MILIZIA
. Milizia equestre e caligata. - Nell'ordinamento militare dell'impero romano con la dizione militia equestris s'intendeva designare la posizione degli ufficiali di cavalleria, in confronto di quella dei graduati e dei semplici gregarî, che godevano gli stipendia equestria. I varî gradi della carriera degli ufficiali, che erano anche i gradi iniziali del cursus honorum dell'ordine equestre, erano per l'appunto detti militiae equestres. Per i primi due secoli dell'impero furono in numero di tre (tres militiae) e precisamente, in ordine ascendente, il comando di una coorte ausiliaria, col titolo di praefectus cohortis (militia prima); il tribunato di una coorte o di una parte di una legione (tribunus cohortis, legionis; militia secunda), infine il comando di un'ala di cavalleria (praefectus alae; militia tertia). Come capo supremo dell'esercito, l'imperatore aveva il diritto di nomina ai gradi delle militiae eqifestres il cui reclutamento era all'arbitrio imperiale; in progresso di tempo si presero i membri delle militiae equestres anche fra i primipili, o centurioni anziani nelle legioni, e fra i componenti le coorti pretorie, che divennero un semenzaio di futuri cavalieri. L'imperatore era anche libero di non attenersi alla graduatoria stabilita. Anche la durata di ciascun comando non aveva nulla di fisso; gli ulficiali erano tenuti al loro posto finché piacesse all'imperatore. Il cavaliere che aveva percorso i gradi della militia equestris, il che gli dava il diritto di adire alle cariche superiori dell'ordo equestris, si fregiava del titolo di omnibus militiis equestribus functus, o di a tribus militiis, o semplicemente a militiis.
È da attribuirsi a Settimio Severo la riforma che portò da tre a quattro il numero delle milizie equestri. Non è ben certo se si tratti effettivamente dell'aggiunta d'una milizia per il periodo di tempo passato dal cavaliere quale semplice milite. Nel sec. III sparisce il tribunato della legione; l'ultima menzione a noi nota è dei tempi dell'imperatore Filippo.
La militia equestris si disse, nei bassi tempi dell'impero, anche militia caligata. Nei tempi anteriori il caligatus miles, o semplicemente il caliga era il militare appartenente ai bassi gradi dell'esercito romano, dal semplice gregario al centurione incluso. Nell'editto di Diocleziano sui prezzi si ha la menzione di caligae equestres, corrispondenti forse ai calcei speciali dell'ordine equestre.
Bibl.: L. Renier, Mélanges d'épigr., Parigi 1854, p. 203 seg.; O. Hirschfeld, Röm. Verwaltungsgesch., Berlino 1877, I, p. 247 seg.; Th. Mommsen, le droit public romain, trad. franc., Parigi 1887 segg.; VI, ii, p. 149 seg.; R. Cagnat, in Daremberg e Saglio, Dictionn. des antiq. gr. et rom., III, ii, p. 1891 segg.
Milizia mobile e milizia territoriale.
Nel sec. XIX tutti gli stati con reclutamento a base di coscrizione frazionarono l'esercito in tre grandi scaglioni o linee (la Prussia subito dopo il 1815, gli altri stati in seguito alle vittorie prussiane del 1866 e 1870): 1ª linea (o esercito attivo o esercito permanente o esercito di campagna), costituita delle classi alle armi o di quelle più giovani in congedo e destinata alle operazioni attive; 2ª linea (o milizia mobile; ted. Landwehr), costituita dei riservisti delle classi medie, con compito di cooperazione e di sostegno a vantaggio della prima linea; 3ª linea (o milizia territoriale; ted. Landsturm), costituita delle classi più anziane della riserva, e destinata normalmente al presidio del territorio e ai servizî territoriali.
In Italia, la 2ª linea (dapprima denominata "milizia provinciale", poi "milizia mobile") e la 3ª linea ("milizia territoriale") furono istituite nel 1873 dal ministro Ricotti. Esse dovevano risultare composte: la milizia mobile delle 4 classi più giovani in congedo dopo le 5 classi destinate a completare l'esercito di prima linea; la milizia territoriale delle 7 classi successive. In realtà, entrambe le linee ebbero effettiva consistenza organica solo nel 1883, anno nel quale furono inquadrate adeguatamente e raggiunsero, a un dipresso: la milizia mobile, forza pari alla metà e la milizia territoriale forza eguale a quella dell'esercito permanente.
Durante la guerra mondiale, non solo scomparve ogni differenza tra esercito permanente e milizia mobile, ma si attenuarono gradatamente anche quelle tra le prime due linee e la milizia territoriale.
Dopo la guerra, venne abolita ogni distinzione di linee e di doveri militari bellici tra i cittadini appartenenti alle diverse classi, che lo stato può impiegare a seconda delle esigenze, mentre l'obbligo complessivo del servizio militare dal limite di 39 anni di età fu portato al limite di 55.
Milizia volontaria per la sicurezza nazionale.
È tipica istituzione del regime fascista ed è nata dallo squadrismo; il quale, nei primi tempi del movimento rivoluzionario capeggiato da Benito Mussolini, fu tutta una cosa con i fasci di combattimento sorti, sull'esempio di Milano, in tutte le principali città d'Italia. Nel congresso fascista tenuto il 7 novembre 1921 in Roma, gli ulteriori sviluppi della rivoluzione delle camicie nere furono orientati secondo tre assi paralleli, attorno ai quali si raccolse, rispettivamente, l'attività più precisamente politica, le opere nel campo sindacale e i compiti di salvaguardia del movimento, commessi appunto a reparti armati. Per l'organizzazione di tali reparti il territorio del regno fu dapprima suddiviso in quattro zone affidate ciascuna a un ispettore generale; ma presto le zone crebbero di numero ed erano dodici al momento della Marcia su Roma. Ciascuna zona comprendeva un numero variabile di legioni, ciascuna di tre coorti, e le coorti su tre centurie di tre manipoli. Tutti gl'ispettori di zona facevano capo a un Comando generale della milizia. Fu, fin d'allora, adottata un'uniforme - anche attualmente in uso - costituita dalla camicia nera e pantaloni grigioverdi sul tipo di quelli usati dagli arditi di guerra. L'armamento regolamentare fu costituito dal bastone, al quale ciascuno ebbe facoltà di aggiungere le armi che potè procurarsi.
Salito il fascismo al potere (ottobre 1922) mentre venivano soppresse le formazioni armate di tutti gli altri partiti (come le camicie azzurre dell'associazione nazionalista), si manteneva in vita - legalizzandolo - lo squadrismo delle camicie nere. Infatti nella prima riunione del Gran Consiglio del fascismo, tenuta la notte sul 13 gennaio 1923, veniva stabilita la costituzione della M. V. S. N., sanzionata dal re il giorno successivo con un decreto nel quale era precisato che la milizia doveva "provvedere in concorso coi corpi armati della sicurezza pubblica, e con l'Esercito, a mantenere all'interno l'ordine pubblico; preparare e conservare inquadrati i cittadini per la difesa degli interessi dell'Italia nel mondo". Era altresì detto che "la Milizia è al servizio di Dio e della Patria e agli ordini del Capo del governo". La M. V. S. N. si distingue oggi in: milizia ordinaria, milizia coloniale e milizie speciali.
Milizia ordinaria. - Reclutamento dei militi. - Il reclutamento è esclusivamente volontario. Per i primi quattro anni furono arruolati nella milizia cittadini - naturalmente di provata fede fascista - d'età compresa fra i 17 e i 50 anni. Ma nel gennaio del 1927, il Gran Consiglio del fascismo, ispirandosi al criterio che la milizia, come il partito, dovesse trarre alimento dai giovani, stabilì che le reclute delle legioni venissero tratte dagli avanguardisti dopo compiuto il 18° anno di età; la solenne funzione della leva fascista fu stabilita per il 21 aprile d'ogni anno, e compiuta col simbolico rito della consegna del moschetto alle reclute. Infine, essendosi creati nel dicembre del 1930 i fasci giovanili, costituiti dai giovani dai 18 ai 20 anni compiuti, provenienti dagli avanguardisti, il passaggio nella milizia, come il passaggio nei fasci di combattimento (organismi, questi, del partito), fu protratto al compimento del 20° anno. Durante la loro permanenza nei fasci giovanili. i giovani vengono iscritti d'ufficio ai corsi premilitari della milizia (v. premilitare, istruzione). Le domande di iscrizione dei giovani vengono raccolte dai comandi delle legioni, le quali funzionano da centri di mobilitazione. Nel caso sia ordinata la mobilitazione delle forze armate dello stato, i militi vengono assorbiti dall'esercito, dalla marina e dall'aeronautica, tranne alcune eccezioni, che saranno più oltre accennate.
Ordinamento. - Comandante in capo della milizia è il Capo del governo e Duce del fascismo. L'organo massimo è il Comando generale, retto dal capo di Stato maggiore della milizia. Il territorio del regno è ripartito in 4 raggruppamenti (Milano, Bologna, Roma, Napoli) al comando di luogotenenti generali. Ogni comando di raggruppamento ha alle proprie dipendenze un certo numero di gruppi (33 in totale) retti da consoli generali, e ogni comando di gruppo ha alle proprie dipendenze un certo numero di legioni ordinarie (120 in tutto) comandate da consoli. Si hanno inoltre 13 legioni di complemento e 6 coorti autonome. Presso alcune legioni sono costituiti i battaglioni di camicie nere (v. sotto) e i corrispondenti battaglioni complementari di camicie nere. Ad alcune legioni è anche assegnato un reparto di difesa contraerea territoriale (DICAT), per cui v. sotto.
Formazioni speciali della milizia ordinaria sono: i reparti dei mutilati istituiti nel settembre del 1929 e composti di mutilati di guerra iscritti al Partito nazionale fascista; i reparti motociclisti, costituiti con soci del Moto Club d'Italia, che prestano servizio con motocicli di loro proprietà e sono riuniti in nuclei comandati da un ufficiale motociclista e a disposizione dei comandi di legione.
Gli ufficiali. - I gradi di ufficiale della milizia sono: luogotenente generale, console generale, console, primo seniore (nelle milizie speciali), seniore, centurione, capomanipolo, corrispondenti, nell'esercito, ai gradi di generale di divisione, generale di brigata, colonnello, tenente colonnello, maggiore, capitano, tenente. Di massima, gli ufficiali sono tratti dalle categorie degli ufficiali in congedo delle altre forze armate, i quali assumono - in linea generale - nella milizia il grado corrispondente a quello rivestito nell'arma di provenienza. I capimanipolo possono anche non avere ricoperto il grado di ufficiale nelle altre forze armate, ma debbono essere in possesso, oltre ai requisiti fisici e morali, del titolo di studio prescritto per la nomina a ufficiale nelle altre forze armate; e possono anche provenire dai sottufficiali della milizia (capi squadra) che abbiano lungamente servito e superino alcune prove d'esame. Possono aspirare ai gradi di ufficiale della milizia soltanto gl'iscritti al Partito nazionale fascista. Gli uíficiali sono di tre categorie: in servizio effettivo (permanente o saltuario), nella riserva e addetti all'Opera Nazionale Balilla.
Condizione giuridica della milizia. - Agli appartenenti alla milizia è attribuita la qualità di ufficiali e agenti della forza pubblica. Il codice vigente di procedura penale riconosce (art. 321) la qualità di ufficiali e agenti di polizia giudiziaria agli ufficiali, sottufficiali e militi, in relazione con le norme che regolano il loro servizio.
Chiamate della milizia. - In tempo di pace le chiamate alle armi della milizia possono avvenire per ragioni d'ordine pubblico, in caso di pubblica calamità, per istruzione, per riviste e parate; e possono essere generali o parziali. Le chiamate generali per necessità d'ordine pubblico sono esclusivamente ordinate dal Capo del governo. Le chiamate parziali (per ordine pubblico e per pubblica calamità) possono essere ordinate dal Ministero dell'interno, dal Comando generale della milizia, dai prefetti del regno. Nei piccoli comuni dove non risiedono autorità politiche, i podestà possono chiamare alle armi il reparto della milizia costituito nel comune.
Servizio sanitario. - La milizia ha un proprio corpo di ufficiali medici, che prestano servizio gratuito a vantaggio delle camicie nere e delle loro famiglie. A titolo di compenso, questi ufficiali medici hanno diritto alla precedenza per occupare quei posti per i quali non sia prescritto regolare concorso. Accanto agli ufficiali medici, vi sono ufficiali chimici-farmacisti, reclutati analogamente. Come organi per il funzionamento del servizio, vi è una sezione leggiera di sanità presso ciascun comando di gruppo di legioni; essa provvede al collegamento dei servizî sanitarî dei reparti, al trasporto degl'infermi ai luoghi di cura, al rifornimento dei materiali sanitarî. Presso ogni legione è organizzata una squadra di soccorso per pubbliche calamità.
Compiti in caso di guerra. - Si è detto che, quando sia disposta la mobilitazione generale o parziale delle forze armate dello stato, i componenti la milizia vengono assorbiti dall'esercito, dalla marina e dall'aeronautica secondo gli obblighi militari spettanti a ciascun milite. Si fa eccezione per alcune formazioni speciali della milizia, costituite per il caso di guerra, quali i reparti per la difesa contraerea territoriale (DICAT) e i battaglioni di camicie nere.
La milizia DICAT fu istituita con decreto-legge 18 febbraio 1930; ha un ispettorato generale, ispettorati di raggruppamento e un certo numero di comandi DICAT; il tutto attrezzato per il servizio delle batterie e delle squadre mitragliatrici, per gli avvistamenti, l'ascoltazione e i servizî fotoelettrici. I gregarî sono esclusivamente scelti fra i mutilati, riformati, inabili alle fatiche di guerra, completati con uomini appartenenti alle classi di leva più anziane delle forze armate (più di 40 anni) e con giovani premilitari. Tutto il personale dipende disciplinarmente dai comandi di legione e di gruppo legioni della milizia ordinaria. I comandi della DICAT riassumono interamente l'organizzazione contraerea della località in cui risiedono.
I battaglioni di camicie nere (un comando e tre compagnie ciascuno) sono formazioni di fanteria leggiera, e cioè con buona capacità di fuoco per la lotta ravvicinata, massima capacità di azione per l'urto e la mischia. Ciò non implica né rigide precisazioni né limitazioni nel modo d'impiego dei battaglioni di camicie nere, potendo i comandanti delle grandi unità dell'esercito, alle cui dipendenze quegli organismi tattici si troveranno, usarli come le circostanze saranno per richiedere. In pace l'addestramento dei battaglioni di camicie nere spetta ai comandi di divisione dell'esercito. I battaglioni CC. NN. sono costituiti con uomini che, in caso di guerra, sarebbero richiamati alle armi.
Milizia coloniale. - Nel settembre 1923 - al momento degli incidenti italo-greci e dell'occupazione di Corfù - non ritenendosi opportuno inviare in Tripolitania reparti dell'esercito regolare, mentre occorreva procedere contro tribù ribelli, furono costituiti in via provvisoria reparti di milizia per presidiare località costiere e interne di quella colonia. Al termine della ferma assunta dai militi, e in considerazione della loro buona prova anche in combattimento, furono costituite (maggio 1924) due legioni libiche permanenti alle dipendenze del governatore della Libia. Per gli ufficiali delle legioni libiche è tassativamente prescritto ch'essi assumano il grado corrispondente a quello rivestito nell'esercito; il servizio da essi prestato nelle legioni libiche è equiparato, a tutti gli effetti, a quello prestato nell'esercito. I militi coloniali sono stati impiegati con ottimo rendimento anche in lavori di fortificazione e stradali.
Milizia forestale. - Il regime fascista, perfezionata la legislazione preesistente in materia di boschi e di terreni montani, volle assicurare allo stato un organismo vitale che garantisse la pratica attuazione della nuova politica forestale e istituì con decreto-legge 16 maggio 1926 la milizia forestale che disimpegna le seguenti funzioni: difesa del patrimonio boschivo nazionale; amministrazione del patrimonio boschivo dello stato per il conseguimento delle finalità dell'ente Azienda di stato per le foreste demaniali; gestione tecnica e amministrativa dei parchi nazionali (del Gran Paradiso, d'Abruzzo e del Circeo); tutela economica dei cospicui beni silvo-pastorali dei comuni e degli altri enti morali; sistemazione idraulica forestale agraria dei bacini montani dei corsi d'acqua determinanti pubblico danno; rimboschimenti aventi un fine idrogeologico e altre opere montane comprese nei piani dei lavori per la bonifica integrale; miglioramento dei pascoli montani, anche ai fini dell'agricoltura; determinazione dei boschi e degli altri terreni da conservarsi soggetti, o da assoggettarsi, alle limitazioni di godimento imposte a tutela del pubblico interesse; progressivo miglioramento ed espansione della selvicoltura, anche sotto forma di propaganda e di assistenza degl'interessati; servizio della mobilitazione forestale; sorveglianza sulla caccia; vigilanza sulla pesca; custodia dei regi tratturi e delle trazzere; concorso nei servizî di pubblica sicurezza e di polizia militare. La milizia forestale fa parte delle forze armate dello stato, dipende dal Ministero dell'agricoltura e foreste per il servizio d'istituto e le pratiche amministrative dal Comando generale della milizia per le questioni disciplinari. È ordinata su 9 legioni (più due coorti autonome per la Sardegna e per la Sicilia) dipendenti dal comando della milizia forestale di Roma. Dal detto comando dipendono altresì: una scuola di perfezionamento per ufficiali e una di allievi ufficiali (Firenze), una scuola allievi sottufficiali (Vallombrosa) e una scuola allievi militi (Cittaducale). Rientrano nel quadro della milizia forestale anche militi ausiliarî, come i guardia-boschi e le guardie campestri. La milizia forestale ha anche distaccamenti nelle colonie. Per l'opera svolta in concreto dalla milizia forestale nei primi anni della sua esistenza, v. rimboschimento; bonifica (App.).
Milizia stradale. - Dopo avere istituito nel marzo 1928 l'Azienda autonoma statale della strada, il Capo del governo volle dotarla d'un organo efficace di continua vigilanza, per difendere la rete stradale dai danneggiamenti, assicurare la normalità del traffico, segnalare i guasti, eseguire le opere di manutenzione; e quest'organo fu la milizia stradale, che ebbe vita dal r. decr. 26 novembre 1928. L'istituzione fa parte delle forze armate dello stato. I suoi membri esercitano - nell'ambito del loro servizio specifico - funzioni di pubblica sicurezza e assumono qualità di ufficiali e agenti di polizia giudiziaria. La milizia stradale è comandata da un console. Per l'attività esplicata dalla milizia stradale, v. strada.
Milizia confinaria. - Sono reparti speciali, formati dalle legioni ordinarie aventi giurisdizione nelle regioni di confine, terrestri o marittime. Suo eompito precipuo è d'impedire il transito clandestino ai confini in collaborazione con i carabinieri e le guardie di finanza.
Milizia ferroviaria. - Istituita con decreto-legge 30 ottobre 1924. È una specialità della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale e ha compito di tutela degl'interessi dell'erario nell'ambito dei servizî ferroviarî e di vigilare sulla disciplina del traffico. La sua attività si esplica in gran parte nel servizio di guardianaggio e nei controlli sull'applicazione delle tariffe. Fa parte delle forze armate dello stato e il suo personale permanente esercita funzioni di pubblica sicurezza e assume qualità di agenti di polizia giudiziaria. La milizia ferroviaria è ordinata in 14 legioni (corrispondenti ai compartimenti e delegazioni ferroviarie) cui presiede un comando di gruppo di legioni. Ogni legione costituisce un numero variabile (da 3 a 8) di comandi permanenti di stazione della Milizia volontaria. Gli ufficiali e i militi della milizia ferroviaria sono tratti eslusivamente dai funzionarî e agenti delle Ferrovie dello stato, fatta eceezione per gli ufficiali addetti al comando di gruppo di legioni, ehe possono essere tratti dai quadri della milizia ordinaria. Questa milizia dipende per la parte tecnica del servizio dal Ministero delle comunicazioni e per la parte disciplinare dal Comando generale della milizia.
Milizia postelegrafonica. - Istituita con decreto-legge 16 luglio 1925. Ha nel campo del servizio postelegrafonico compiti analoghi a quelli che ha la milizia ferroviaria nel campo delle comunicazioni ferroviarie. E costituita su reparti autonomi di forza variabile (centurie manipoli) in numero uguale a quello dei capiluoghi di provincia. Ciascun reparto ha una frazione della forza in servizio continuativo e il rimanente in congedo. Tutta la milizia postelegrafonica è agli ordini del comandante del gruppo legioni ferroviarie.
Milizia portuaria. - Istituita con decreto-legge 14 giugno 1925. Esplica il suo servizio nei porti e lungo la costa con militi a terra o imbarcati. È costituita su 3 legioni (Genova, Napoli, Trieste), ciascuna delle quali fornisce distaccamenti in numero vario. I militi portuarî fanno servizio di pattuglia lungo le calate, vigilano l'intero traffico viaggiatori e merci, concorrono alle indagini per la prevenzione e repressione dei reati comuni e di quelli politici, alla lotta contro l'emigrazione clandestina, alla vigilanza sulla pesca, ecc.
Milizia universitaria. - Sorta nel 1929 allo scopo di formare i futuri gerarchi secondo la formula mussoliniana del "libro e moschetto"; recluta i suoi elementi fra la popolazione studentesea iscritta alle università del regno. Possono esservi ammessi anche gli studenti di scuole medie superiori che risiedano in località universitarie e abbiano compiuto 18 anni. È ordinata in reparti istituiti nelle sedi universitarie (legioni o coorti e centurie autonome, secondo l'importanza) dipendenti dai comandi di gruppo della milizia ordinaria. I comandanti di raggruppamento della milizia ordinaria hanno l'alta sorveglianza sul funzionamento, inquadramento e addestramento dei reparti universitarî esistenti nella rispettiva giurisdizione territoriale. Ciascuna legione, coorte o centuria autonoma ha un carico di armamento, vestiario ed equipaggiamento. Presso la milizia universitaria si svolgono corsi di allievi ufficiali di complemento per l'esercito, il che consente di conciliare la preparazione militare con la continuità degli studî.
Bibl.: V. Verné, M. V. S. N., ecc., Napoli 1932.