• Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X

MILANO

di Giuseppe CARACI - Emilio LAVAGNINO - Enciclopedia Italiana - II Appendice (1949)
  • Condividi

MILANO (XXIII, p. 265 e App. I, p. 850)

Giuseppe CARACI
Emilio LAVAGNINO

Della popolazione residente nel comune al 21 aprile 1936 (1115.848), 1.068.079 abitanti spettano al nucleo urbano di Milano; 12.967 ai 13 centri abitati compresi nel comune e 34.802 alla popolazione sparsa. Al 31 dicembre 1947 la popolazione residente era di 1.267.156 (anagrafica), mentre quella presente al 10 maggio 1948 nel comune era calcolata a 1.274.781; l'aumento di oltre 150.000 ab. verificatosi nel dodicennio 1936-48 è quindi dovuto essenzialmente all'immigrazione. Milano ha sofferto in misura assai grave delle incursioni aeree alleate durante la seconda Guerra mondiale; specialmente di quelle del 1943 (13,15 e 16 agosto) che hanno interessato, più o meno, tutta l'area urbana, distruggendo o danneggiando, specie con bombe incendiarie, circa 2/5 dei vani esistenti all'inizio delle ostilità, cioè 360.000 vani distrutti o gravemente danneggiati e più di 200.000 con danni minori su 930.000 dell'anteguerra. Dopo il 1939, tuttavia, la città ha continuato ad espandersi, pur se con una evidente stasi nell'esecuzione del piano regolatore Albertini (1934), sottoposto a numerosi ritocchi dopo il 1938 e sostituito da quello dell'ing. Luigi Lorenzo Secchi, cui le vicende belliche impedirono anche un principio di attuazione. In sostanza la zona urbana si protende ora, oltre l'anello periferico (di circa 70 km. di larghezza), mediante tutta una serie di apofisi lineari sviluppantisi lungo le vie di comunicazione che uniscono il centro ai nuclei suburbani viciniori (in direzione di Corsico, Baggio, Musocco, Crescenzago, Lambrate, ecc.), molti dei quali ormai incorporati e saldati nell'area cittadina.

La vastità dell'opera di ricostruzione (a fine 1947 riparati tutti i locali poco danneggiati e oltre a 160.000 degli altri) ed il già ripreso sviluppo economico-demografico cittadino impongono l'adozione di un nuovo piano regolatore regionale, specie in relazione agli incrementi industriali ed alla funzione dei centri urbani più prossimi.

La popolazione (residente) della provincia (XXIII, p. 295 e App. I, p. 852) è salita dai 2.175.400 ab. del 21 aprile 1936 (censimento) ai 2.440.478 del 31 dicembre 1947 (calcolo anagrafico). La prov. di Milano è così la più popolosa della repubblica (in senso assoluto), e quanto a densità (829 a kmq.) vien dopo solo quella di Napoli. Nel quinquennio 1935-39 l'aumento naturale della popolazione (5,60 oo è stato uguale a quello del periodo 1925-29, ma inferiore alla media del quinquennio 1930-34, sebbene l'indice di nuzialità sia salito, tra il 1930 ed il 1939, da 7,2 a 7,8‰. Ambedue gli indici di natalità e di mortalità sono diminuiti, e nella stessa proporzione, fra il 1925 ed il 1939 (da 20,8 a 18,3‰ nel primo e da 15,2 a 12,7‰ nel secondo caso). Per l'attivo demografico, la media della provincia rimane al di sotto non solo di quella della repubblica (9,3‰), ma anche di quella della Lombardia (6,9‰).

Storia. - La crisi bellica e postbellica ha modificato sensibilmente il quadro della vita milanese. I grandi bombardamenti aerei dell'ottobre 1942 e dell'agosto 1943 fecero di Milano uno dei centri italiani più duramente provati, si ripercossero sulla capacità produttiva e sulla situazione alimentare, sconvolsero la situazione finanziaria di interi ceti. Il governo della repubblica sociale, dopo la caduta di Roma, evitò di conseguenza di fissar la sua sede nella metropoli lombarda, tanto più che il movimento della resistenza ne aveva fatto uno dei suoi centri più attivi. Dopo le agitazioni della primavera del 1943, Milano diede il maggior contributo agli scioperi del marzo 1944, con 119.800 astensioni dal lavoro su 208.549 nell'intero territorio della repubblica. Invano Mussolini, nel discorso del 16 dicembre 1944 al Teatro Lirico, ribadì il programma sociale del manifesto di Verona: il tentativo cadde nel vuoto, insieme alle velleità di atteggiamento democratico, concretatosi nel "raggruppamento" promosso a Milano da un antico oppositore: E. Cione. Le tendenze conciliative, rappresentate dal podestà P. Parini, furono sventate dal regime instaurato dalle bande terroristiche, in una atmosfera torbida e ambigua di violenza e di corruzione. Alle esecuzioni, come quella di quindici ostaggi della resistenza, i cui cadaveri rimasero esposti nel piazzale Loreto, si aggiunsero le spogliazioni operate dall'occupante sul patrimonio industriale e dei servizî cittadini.

La lotta clandestina si inasprì in una serie di attentati. Gli odî accumulati esplosero nell'insurrezione finale, e condussero all'episodio di piazzale Loreto in cui fu esposto il cadavere di Mussolini e di altri. Ma la rivolta era nata da un sentimento unanime ed entusiastico: il 30 aprile, Milano tributò accoglienze trionfali alle truppe alleate e al corpo di liberazione italiano.

Le elezioni amministrative dell'8 aprile 1946 condussero una maggioranza di sinistra nella rappresentanza civica: l'accentramento industriale e la presenza di grandi masse proletarie fa di Milano uno dei principali teatri della lotta politica e sociale. Nel gennaio 1949 si è avuta una crisi nell'amministrazione civica, in conseguenza dello spostamento delle posizioni alle elezioni politiche del 18 aprile 1948. Nonostante la crisi postbellica, la ripresa ebbe rapido sviluppo di cui diede la misura la rinnovata Fiera campionaria (aprile 1946) e la ricostruzione del teatro La Scala (maggio 1946).

Danni ai monumenti e alle opere d'arte. - I tre quarti circa degli edifici monumentali sono stati più o meno colpiti. Dal Duomo, che ha subìto danni soprattutto alle decorazioni marmoree, a S. Ambrogio, colpito nella zona presbiteriale, nel portico bramantesco del fianco e nella sagrestia, ove è andato perduto l'affresco del Tiepolo, alla chiesa, al chiostro e al refettorio di S. Maria delle Grazie. Qui per un vero miracolo non è andato distrutto il Cenacolo di Leonardo da Vinci protetto dai blindamenti di sacchetti a terra. Anche le chiese di S. Pietro in Gessate, S. Satiro, S. Eustorgio, S. Marco, S. Fedele, S. Maurizio, S. Maria della Porta, e S. Maria della Pace, nonché quella di S. Gottardo in Corte sono state colpite in maniera talvolta gravissima. Il restauro di S. Gottardo in Corte è già stato ultimato, quello delle altre chiese sopra rammentate è già stato iniziato e in molti casi portato a buon punto. Anche la basilica di S. Lorenzo, la chiesa di S. Nazzaro, il monastero maggiore e l'abbazia di Chiaravalle hanno sofferto a causa della guerra.

Gravissima è anche la situazione nel campo della edilizia civile. Nel Castello Sforzesco, a causa degli incendi sono andati distrutti alcuni interni; gravissima è stata la sorte del Palazzo reale ove alcuni bellissimi ambienti, tra cui il salone delle Cariatidi e le sale di rappresentanza del primo piano sono stati preda del fuoco. La villa reale ha subìto danni soprattutto alle coperture. Gli incendî hanno svuotato palazzo Marino; l'immenso Ospedale maggiore veniva devastato per oltre un terzo. Nel palazzo dell'Ambrosiana il fuoco ha distrutto le coperture danneggiando gravemente gli interni in parte crollati, e ancora il fuoco nel palazzo Silvestri ha causato i danni maggiori. Gravissime le distruzioni nel bel palazzo Borromeo, ove tuttavia s'è riusciti a salvare gli antichi affreschi in alcuni degli ambienti più importanti dell'edificio. Nel palazzo del Senato le bombe dirompenti hanno distrutto il salone napoleonico, mentre gli spezzoni incendiarî mandavano in fiamme buon tratto dell'edificio che tuttavia è salvo nella facciata. Nel teatro La Scala venne distrutta la sala e gravissimi danni subì il museo teatrale.

Palazzo Ponti, tra gli antichi edifici di via Bigli, è stato quello più gravemente colpito sia nella parte più antica della costruzione, sia in quella del Piermarini. Il palazzo Cicogna, già degli Annoni, è stato completamente devastato negli interni ma ha conservato integra la bella facciata del Righini, il cortile porticato e lo scalone. Tristissima è stata la sorte di palazzo Serbelloni e di palazzo Sormani distrutti dal fuoco in quasi tutti gli ambienti interni. Per le esplosioni avvenute nelle vicinanze è crollata la facciata della villa detta "la Simonetta". A Palazzo Archinti si lamenta la perdita dell'affresco del Tiepolo. Inoltre, mentre le opere d'arte delle grandi raccolte milanesi, opportunamente e tempestivamente rimosse, venivano intieramente salvate, oltre gli edifici dell'Accademia Ambrosiana e del Castello Sforzesco, sono stati colpiti in pieno i palazzi del Museo Poldi Pezzoli e della Galleria di Brera con danni e distruzioni spaventose. Ma in questi edifici, come negli altri ricordati e in molti altri ancora che hanno interesse per la storia e l'arte, si lavora assai intensamente e non appare ormai lontano il giorno in cui il loro restauro potrà dirsi compiuto.

Bibl.: E. Lavagnino, Danni di guerra ai monumenti dell'Italia Centrale e Settentrionale, in La Rassegna d'Italia, settembre-ottobre 1947.

Vedi anche
Teatro alla Scala Teatro lirico milanese. Costruito per volere di Maria Teresa d’Austria dopo l’incendio che nel 1776 aveva distrutto il Teatro regio ducale, sorse su progetto dell’architetto di corte G. Piermarini nell’area della chiesa di S. Maria alla Scala. Inaugurato nel 1778 con l’esecuzione dell’Europa riconosciuta ... Vincenzo Bellini Musicista (Catania 1801 - Puteaux, Parigi, 1835). Figlio d'un organista e maestro di cembalo, fu avviato dal padre allo studio della musica: a sette anni già componeva, tra l'altro, un Tantum ergo e un Salve Regina. Diciottenne, si recò a Napoli ove completò in tre anni i suoi studi con G. Furno, C. ... Francesco Maria Richini Richini (o Ricchino, o Ricchini, o Righini), Francesco Maria. - Architetto (Milano 1584 - ivi 1658), esponente di spicco di una famiglia di ingegneri e architetti milanesi attivi dalla fine del sec. 16º a tutto il 18º. Capomastro del duomo di Milano dal 1605, realizzò numerose chiese e opere civili a ... Giuseppe Bertini Pittore italiano (Milano 1825 - ivi 1898). Figlio di Giovanni Battista, seguitò l'arte paterna in collaborazione con il fratello Pompeo, ma soprattutto si dedicò alla pittura, seguendo i modi di F. Hayez e insegnando per varî anni a Brera. Eseguì affreschi per chiese e palazzi milanesi e ottimi ritratti; ...
Tag
  • SECONDA GUERRA MONDIALE
  • LEONARDO DA VINCI
  • LOMBARDIA
  • SAGRESTIA
  • CARIATIDI
Altri risultati per MILANO
  • Milano
    Enciclopedia machiavelliana (2014)
    Antonio Menniti Ippolito Il Medioevo L’attenzione delle Istorie fiorentine (di qui in poi abbreviato nelle citazioni Ist. fior.) alle vicende milanesi è episodica, ma già nelle prime righe, dedicando l’opera a Clemente VII, M. s’impegna a seguire anche le vicende della costituzione del ducato di Milano ...
  • Milano
    Dizionario di Storia (2010)
    Città dell’Italia settentrionale, capoluogo della Lombardia. Età romana L’antica Mediolanum, fondata intorno al 400 a.C. dai galli insubri, fu conquistata dai romani nel 222; ma fu stabilmente soggetta a Roma solo nel 196 (o nel 194). Nel 49 M. ottenne il regime municipale voluto da Cesare; dopo la ...
  • Milano
    Enciclopedia on line
    Comune della Lombardia (181,67 km2 con 1.406.242 ab. nel 2020), capoluogo di regione e città metropolitana, è la seconda città in Italia, dopo Roma, e costituisce la massima concentrazione delle forme più moderne e dinamiche dell’economia del paese. Posta al centro della Padania, tra i rilievi alpini ...
  • Milano
    Enciclopedia Italiana - VII Appendice (2007)
    Silvia Moretti Luca Molinari Francesca De Caprariis Marco Sannazaro Situazione politico-amministrativa di Silvia Moretti A una stima del 31 dicembre 2005 la popolazione residente del comune risultava pari a 1.308.730 ab., e quella della provincia a 3.869.000. Alla fine della Seconda guerra mondiale, ...
  • Milano
    Enciclopedia dei ragazzi (2006)
    Margherita Zizi Da nove secoli grande centro economico d’Italia Situata nel cuore della Valle Padana, Milano è una metropoli europea e il centro più vitale dell’economia italiana. La città viene definita spesso capitale per la sua importanza nel campo dell’industria e del commercio, dell’editoria e ...
  • Milano
    Il Libro dell'Anno 2005
    "Com'è bella la città, com'è grande la città, com'è viva la città" (Giorgio Gaber) Milano: città anseatica e città infinita di Aldo Bonomi 31 marzo Si inaugura nell'area dell'ex raffineria Agip di Pero-Rho il nuovo polo fieristico di Milano, il più grande in Europa, che si propone come la porta dell'Italia ...
  • MILANO
    Federiciana (2005)
    Milano Maria Pia Alberzoni Gli inizi del sec. XIII segnano un momento di notevole fortuna economica e politica di Milano, favorita e accompagnata da iniziative diplomatiche miranti ad accreditare il capoluogo lombardo come garante della pacificazione intercittadina nella regione e ad assicurargli ...
  • MILANO
    Enciclopedia dell' Arte Medievale (1997)
    G. Curzi (lat. Mediolanum) Città dell'Italia settentrionale, situata nella pianura Padana, capoluogo della regione Lombardia. Storia e urbanistica Delle origini celtiche della città è giunta sino a oggi la forma latinizzata del nome, Mediolanum, esprimente un concetto di medietà (non è chiaro rispetto ...
  • MILANO
    Enciclopedia Italiana - V Appendice (1993)
    Anna Bordoni Sandra Sicoli Guido Zucconi (XXIII, p. 265; App. I, p. 850; II, II, p. 315; III, II, p. 115) Il comune di M., che nel decennio 1961-71 ha avuto una crescita demografica meno intensa rispetto al decennio precedente, durante gli anni Settanta e Ottanta ha visto diminuire con andamento ...
  • MILANO
    Enciclopedia Italiana - IV Appendice (1979)
    : per dati statistici provinciali v. lombardia (tabelle), in questa Appendice.
  • Milano
    Enciclopedia Dantesca (1970)
    (Melano) Giorgio Baruffini Pier Vincenzo Mengaldo Pur non essendo documentata, la presenza di D. in M. dovrebb'essere quasi certa al tempo della sosta di Enrico VII nella città, tra la fine del 1310 e il marzo dell'anno seguente (v. LOMBARDIA). Il ruolo di città guida esercitato da M. al tempo della ...
  • MILANO
    Enciclopedia Italiana - III Appendice (1961)
    (XXIII, p. 265; App. I, p. 850; II, 11, p. 315) Aldo PECORA La popolazione del comune, pari a 1.115.848 ab. nel 1936, era aumentata nel 1951 a 1.274.245, di cui l'agglomerazione urbana comprendeva il 98,9%: solo 6550 ab. facevano parte di altri 7 centri, 415 soltanto erano sparsi in campagna, e il ...
  • MILANO
    Enciclopedia Italiana - I Appendice (1938)
    (XXIII, p. 265 segg.) Carlo CANDIDA Sviluppo territoriale e demografico. - L'attuazione del piano regolatore, pur fra numerose difficoltà, è proceduta e procede abbastanza alacremente. Notevolmente progredito il complesso di costruzioni di Corso del Littorio-Piazza S. Babila la cui sistemazione definitiva, ...
  • MILANO
    Enciclopedia Italiana (1934)
    Antonio Calzoni Giuseppe Caraci Gaetano Cesari Paolo D'Ancona Giuseppe Gallavresi Antonio Monti Luigi Sorrento Alda Levi Spinazzola Giovanni Antona Traversi Alessandro Visconti La seconda città d'Italia per popolazione assoluta, la prima per importanza economica. Sommario. - Geografia: Situazione; ...
Mostra altri risultati
Vocabolario
mil
mil ‹mil› s. ingl. [tratto dal lat. mil(lesĭmum) «un millesimo»] (pl. mils ‹mil∫›), usato in ital. come s. m. – Unità di lunghezza del sistema inglese, pari a 1/1000 di pollice e quindi a 25,4 micrometri (μm); ne derivano due unità di area,...
mìlite
milite mìlite s. m. [dal lat. miles -lĭtis]. – 1. In genere, chi appartiene a una milizia. Nell’antichità romana, il legionario, il soldato a piedi; nel Basso Impero, ognuno degli appartenenti a corpi militari con compiti speciali, come,...
  • Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X
  • Ricerca
    • Enciclopedia
    • Vocabolario
    • Sinonimi
    • Biografico
    • Indice Alfabetico

Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati

Partita Iva 00892411000

  • facebook
  • twitter
  • youtube
  • instagram
  • Contatti
  • Redazione
  • Termini e Condizioni generali
  • Condizioni di utilizzo dei Servizi
  • Informazioni sui Cookie
  • Trattamento dei dati personali