Leigh, Mike
Regista cinematografico e teatrale inglese, nato a Salford (Lancashire) il 20 febbraio 1943. Si è imposto all'attenzione della critica con High hopes (1988; Belle speranze) e quindi con Life is sweet (1990; Dolce è la vita), due film che lo hanno segnalato come uno dei migliori eredi del realismo inglese, per l'espressività dello stile, il personale metodo di lavoro, incentrato sullo stretto rapporto con gli attori, e per il notevole impegno politico. Ha ottenuto i maggiori riconoscimenti internazionali al Festival di Cannes, dove ha ricevuto nel 1993 il premio per la regia con Naked e nel 1996 la Palma d'oro per Secrets & lies (Segreti e bugie).
Benché proveniente dalla classe media (suo padre era un medico di origine ebraica), è cresciuto in un quartiere popolare, alla periferia di Manchester. Tra il 1960 e il 1965 ha seguito i corsi di diversi istituti superiori di Londra, studiando recitazione alla Royal Academy of Dramatic Art, disegno e pittura al Camberwell College of Art, scenografia alla Central School of Art and Design, e cinema alla London Film School. Dopo aver creato con D. Halliwell una propria compagnia, la Dramagraph, ha debuttato come regista teatrale nel 1965, mettendo in scena Little Malcolm and his struggle against the eunuchus di Halliwell all'Unity Theatre di Liverpool, e la propria commedia The box play al Midland Arts Centre for Young People di Birmingham. È stato aiuto regista di P. Hall alla Royal Shakespeare Company di Stratford-upon-Avon durante la stagione 1967-68, e ha lavorato in seguito in molti teatri di Londra, Manchester ed Edimburgo, dirigendo oltre una ventina di proprie opere. Risale al 1971 il suo primo film, Bleak moments (trasposizione di una sua pièce), prodotto dalla BBC ma proiettato anche sul grande schermo. Si tratta di uno spietato ritratto della società inglese, effettuato narrando le vicende del difficile inserimento di una ragazza handicappata in una famiglia operaia; nonostante i premi ricevuti ai festival di Locarno e di Chicago, venne praticamente ignorato dal pubblico. L. si dedicò quindi, come molti registi inglesi in quel periodo di grave crisi del cinema nazionale, al lavoro in televisione, pur proseguendo in parallelo l'attività teatrale. Realizzò così tra il 1973 e il 1985, principalmente per la BBC, una decina di mediometraggi di cui protagonista è sempre una piccola umanità spesso umiliata e involgarita dalla solitudine e dalla miseria morale, non di rado oggetto di un acre umorismo; tra questi vanno ricordati soprattutto Nuts in May (1976), Abigail's party (1977) e Meantime (1983). Dalla fine degli anni Ottanta la sua attività si è rivolta prevalentemente al cinema, dove ha impiegato con successo un metodo di lavoro assai personale, messo a punto nel corso dell'esperienza teatrale e televisiva, che prevede un'intensa interazione con gli attori, chiamati a sviluppare liberamente i propri personaggi, anche sulla base dell'improvvisazione. Con High hopes, una commedia agrodolce dai personaggi fortemente caratterizzati, dove si descrivono i rapporti tra una coppia proletaria e tre coppie borghesi, è tornato a rappresentare gli ambienti della periferia londinese, già esplorati nel primo film, fornendo una lettura aspramente critica delle trasformazioni prodotte sulla società inglese dalla politica thatcheriana. Fondata con Simon Channing-Wilson una propria casa di produzione, la Thin Man Films, ha diretto Life is sweet, altro film di ambientazione operaia, in cui una serie di personaggi grotteschi e inquieti si muove intorno a due coniugi e alle loro figlie, una delle quali affetta da disturbi psichici. Dopo la parentesi televisiva di A sense of history (1992), con Naked ha offerto un efficace nuovo spaccato della marginalità urbana, vista questa volta attraverso gli occhi del cinico Johnny, una sorta di punk filosofo, magistralmente impersonato da David Thewlis (premiato per questa interpretazione al Festival di Cannes del 1993), che investe con il suo radicale nichilismo tutto ciò che incontra sulla sua strada, accanendosi in particolare contro le donne e gli arrampicatori sociali. Le figure femminili diventano protagoniste nelle due opere successive, entrambe originali sintesi di commedia e dramma: il premiato Secrets & lies, costruito sul rapporto fra una madre e la figlia illegittima, l'una bianca e l'altra di colore, e sull'effetto liberatorio che questa relazione innesca in un microcosmo familiare in crisi; e Career girls (1997; Ragazze), incentrato sull'incontro tra due vecchie amiche, che si ritrovano dopo anni e si interrogano sul tempo passato. Ha poi realizzato Topsy-Turvy (1999), in cui si è misurato in modo originale con il genere storico-biografico, ricostruendo con affettuosa ironia le vicende di W.S. Gilbert e A. Sullivan, i maggiori autori del teatro musicale inglese della fine del 19° secolo. In All or nothing (2002; Tutto o niente), presentato in concorso al Festival di Cannes, è tornato ad affrontare le consuete tematiche sociali esplorando, con un maggiore respiro tragico e accentuando notevolmente la passività dei personaggi, le tensioni che percorrono tre diversi nuclei familiari.
P. Clements, The improvised play. The work of Mike Leigh, London 1983.
Mike Leigh, a cura di E. Martini, Bergamo 1993.
M. Blakemore, Mike Leigh, London 1996.
M. Coveney, The world according to Mike Leigh, London 1996.
Mike Leigh, a cura di C. Prato, Roma 1997.
R. Carney, The films of Mike Leigh: embracing the world, Cambridge-New York 2000.
Mike Leigh: interviews, ed. H. Movshovitz, Jackson (MS) 2000.