dovuta a un terremoto. Le percentuali della presenza ceramica sono sorprendentemente coerenti con quelle ottenute da un altro deposito proveniente da Tirinto (edificio 2, zona III): 7,7% Medio Elladico; 29,2% ceramica grossolana; 10,7% pìthoi; 30% ceramica non decorata e 20,2% ceramica micenea decorata. Le trincee G e H furono scavate sulle terrazze inferiori all'interno delle mura della cittadella. Dalla trincea G proviene un frammento di un grande cratere del Tardo Elladico IIIC decorato con un uccello e con il motivo a doppia ascia. Sul fondo della trincea H fu rinvenuta una tomba del Medio Elladico.
Una porta interna situata 10 m più a E della «Porta Est» è stata sgombrata dai detriti. Un muro ciclopico era stato costruito con andamento trasversale rispetto alle mura della cittadella vicino alle quali si trova un passaggio stretto, mentre un altro passaggio che conduceva in cima all'acropoli fu scoperto all'interno della porta. Immediatamente a E della porta c'era una camera nella quale fu rinvenuta parte dei mattoni di fango cotti, precipitati dalla sovrastante struttura del muro della cittadella.
La trincea L fu scavata nei pressi della sommità della collina, immediatamente al di sotto della c.d. Terrazza Sacrificale di Persson. Per la prima volta, in questa trincea, fu possibile scavare degli strati intatti, datati al Medio Elladico I-III. Fra i rinvenimenti sono da menzionare alcune lame di rasoio in ossidiana, rivetti in piombo e pezzi di avorio, di corno e di osso.
Durante le campagne di scavo sono stati adoperati strumenti elettromagnetici, grazie ai quali si è potuta misurare, p.es., l'estensione nonché l'elevazione del poderoso muro di cinta, risultato lungo 440 m e largo più di 7 m.
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