miracoloso (miraculoso)
Nelle tre sole occorrenze, del terzo trattato del Convivio, l'aggettivo si trova sempre al femminile, riferito due volte, nella grafia latineggiante, alla gentile donna della canzone, e ha sempre lo stesso valore di " che è effetto di un miracolo ", accezione ben specificata nel complesso dei contesti, nonché dai versi della canzone iniziale del trattato che qui vengono di volta in volta dichiarati.
L'esempio di VII 12 del quale pensiero [d'amore] si procede in ferma oppinione che questa sia miraculosa donna di vertude fa riferimento ai vv. 37 (In lei discende la virtù divina) e 41-42 (Quivi dov'ella parla si dichina / un spirito da ciel); in VII 16 e questa donna sia una cosa visibilmente miraculosa, de la quale li occhi de li uomini cotidianamente possono esperienza avere, viene ribadito quanto enunciato poco prima nello stesso paragrafo, che i miracoli sono principalissimo fondamento de la fede nostra: la donna allegorica della canzone è un miracolo visibile, però fu tal da etterno ordinata (v. 54).
In VIII 20 viene definita miracolosa cosa il risultato che la bellezza della Donna gentile produce in coloro che la mirano, cioè l'annientamento dei vizi innati; tale effetto portentoso è opera divina, dato che costei pensò chi mosse l'universo (v. 72).