mielotrasfusione
Infusione endovenosa di cellule del midollo osseo, in fase di trapianto dello stesso; la provenienza può essere da donatore o dal paziente medesimo. Il midollo osseo, che si presenta come sangue denso, viene prelevato al donatore e somministrato al paziente (solitamente un leucemico che è stato sottoposto a chemioterapia massiva, detta di condizionamento, per distruggere tutte le cellule del suo midollo osseo), sotto forma di una comune trasfusione. Il trapianto è detto singenico se il donatore è un gemello monozigote; allogenico familiare HLA compatibile se il donatore è un fratello o un genitore con il midollo uguale a quello del paziente; allogenico familiare semicompatibile se il donatore è un fratello o un genitore non perfettamente identico al paziente; allogenico non familiare se il donatore è un estraneo, trovato grazie alle banche di midollo osseo. Nel caso in cui il paziente non abbia un donatore, e ci si trovi in presenza di una malattia particolarmente aggressiva, si può eseguire il trapianto autologo, cioè l’autotrapianto: al paziente viene prelevata una certa quantità di midollo osseo, che viene immediatamente congelato e conservato. In seguito il paziente riceve chemioterapia massiva di condizionamento, poi gli viene restituito il suo midollo tramite una mielotrasfusione.