MEISS, Millard
Storico dell'arte statunitense, nato a Cincinnati (Ohio) il 25 marzo 1904, morto a Princeton (New Jersey) il 12 giugno 1975. Dopo aver studiato architettura all'università di Princeton e lavorato in questo campo per breve tempo a New York, intraprese gli studi di storia dell'arte presso la Harvard University a Cambridge (Mass.) e presso la New York University a New York, dove fu allievo di R. Offner e conseguì il Ph. D. con una dissertazione su Francesco Traini e gli affreschi del Camposanto di Pisa, i cui risultati furono pubblicati nel 1933 nell'articolo The problem of Francesco Traini, in The Art Bulletin (rist., con saggi aggiuntivi, in Francesco Traini, a cura di H. B. J. Maginnis, 1983). Insegnò alla New York University (1931-33) e alla Columbia University di New York (1934-53); fu poi professore e sovrintendente (curator of paintings) al Fogg Art Museum della Harvard University (1954-58) e infine successe a E. Panofsky come professore di Storia dell'arte presso l'Institute for Advanced Studies di Princeton (1958-74). Membro di molte accademie e società (American Academy of Arts and Sciences; American Philosophical Society; Medieval Academy of America; British Academy; Accademia Nazionale dei Lincei, ecc.), fu fra l'altro direttore di The Art Bulletin e influente membro del CIHA (Comité International d'Histoire de l'Art) che diresse negli anni 1964-68. In Italia gli furono tributati importanti riconoscimenti per la sua attività volta al recupero e alla salvaguardia delle opere d'arte italiane sia dopo la fine della seconda guerra mondiale, sia in occasione della catastrofica alluvione a Firenze nel novembre 1966.
Al centro degli interessi di M. fu l'arte italiana del Trecento e del Quattrocento, considerata nei suoi caratteri specifici e nelle sue molteplici interrelazioni con l'arte europea del Nord, specialmente dei Paesi Bassi e della Francia. M. fu fortemente influenzato, da una parte, dalla connoisseurship di Offner e, dall'altra, dalle ricerche iconografico-iconologiche di Panofsky.
Questa sua formazione emerge chiaramente nell'importante studio, frutto di una lunga gestazione, Painting in Florence and Siena after the Black Death: the arts, religion and society in the mid-fourteenth century (1951; trad. it., 1982): il netto cambiamento di stile, che si verificò nella pittura toscana nel terzo quarto del 14° secolo, è affrontato da M. con un'attenta e minuziosa analisi formale e con l'individuazione di nuovi tipi iconografici; le opere d'arte sono quindi inserite in un più vasto contesto socio-culturale, evidenziando correlazioni, parallelismi, analogie e sincronie tra forme artistiche e vari fenomeni sociali (dalle crisi economiche, dalle epidemie alla sensibilità religiosa, all'analisi della mentalità collettiva, agli orientamenti culturali). Negli studi Giotto and Assisi (1960) e The painting of the Life of St Francis in Assisi (scritto insieme con L. Tentori, 1962), la particolare attenzione dedicata anche agli aspetti tecnici della pittura murale ha portato a una nuova impostazione della questione della pittura di Assisi. I problemi inerenti alla salvaguardia delle opere d'arte, sorti in modo drammatico dopo l'alluvione del 1966 a Firenze e riproposti all'attenzione del pubblico più vasto con la mostra itinerante degli affreschi fiorentini staccati (tra il 1968 e il 1971), sono affrontati in The great age of fresco: discoveries, recoveries and survivals (1970).
I suoi interessi per la miniatura (Andrea Mantegna as illuminator, 1960; Illuminated manuscripts of the Divine Comedy, 1969, scritto in collaborazione con P. Brieger e Ch. S. Singleton) e in particolare per quella franco-fiamminga hanno trovato la più compiuta formulazione nell'opera monumentale French painting in the time of Jean de Berry, divisa in tre parti (The late 14th century and the patronage of the Duke, 1967; The Boucicault master, 1968; The Limbourgs and their contemporaries, 1974): riallacciandosi al grande studio di Panofsky sulla pittura fiamminga, M. mette in risalto l'importanza della miniatura franco-fiamminga in quel percorso dell'arte europea che dalle innovazioni spaziali toscane del Trecento porta al nuovo naturalismo che si afferma nel Quattrocento nei Paesi Bassi.
La raccolta The painter's choice: problems in the interpretation of Renaissance art, pubblicata postuma (1976), ripropone importanti saggi e articoli, di carattere prevalentemente iconografico-interpretativo, tra i quali spiccano Light as form and symbol in some fifteenth-century paintings (1945) e Sleep in Venice: ancient myths and Renaissance proclivities (1966).
Bibl.: Millard Meiss: bibliography as of August 1976, in Studies in Late Medieval and Renaissance painting in honor of Millard Meiss, a cura di I. Lavin e J. Plummer, i, New York 1977, pp. xiii-xx; B. Toscano, Saggio introduttivo, in Pittura a Firenze e Siena dopo la morte nera, trad. it., Torino 1982, pp. xvii-liv. Necrologi: Millard Meiss, 1904-1975: memorial service, Princeton University Chapel, Princeton (N. J.) 1975; H. B. J. Maginnis, in Burlington magazine, cxvii, 869 (1975), pp. 544-47; U. Procacci, in Prospettiva, 2 (1975), pp. 53-54; necr. non firmato in Revue de l'art, 28 (1975), pp. 86-87; R. J. Brentano, E. Kitzinger, R. Krautheimer, in Speculum, 51 (1976), pp. 575-77.