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Mino Mocato

di Fabrizio Beggiato - Enciclopedia Dantesca (1970)
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Mino Mocato

Fabrizio Beggiato

Rimatore senese (sec. XIII), da identificarsi, assai probabilmente, con Bartolomeo Mocati del quale il codice Vaticano 3793 ci conserva una canzone, tramandata anche dal Palatino 418 ma incompleta e attribuita a un " Monaco da Siena ". Viene citato in VE I XIII 1 (insieme con Guittone, Bonagiunta da Lucca, Gallo pisano, Brunetto Latini) fra i poeti toscani che, nelle loro rime, fecero uso di un volgare municipale e non curiale in quanto troppo vicino alla parlata popolare delle rispettive città. Che questa definizione non potesse essere giustificata se non attraverso un esame approfondito appare dalla stessa espressione di D. (quorum dicta, si rimari vacaverit, non curialia sed municipalia tantum invenientur) il quale avrà forse notato in M. un eccessivo uso di provenzalismi (la canzone di M. rimastaci è in parte ripresa da Raimbaut de Vaqueiras) e avrà inteso affermare che tali rime sono da considerarsi municipali anche perché non meritano una fama tale da varcare i confini della città in cui sono sorte.

Tre documenti conservano il nome di Bartolomeo Mocati: nel primo, del 1254, è un " dominus Bartolomeo Machata " (leggi Mocata) teste in un atto; nel secondo è indicato un " Mocata domini Bartholommei " quale consorte in uno strumento senese del 1280; nel terzo, infine, del 1284, si parla di un " Bartolomeo Mocate " nipote di Messer Bartolomeo, multato perché sorpreso in giro di notte dopo l'ora consentita. Probabilmente i tre documenti parlano di tre persone diverse: cioè, rispettivamente, nonno, padre e nipote appartenenti alla famiglia senese Mocati che, come sembra, non ebbe altri rami e alla quale dovette appartenere il rimatore citato da Dante. Quanto al nome che compare nel De vulg. Eloq. si è pensato che la grafia Minum possa essere dovuta a corruzione della fonte dantesca: da Meum, diminutivo di Bartolomeum, si sarebbe passati alla trascrizione Mium ‛ corretta ' poi in Mïum = Minum. Il rimatore è stato identificato dal Torraca (B.M. da Siena, in " Rass. Critica Lett. Ital. " X [1905] 115, poi in Studi di storia letteraria, Firenze 1923, 44-45) col " dominus Bartolomeo Machata " del primo documento; in seguito il Massera (in " Giorn. stor. " LXXV [1920] 210-211) pensò al nipote di Messer Bartolomeo, multato nel 1284; il Buzzelli, infine (B.M. da Siena, in " Cultura Neolatina " XII [1952] 243 ss.), notando che il M. citato da D. doveva essere più o meno contemporaneo degli altri poeti nominati nello stesso luogo del De vulg. Eloq., propose l'identificazione del rimatore col teste nominato nel documento del 1254. Bartolomeo Mocati sarebbe, quindi, nato intorno al 1220, nel 1254 aveva l'età per testimoniare in un atto pubblico, nel 1267 poteva essere mandato ambasciatore a Grosseto (cfr. F. Tozzi, Antichi scrittori senesi, Siena 1913, 83), avere un figlio nominato nel documento del 1280 e, nel 1284, poteva venir riconosciuto come suo nipote il Bartolomeo Mocati multato dal comune di Siena.

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  • Mocato, Mino
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    Rimatore senese (sec. 13º), ricordato da Dante nel De vulgari eloquentia (I, 13) fra i poeti toscani che fecero uso del volgare "municipale". È probabilmente da identificarsi con il Bartolomeo Mocati (il dantesco Minum potrebbe essere una cattiva lettura di un originario Meum, ipocoristico di Bartolomeum) ...
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