MIOCARDITE (XXIII, p. 412)
Mentre si continua ad usare il termine miocardite per definire i processi di alterazione del muscolo cardiaco, per lo più acuti, meno frequentemente cronici, consistenti in fenomeni infiammatorî e dipendenti da azione microbica o tossinica o da virus (come nel corso delle malattie infettive acute e particolarmente del reumatismo), si tende oggi a non più adoperare il termine stesso per i processi dovuti a cause vascolari. Così, quel frequente quadro anatomico consistente nella formazione di piccoli focolai necrotici disseminati e nella successiva sostituzione di questi con piccole cicatrici connettivali, che dipende da lenta sclerosi, da restringimento progressivo e da occlusione dei piccoli rami delle arterie coronarie, e al quale si deve una delle più frequenti sindromi cliniche di cronica affezione cardiaca, con ingrandimento del cuore, segni di scompenso e frequente fibrillazione auricolare, va inteso oggi piuttosto col nome di "sclerosi miocardica" o meglio di "cardiopatia arteriosclerotica", anziché con quello, meno esatto, un tempo molto in uso, di "miocardite cronica". Recentemente si sono messi in luce alcuni casi particolari di miocardite acuta primitiva isolata (fra cui la "miocardite di Fiedler") dipendente forse da virus, nei quali l'affezione cardiaca decorre in modo primitivo e solitario, in soggetti giovani, spesso rapidamente verso l'esito fatale.