MIRRA
. Gommoresina prodotta dalla corteccia di diverse specie del genere Commiphora (v.), alberi della famiglia Burseracee che crescono in Arabia, Nubia, Abissinia, Egitto.
In commercio si distingue la mirra eletta in grani o lacrime e in pezzi irregolari di varia grossezza, rossastri o rossobruni, screpolati, translucidi, fragili, di sapore amarognolo e d'odore aromatico e la mirra in sorte fatta di masse conglomerate brune, opache miste a pezzetti di corteccia e a varie impurità. Consta di gomma (40-60%), resina (27,50-50%), sostanza amara e olio etereo (2,5-10%). L'olio di mirra era molto usato dagli antichi come profumo e i Greci lo chiamavano στάκτη.
La mirra era molto usata dagli antichi Egiziani per l'imbalsamazione e per scopi medicinali contro il morso dei serpenti e degli scorpioni, tanto che facevano speciali spedizioni al Punt (Capo Guardafui) per procurarsela. È contenuta in canali resiniferi che si trovano nella corteccia della pianta.
Secondo Deflers e G. Schweifurth la vera mirra è prodotta dalla Commiphora abyssinica Engl.: altri autori ritengono che anche le C. Schimperi Engl. e C. myrrha Engl. forniscano tale gommaresina mentre la C. Playfairii Engl. produce il molmol e la C. opobalsamum Engl. il balsamo della Mecca.
La Farmacopea italiana (5ª ed.) registra le due qualità di mirra e ne prescrive la tintura.