Scrittore e pensatore spagnolo (Bilbao 1864 - Salamanca 1936). U. è il maggior rappresentante, con Á. Gavinet e B. Pérez Galdós, degli intellettuali innovatori della "generazione del '98". Partito dalla polemica antitradizionalista, identificò il ruolo originale della hispanidad nel mantenimento del "senso tragico della vita". Questo e gli altri temi di U., l'ansia di eternità, il rapporto fra Dio e l'uomo, sono sviluppati in saggi, romanzi e nel teatro.
Divenuto ancora giovane prof. di letteratura greca nell'univ. di Salamanca, ne fu più volte rettore. Già nei primi saggi En torno al casticismo (1895; trad. it. Essenza della Spagna, 1946) attaccò il fanatismo conservatore; la critica dell'isolamento orgoglioso e dell'ostinata fedeltà alla tradizione proseguì nei successivi Ensayos, riuniti da ultimo in sette volumi (1916-18). Ma, partito dalla polemica antitradizionalista e, come più tardi Ortega y Gasset, dall'esigenza di definire il posto della Spagna nell'Europa industrializzata, U. identificò il ruolo della hispanidad nel mantenimento del "senso tragico della vita", cioè nella viva coscienza delle antinomie fondamentali (ragione e fede, vita e intelletto) che il moderno razionalismo non potrà risolvere. Nella Vida de don Quijote y Sancho (1905; trad. it. 1919) l'avventura dell'eroe è interpretata quale risultato dell'anelito umano all'"insaziabile sete d'eternità e d'infinito" (cap. LXIV); nelle due opere Del sentimiento trágico de la vida en los hombres y en los pueblos (1913; trad. it. 1924) e La agonía del Cristianismo (1925; trad. it. 1926) l'idea di Dio è concepita in funzione della immortalità, e la salvezza del mondo è riposta nella volontà di credere; è combattuta ogni forma di morale utilitaria. Nei romanzi Paz en la guerra (1897; trad. it. 1952), Niebla (1914; trad. it. 1922), Abel Sánchez (1917), San Manuel Bueno, mártir (1933) [trad. it. Romanzi e drammi, 1955] e nelle Tres novelas ejemplares (1920) sono presentati i temi fondamentali di tutta l'opera di U.: il sentimento tragico della vita, l'ansia di eternità, il rapporto fra Dio e l'uomo, che riappaiono nuovamente nell'intenso e scarno teatro: Sombras de sueño (1931), El otro (1932), ecc. Poeta vigoroso e personale, espresse nelle Poesías (1907), nel Rosario de sonetes líricos (1911), ecc. l'inquietudine, l'amore della terra natale, le emozioni dell'arte. Esemplare apologia di un cristianesimo cosmico è il suo poema El Cristo de Valázquez (1920; trad. it. 1948). Postume sono state pubblicate, in 16 volumi, le Obras completas (1958 e ss.), il suo Cancionero (1953) e il Cancionero inédito (1955), il suo Diario intimo (1970). La sua corrispondenza in Cartas: 1903-1933 (1972).