Uomo politico e scrittore iugoslavo (Nikšić 1911 - Belgrado 1995). Discendente da un'antica e influente famiglia montenegrina, aderì nel 1932 al Partito comunista, divenendone alla fine degli anni Trenta uno dei dirigenti. Tra i principali collaboratori di Tito durante la lotta di liberazione e nel dopoguerra, contribuì alla rottura con l'URSS nel 1948. Vicepresidente della repubblica dal 1953, nel 1954 fu destituito da tutte le cariche ed espulso dal partito a causa delle posizioni fortemente critiche da lui espresse nei confronti dell'esperienza di edificazione del socialismo in Iugoslavia. Imprigionato dal 1956 al 1961 e dal 1962 al 1966, con le sue opere, pubblicate in occidente, The new class (1957; trad. it. 1957) e Conversations with Stalin (1962; trad. it. 1962) svolse una critica radicale del sistema politico e sociale dei paesi dell'Europa orientale. Amnistiato nel 1966, continuò a risiedere in Iugoslavia pubblicando negli anni successivi The imperfect society: beyond the new class (1969; trad. it. 1969), una biografia di Tito (Tito, 1980; trad. it. 1980) e varî scritti di carattere autobiografico (tra i quali Memoir of a revolutionary, 1973; Vlast "Potere", 1983; trad. it. Se la memoria non m'inganna ... Ricordi di un uomo scomodo 1943-1962, 1987). Fu riabilitato nel 1989.