minzolinizzazione
s. f. La progressiva assimilazione dell’informazione alle pratiche e ai criteri giornalistici di Augusto Minzolini.
• [Antonio] Di Pietro non fa sconti, parla di «disobbedienza civile», annuncia che i suoi «leggeranno i testi in aula così i giornalisti non dovranno più riferire gli ascolti, ma i resoconti parlamentari». E [Pancho] Pardi chiarisce: «Non permetteremo mai la minzolinizzazione del giornalismo italiano». (L[iana] Mi[lella], Repubblica, 22 aprile 2010, p. 8, Politica) • Proprio perché è in difficoltà, [Silvio] Berlusconi punterà sulla televisione. L’allontanamento di [Roberto] Saviano e [Michele] Santoro dalla Rai è un segnale: per quanto diversi, entrambi sconfinavano dal Five Million Club ed erano fenomeni di massa. La minzolinizzazione del Tg1 è un altro indicatore. Venti milioni di italiani ‒ quattro elettori su dieci ‒ guardano ancora i telegiornali della sera, «che restano il principale mezzo di orientamento del voto per il 76% dei meno istruiti, per il 79% dei pensionati e per il 74% delle casalinghe» (Censis, 2009). Accade anche altrove. (Beppe Severgnini, Corriere della sera, 6 ottobre 2011, p. 43, Lettere al Corriere) • Negli ultimi anni la nostra tv pubblica è riuscita a varare un’offerta digitale, con i nuovi canali tematici e specializzati, che non ha eguali in Europa. Tutto criticabile, ovviamente. Dall’informazione (la minzolinizzazione del Tg1) all’approfondimento [...] alla cultura sempre cenerentola e a uno sport spesso con commenti da bar (dello sport, ovviamente). (Paolo Conti, Corriere della sera, 1° febbraio 2012, p. 42, Idee & opinioni).
- Derivato dal nome proprio (Augusto) Minzolini con l’aggiunta del suffisso -izzazione.