RÉVAI, Miklós
Linguista ungherese nato il 24 febbraio 1750 (o 1752) a Nagyszentmiklós (Sânnicolaul Mare) nel Banato, morto il 7 (o il 1) aprile 1807 a Budapest. Studiò a Csanád (ora Cenadul Mare) e a Szeged; nel 1769 entrò nell'ordine degli scolopî a Kecskemét, cambiando iI suo nome di Matteo (Mátyás) in Nicola (Miklós). Dal 1771 al 1777 visse a Nagykároly, Nyitra e a Vienna continuando i suoi studî e insegnando. Nel 1778 si trasferì a Nagyvárad (Oradea, in Transilvania) dove fu consacrato sacerdote e dove insegnò dal 1778 al 1781. Dal 1781 trascorse alcuni anni a Vienna, Sopron e Graz quale istruttore presso famiglie nobili. Fu poi per qualche tempo redattore del "Magyar Hirmondó" di Presburgo (Bratislava). Nel 1794 uscì dall'ordine degli scolopî, rimanendo prete secolare. Dal 1790 al 1801 fu in varie città dell'Ungheria come insegnante e nel 1802 fu nominato professore di lingua ungherese all'università di Budapest, dove rimase fino alla morte.
Le principali opere di R. sono: il volume di Antiquitates literaturae hungaricae, Budapest 1803, che doveva essere il primo tomo di una serie destinata a illustrare i più antichi documenti della lingua ungherese e che purtroppo rimase anche l'unico. In esso si contiene un ampio e prezioso commentario al più antico testo ungherese, il cosiddetto "Discorso funebre" (Halotti Beszéd) del sec. XIII. Questa illustrazione filologica, che R. aveva cominciato a elaborare parecchi anni prima, è preziosa per la storia della lingua magiara. Poi la Elaboratior Grammatica Hungarica, il cui primo volume apparve nel 1803, e il secondo nel 1806 (il terzo, contenente la sintassi, fu pubblicato solo nel 1907 da Zs. Simonyi). In questa grammatica, che W. de Humboldt ritenne giustamente essere la migliore di quante fossero uscite in Europa, il R. fu il primo a instaurare il metodo storico nella linguistica e a dare il modello della grammatica storica di una lingua, di tipo considerevolmente difficile, precorrendo di alcuni anni Grimm e Rask (v. linguistica, XXI, p. 210).
R. non aveva saputo liberarsi dall'ipotesi di un'origine ebraica dell'ungherese, pur conciliandola con la parentela ugrofinnica già chiaramente indicata da Sájanovics e Gyármathi; ma quel che ha maggior valore nel suo libro è l'analisi delle forme e la descrizione del loro sviluppo storico.
Bibl.: B. Casplár, Révai Miklós élete (La vita di M. R.), Budapest 1881-1899, voll. 4; J. Melich, Finnisch-ugrische Forschungen, VII (1907), p. 1 segg.; J. Pápay, A magyar nyelvhasonlitás története (Storia della linguistica ungherese), Budapest 1922, par. 15, pp. 25-33.