migrante economico
loc. s.le m. Chi abbandona la propria terra per cercare condizioni migliori di vita.
• Il centro di accoglienza per richiedenti asilo da 3mila posti in provincia di Catania, finito nella bufera politico-giudiziaria, nelle ipotesi allo studio del ministro Angelino Alfano può diventare un «hot spot»: ufficio post-sbarco di matrice europea con tutti i requisiti per controllare, identificare e separare, di conseguenza, chi ha diritto a essere riconosciuto come rifugiato da chi non ha questi requisiti. Rivelandosi un «migrante economico», alias clandestino, soggetto perciò a procedura di espulsione e rimpatrio. (Marco Ludovico, Sole 24 Ore, 15 settembre 2015, p. 8) • Chi fugge dal proprio Paese a causa di cambiamenti climatici o per il progressivo degrado ambientale o per disastri violenti e improvvisi non è riconosciuto come rifugiato né dalla Convenzione di Ginevra del 1951 né dal Protocollo di New York del 1967, è senza una tutela specifica nella maggior parte dei casi (Italia, Usa e pochi altri Paesi prevedono nella legislazione una forma di protezione) e viene considerato un migrante economico. (Raffaele Iaria, Avvenire, 2 dicembre 2016, p. 8, Attualità) • Sarebbe quindi «più sensato mettere in piedi canali legali per l’immigrazione economica, con procedure da seguire nei Paesi di origine, invece di favorire coloro che entrano nel Paese in modo illegale. Questo, concludono, potrebbe aiutare a scoraggiare i migranti economici dal tentare il viaggio verso l’Italia, che è pericoloso». (Cristiana Mangani, Messaggero, 9 marzo 2017, p. 9, Primo Piano).
- Composto dal p. pres. e s. m. e f. migrante e dall’agg. economico, ricalcando l’espressione ingl. economic migrant.
- Già attestato nella Repubblica del 7 gennaio 1998, p. 2.