Millenarismo
Attesa del Regno di Dio su questa Terra
In diversi momenti della storia alcuni gruppi cristiani hanno ritenuto che dopo la seconda venuta di Cristo e prima della fine del mondo avrebbe dovuto sorgere su questa terra un regno millenario, ossia un periodo di pace e di prosperità materiale della durata di mille anni. Questa idea è oggi propagandata dai testimoni di Geova e dagli avventisti, mentre le principali Chiese cristiane interpretano il millennio in senso spirituale
Nei momenti di crisi diviene più forte la convinzione che questo mondo, con il suo carico di violenze e di ingiustizie, dovrà finire, e che grazie all’intervento divino subentrerà un nuovo mondo di pace, in cui potranno finalmente venire soddisfatte le aspirazioni dell’uomo alla felicità. Gli Ebrei attendevano la venuta del Messia, inteso come un leader religioso ma anche politico, che avrebbe liberato il popolo d’Israele dalla dominazione straniera e inaugurato un’epoca di pace, di prosperità e di armonia tra i popoli e tra l’uomo e la natura, in cui «il lupo dimorerà insieme con l’agnello» (Isaia 11,6).
Il libro dell’Apocalisse preannuncia profeticamente la seconda venuta di Cristo, svelando il senso finale della storia umana: il termine greco apocàlipsys significa infatti «rivelazione, manifestazione». Ma nei primi secoli alcuni gruppi cristiani, pur ritenendo che il vero Messia fosse già comparso nella storia con la nascita di Gesù, avvertivano fortemente, come gli Ebrei, l’esigenza di una liberazione non solo dal peccato e dalla morte eterna, ma anche dalla miseria e dall’oppressione. Perciò, interpretando in modo letterale un passo dell’Apocalisse (20,4: «essi ripresero vita e regnarono con Cristo per mille anni»), pensavano che al suo ritorno Gesù avrebbe creato «nuovi cieli e una terra nuova» (seconda lettera di Pietro, 3,13), e inaugurato sulla Terra un regno millenario, caratterizzato da una grande abbondanza di frutti e dall’assenza di malattie e povertà. Questa interpretazione, in parte condivisa da s. Ireneo di Lione, venne decisamente rifiutata dai più autorevoli pensatori cristiani, che interpretarono in senso esclusivamente spirituale il millennio dell’Apocalisse.
Verso la fine del primo millennio si diffuse in alcuni ambienti l’idea che il mondo stesse per finire, ma dopo il Mille prevalse un atteggiamento di fiducia nei confronti del futuro. Il monaco Gioacchino da Fiore diffuse l’idea di un’età nuova, l’età dello Spirito Santo, che sarebbe stata caratterizzata da un grande rinnovamento spirituale. Tuttavia alcuni movimenti ereticali (eresia), come quello di fra Dolcino, riproposero, in polemica con la Chiesa istituzionale, un’interpretazione letterale del millennio: in questa nuova era, considerata imminente, un papa angelico o un imperatore santo avrebbe spazzato via la gerarchia corrotta e ristabilito sulla Terra la giustizia, innalzando i poveri e calpestando i ricchi.
Anche nella Germania del 16° secolo Thomas Müntzer e gli anabattisti (termine derivato dal greco anabaptìzo che significa «immergere di nuovo», quindi «ribattezzare») interpretarono in senso materiale il concetto di Regno di Dio, facendosi interpreti delle aspirazioni dei contadini a una maggiore giustizia sociale.
Nell’Ottocento l’ideale millenaristico ha ispirato il movimento religioso e sociale di Davide Lazzaretti, che raccolse un gruppo di seguaci presso il Monte Amiata, ponendosi in contrasto con lo Stato italiano e finendo ucciso in uno scontro con le forze dell’ordine.
Questo ideale caratterizza oggi, in forme non violente, soprattutto i testimoni di Geova, secondo i quali Dio stesso interverrà presto per stabilire la pace, la giustizia e la prosperità sulla Terra, garantendo ai loro seguaci una vita felice, in armonia con la natura, mentre gli altri uomini, troppo legati alla presente realtà terrena, non risorgeranno per vedere tale mondo nuovo.
L’attesa millenaristica ha assunto forme più estreme presso alcune sette, che si allontanano dal mondo sotto la guida di un leader al quale tutti obbediscono ciecamente, talora spingendosi sino al suicidio collettivo, che dovrebbe accelerare la venuta del Regno.
Al di là di questi eccessi, il millenarismo riflette in qualche modo l’aspirazione dell’uomo a una liberazione totale dalla sofferenza, rispondendo così, in forme che sono talora discutibili, a un’esigenza talvolta trascurata dalle Chiese ufficiali.