MIRABETTO
Emiro arabo, noto anche con il nome di Benaveth (o Ibn ῾Abbād), fu il qāḍī, in arabo 'comandante', della roccaforte di Jato (odierna S. Giuseppe Jato), una delle ultime sedi ‒ insieme ad Agrigento, Entella e Val di Mazara ‒ della resistenza saracena all'occupazione sveva della Sicilia. La cittadina, nell'estate del 1222, fu sottoposta a un durissimo assedio da parte di Federico II. L'emiro, considerata l'inutilità di una difesa a oltranza, si risolse alla resa, non prima di aver raccomandato se stesso e i suoi figli alla clemenza del vincitore. Tuttavia, come racconta la cronaca araba Ta'rīkh al-Manṣūrī, M., entrato nella tenda imperiale e inginocchiatosi in segno di riverenza, fu colpito da Federico con un violentissimo calcio con lo sperone che gli procurò uno squarcio nel fianco. L'imperatore lo tenne ancora prigioniero per sette giorni e poi lo fece impiccare come ribelle insieme ai figli.