Nichols, Mike
Nome d'arte di Michael Igor Peschkowsky, regista e attore cinematografico e teatrale, naturalizzato statunitense nel 1944, nato a Berlino; il 6 novembre 1931 da padre russo e madre tedesca. Spirito brillante e caustico, pronto a cogliere gli aspetti più inquietanti della realtà contemporanea, ha introdotto nella commedia di stampo hollywoodiano una forte componente di critica sociale collocandosi tra gli autori più innovativi degli anni Settanta. In teatro come al cinema ha lavorato su testi esemplari delle anomalie, costrizioni e perversioni della società americana, coniugando con abilità il comico e il drammatico, la protesta e la satira in opere di alto intrattenimento. Più volte premiato per la sua attività teatrale e televisiva, nel cinema ha ottenuto tre nominations e un Oscar, assegnatogli nel 1968 per The graduate (1967; Il laureato).
Nato in una famiglia ebrea colta di tendenze progressiste e liberali, nel 1939, a causa delle persecuzioni antisemite, fu costretto a fuggire dalla Germania per raggiungere a New York il padre che vi si era rifugiato l'anno prima e aveva cambiato il proprio cognome in Nichols. Anni più tardi, mentre seguiva i corsi di psichiatria a Chicago, scoprì la propria vocazione di attore recitando nei gruppi teatrali dell'università. Si trasferì quindi a New York per iscriversi all'Actors Studio e, tornato a Chicago, fece parte dei Compass Players che si esibivano nel cabaret-ristorante Compass Theatre. Formata una propria compagnia con Elaine May (una delle componenti del gruppo), tra il 1957 e il 1961 recitò a New York nei teatri del Greenwich Village e in vari programmi televisivi. Nel 1960 debuttò a Broadway con An evening with Mike Nichols and Elaine May, scritto da lui stesso e diretto da Arthur Penn. Dopo la separazione artistica dalla May, esordì come regista, affermandosi nel 1963 con Barefoot in the park di Neil Simon, spettacolo che gli valse il primo dei sette Tony Awards ottenuti nel corso di una lunga carriera teatrale.
Debuttò dietro la macchina da presa con Who's afraid of Virginia Woolf? (1966; Chi ha paura di Virginia Woolf?), tratto dal dramma di E. Albee e interpretato da Elizabeth Taylor e Richard Burton, che gli procurò la sua prima nomination. Già con questo primo film dai toni corrosivi e scandalosi, N. dimostrò la volontà di sfidare le convenzioni puntando sull'uso innovativo dei dialoghi e sulla scabrosità delle situazioni. Ancora più decisivo per il rinnovamento del cinema statunitense fu The graduate, dal romanzo di Ch. Webb, che ebbe un'accoglienza trionfale: in esso N. dà voce a una gioventù disorientata e desiderosa di indipendenza sociale e culturale, di cui il personaggio interpretato da Dustin Hoffman divenne il simbolo. Permeati dal malessere esistenziale sono anche Catch-22 (1970; Comma 22), dal romanzo di J. Heller, film antimilitarista che sottolinea la frattura insanabile tra l'individuo e la società, e Carnal knowledge (1971; Conoscenza carnale), con Jack Nicholson, Candice Bergen e Ann-Margret. N. realizzò poi due opere di minor livello (il thriller politico The day of the dolphin, 1973, Il giorno del delfino, e la commedia noir The fortune, 1975, Due uomini e una dote), il cui insuccesso lo spinse a dedicarsi per alcuni anni alla televisione e al teatro.
È tornato al cinema nel 1983, ottenendo un'altra nomination nel 1984 con Silkwood, dramma sociale ambientato in un impianto nucleare e interpretato da Meryl Streep. La stessa attrice è stata protagonista, accanto a Jack Nicholson, di Heartburn (1986; Heartburn ‒ Affari di cuore), indagine su un rapporto sentimentale in crisi. N. ha poi confermato la sua predilezione per l'analisi socio-esistenziale in una nutrita serie di film: Biloxi blues (1988; Frenesie… militari), dalla commedia di N. Simon, ironico spaccato della vita militare; Working girl (1988; Una donna in carriera), con Melanie Griffith, per il quale ha ricevuto un'altra nomination; Postcards from the edge (1990; Cartoline dall'inferno); Regarding Henry (1991; A proposito di Henry), interpretato da Harrison Ford; Wolf (1994; Wolf ‒ La belva è fuori), con Jack Nicholson e Michelle Pfeiffer. La collaborazione con la May, questa volta in veste di sceneggiatrice, è poi ripresa con il satirico The birdcage (1996; Piume di struzzo), remake di La cage aux folles (1978) di Édouard Molinaro, e con Primary colors (1998; I colori della vittoria), sguardo ironico e lucido sul mondo della politica e sui suoi meccanismi. Successivamente ha diretto What planet are you from? (2000; Da che pianeta vieni?), film fantascientifico venato di moralismo, e il televisivo Wit (2001), dal dramma di M. Edson, per il quale ha vinto due Emmy Awards.
H.W. Schuth, Mike Nichols, Boston 1978.