MACCARI, Mino
Incisore e scrittore, nato a Siena il 24 novembre 1898. Laureato in legge, cominciò a disegnare dopo la prima Guerra mondiale. Nel 1924 fondò Il Selvagqio - che si pubblicò fino al 1943 - giornale cui faceva capo il movimento di "Strapaese", che si opponeva polemicamente, in nome della difesa della cultura e del costume nazionale, contro l'europeismo moderno. Dal 1940 insegna all'Accademia di belle arti di Roma.
La sua attività di poeta (Trastullo di Strapaese, Firenze 1928) e di scrittore è intimamente legata alla sua attività grafica e pittorica (disegni; incisioni in rame, in legno, in linoleum [29 incisioni a linoleum, Bologna 1929]; pitture ad acquarello, ad olio, ecc.), volta a una satira pungente e, in fondo, bonaria, di costumi sociali, in un linguaggio rapido e immediato di gusto espressionistico, che desume i suoi elementi da varie fonti (illustrazioni popolari, disegni di Grosz, Chagall, ecc.) e arriva, nelle opere più recenti, superando lo spunto polemico occasionale, a fissarsi in immagini di poesia.
Bibl.: R. Longhi, in Arcobaleno, nov.-dic. 1938; id., pref. al Catalogo della mostra alla "Saletta", Modena 1948; G. Marchiori, in Emporium, XLV (1939), p. 102 segg.; A. Galvano, ibidem, XLV (1939), p. 161 segg.; R. Guttuso, in Primato, 15 agosto 1940; Album di M. M., Roma 1943; G. C. Argan, in Nuova Europa, 3 marzo 1946; C. Brandi, in L'Immagine, I (1947), p. 136 segg.