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Mirra

di Giorgio Padoan - Enciclopedia Dantesca (1970)
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Mirra

Giorgio Padoan

Personaggio della mitologia classica. Figlia di Cinira, re di Cipro, e di Cencreide.

M., innamoratasi follemente del padre, dopo aver inutilmente combattuto contro l'incestuosa passione tentando anche il suicidio, fu confortata dalla vecchia nutrice a ottenere con l'inganno l'amplesso paterno. Approfittando del fatto che per le feste di Cerere la madre si sarebbe astenuta dal letto coniugale per nove giorni, per mezzo della nutrice fece credere a Cinira che una bellissima giovane innamoratasi di lui fosse disposta a concederglisi, purché ciò avvenisse segretamente e senza essere da lui conosciuta. Cinira, riscaldato dal vino, accettò: e M., travestita e fingendosi altra fanciulla, giacque con lui (onde nacque poi Adone). Questo per alcune notti; infine Cinira, curioso di conoscere le fattezze dell'amante, scoprì la verità, e M. per sfuggire all'ira del padre deciso a ucciderla riparò in Arabia: dove gli dei, accogliendo la sua preghiera, la trasformarono nella pianta omonima stillante gocce di resina, le lacrime appunto di M. (la mirra - divenuta nel linguaggio liturgico esempio canonico di cosa preziosa essendo tra i doni recati a Gesù dai Magi: cfr. Matt. 2, 11 - veniva mescolata al vino o adoperata per usi medicinali o anche bruciata come odorifero: come sorta d'incenso è ricordata in If XXIV 111).

D. conobbe il mito soprattutto dalle Metamorfosi ovidiane (X 298-502); ed è notevole che accolga questo, come altri miti analoghi, senza soffermarsi su presunte significanze allegoriche (invece particolarmente care a chiosatori e mitografi: ad esempio, Fulgenzio spiega che l'albero mirra ama il sole padre di tutte le cose, ecc.), e li reciti anzi come fatti storici, quasi il racconto ovidiano fosse narrazione poetica di fatti realmente accaduti, cui solo mancava la vera interpretazione in senso cristiano, come per le leggende dell'antica Roma narrate da Livio (cfr. appunto Mn II IV e passim).

Le cosiddette Chiose selmiane all'Inferno affermano, trattando della metamorfosi di M.: " E anche nota che questa fu permissione di Dio, in però che volse che in perpetuo fosse memoria di sì grande scelleraggine e laida e disonesta lussuria, sì come essere inamorata figliuola di padre, e per che. E però tu lettore che leggi non ti paia questa opera incredibile, né non te ne maravigliare, in però che si legge. Di vero si truova che, quando Iddio padre vuole e permette, esso ha fatto e fa di sì grandi cose come sieno queste, e mostrossi quando, lo comandamento disubidito, que' due che si volsero indietro, quando uscirono di Soddoma e Gomora, diventaro due statue o di sale o di marmo, e anche si dice che vi sono ".

Nell'Inferno (XXX 38) M., bollata - unica fra tutti i dannati - dall'aggettivo scellerata (cfr. Met. X 314-315) a sottolineare la sua violazione delle leggi umane e divine poiché volle essere al padre, fuor del dritto amore, amica, è punita non tra i lussuriosi - come pure ci si sarebbe attesi; ma cfr. vv. 311-312 " Ipse negat nocuisse tibi sua tela Cupido, / Myrrha, facesque suas a crimine vindicat isto " - bensì tra i falsificatori della persona in quanto trasse fraudolentemente in inganno il padre falsificando sé in altrui forma: quasi la fantasia del poeta fosse rimasta colpita più da questa colpa che dalla tragica passione di M. (la quale, d'altra parte, non è tra i traditori in Cocito in quanto il suo propriamente fu inganno, non tradimento). Come Gianni Schicchi, altro falsificatore della persona, M. è dannata a correre per la decima bolgia dell'ottavo cerchio, di quel modo / che 'l porco quando del porcil si schiude, addentando rabbiosamente gli altri dannati (la descrizione della ferina rabbia di quelle due ombre smorte e nude è introdotta da esempi di furiosa follia tratti anch'essi dalle Metamorfosi ovidiane). In Ep VII 24, nell'additare a Enrico VII Firenze come la causa della ribellione e di ogni male, D. denuncia la propria città come una nuova M.: haec Myrrha scelestis et impia in Cinyrae patris amplexus exaestuans: dove l'accento batte sulla scellerataggine ed empietà (cfr. Met. X 366) dell'incesto desiderato con rabbiosa follia, ma in primo piano è pur sempre l'inganno fraudolentemente perpetrato ai danni del padre (anche se qui il contesto lascia intravvedere l'estensione dall'inganno al vero e proprio tradimento).

Vedi anche
Domenico Alaleóna Alaleóna, Domenico. - Musicista (Montegiorgio 1881 - ivi 1928). Titolare (dal 1916) della cattedra di estetica e storia della musica al conservatorio di S. Cecilia a Roma. Noto specialmente per l'opera Mirra (rappr. Roma 1920), per numerose liriche, per il volume Studi sulla storia dell'oratorio musicale ... Vittorio Alfièri Alfièri, Vittorio. - Poeta (Asti 16 genn. 1749 - Firenze 8 0tt. 1803). Scrittore di alti ideali, ha precorso le istanze politiche e morali del Risorgimento. Autore di numerose raccolte di versi (Rime, 1804) e di un'autobiografia (Vita), dal 1776 al 1786 compose diciannove tragedie in endecasillabi sciolti, ... Luca Roncóni Roncóni, Luca. - Regista e attore italiano (Susa, Tunisia, 1933 - Milano 2015). Indefesso allestitore di spettacoli prestigiosi, ha diretto il Teatro stabile di Torino (1988-93), il Teatro stabile di Roma (1994-98) e, dal 1999 al 2004, è stato direttore artistico del Piccolo Teatro di Milano. Nelle sue ... Firenze Comune della Toscana (102,4 km2 con 364.710 ab. nel 2008), capoluogo di provincia e della regione, situato a un’altezza media di 50 m s.l.m., all’estremità sud-orientale di un bacino intermontano, percorso dall’Arno, nel quale sorgono altre due importanti città: Prato e Pistoia. Il fiume, che divide ...
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Altri risultati per Mirra
  • mirra
    Enciclopedia on line
    Gommoresina (gomma di m.) che si può estrarre dal tronco e dai rami di diverse piante del genere Commiphora; si scioglie parzialmente in acqua, alcol ed etere. In commercio si distinguono le due varietà m. eletta (o m. in lacrime) sotto forma di grani tondeggianti, a frattura lucida, di odore aromatico ...
  • mirra
    Dizionario di Medicina (2010)
    Resina gommosa (propr. gomma di m.) che si estrae dal tronco e dai rami di diverse piante del genere Commiphora, originarie del’Africa centro-settentrionale e del Medio Oriente. Il contenuto di gomma nella m. arriva a circa il 60%; il restante è costituito principalmente da un’oleoresina (detta resinoide ...
  • MIRRA
    Enciclopedia Italiana (1934)
    Fabrizio Cortesi . Gommoresina prodotta dalla corteccia di diverse specie del genere Commiphora (v.), alberi della famiglia Burseracee che crescono in Arabia, Nubia, Abissinia, Egitto. In commercio si distingue la mirra eletta in grani o lacrime e in pezzi irregolari di varia grossezza, rossastri o ...
Vocabolario
mirra
mirra s. f. [dal lat. myrrha, gr. μύρρα]. – 1. Gommoresina che si ricava dalla scorza del tronco e dei rami di diverse piante del genere commifora, messa in commercio in due varietà (m. eletta, o m. in lacrime, in grani tondeggianti, e...
mirrare
mirrare v. tr. [der. di mirra], ant. – Onorare con mirra: i Deci e ’ Fabi Ebber la fama che volontier mirro (Dante); al verbo, usato soltanto da Dante (Par. VI, 48) sono stati attribuiti dai commentatori anche altri sign., tra cui quello...
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