MIRA (τὰ Μύρα)
Antica città della Licia su un'altura in riva al Myros (Dembre Çay) di fronte alle ultime pendici dell'Alagia-Dağ. Sorta forse in immediata vicinanza del mare, già ai principî dell'impero ne era distante venti stadî, e si serviva come porto del luogo ora detto Andriaki, dove esistono grandiose rovine di magazzini per cereali fatti costruire da Adriano. Come quasi tutti i luoghi dell'Asia Minore dove non fu in prevalenza l'elemento greco, Mira non ha storia per il periodo precedente l'impero. In età cristiana fu resa illustre dalla vita e dai prodigi del suo vescovo Nicola, uno dei firmatarî del concilio di Nicea. Teodosio II elevò Mira a metropoli di tutta la Licia. La città ebbe a soffrire durante le guerre di Hārūn ar-Rashīd contro l'imperatore Niceforo al principio del sec. IX, e per ripetute scorrerie di pirati saraceni e forse anche occidentali. Marinai pugliesi asportarono nel sec. XI il corpo di S. Nicola. Caduta sotto il dominio dei Turchi Selgiuchidi, la città come tutta la regione finì nella miseria e nello spopolamento.
Presso il misero villaggio turco di Dembre esistono notevoli resti dell'antica città, ricche tombe rupestri con fronte architettonica del consueto tipo licio riproducenti strutture lignee, resti di un grandioso teatro e di altri edifici classici in parte ancora in piedi, sebbene, come appare da evidenti segni, assai provati da violenti terremoti, un certo numero di chiese, tra le quali quella di Alagia Kilise dedicata all'Arcangelo Gabriele e consacrata nel sec. IX, e quella di Dere Ahsü, di pianta basilicale a tre navate con nartece e con due cappelle ottagonali ai lati. La chiesa di S. Nicola, mezzo diruta e in parte sotterrata, era prima della guerra mondiale servita da un molto misero monastero ortodosso, essendo sempre andati a vuoto i propositi di restauri progettati dalla Russia.
Bibl.: Ch. Texier, Description de l'Asie Mineure, Parigi 1861; C. Fellows, Discoveries in Lycia, Londra 1841, p. 196; O. Benndorf, G. Niemann, E. Petersen e F. Luschan, Reisen in südwestlichen Kleinasien, II, Vienna 1889, p. 28; Rott, Kleinasiatische Denkmäler, Lipsia 1908, pp. 300, 314; O. Wulff, Die Koimesiskirche in Nicäa... nebst den verwandten kirchlichen Baudenkmälern, Strasburgo 1903, p. 66 seg.; W. Ruge, in Pauly-Wissowa, Real-Encyclopädie, XVI, col. 1083 e seguenti.