mischiare
Ricorre nel senso di " fondere " elementi diversi o analoghi, sì da farne un tutto inscindibile, costruito con varie preposizioni (‛ a ', ‛ con ', ‛ di '): nella bolgia dei ladri, l'uomo e il serpente s'appiccar, come di calda cera / fossero stati, e mischiar lor colore, / né l'un né l'altro già parea quel ch'era (If XXV 62); il sangue... / mischiato di lagrime... / da fastidiosi vermi era ricolto (III 68); 'l nostro immortale col mortale [l'anima con il corpo] è mischiato (Cv II VIII 15); Rime LXXXIII 84 [la leggiadria] s'ell'è in cavalier lodata, / sarà mischiata, / causata di più cose, " mista di più concetti primitivi " (Contini); quando casca / giù la gran luce [del sole] mischiata con quella / che raggia dietro a la celeste lasca, la costellazione dei Pesci (Pg XXXII 53); Cv IV IV 10 e, con costrutto pronominale, Pd IV 107 la forza al voler si mischia, " cioè si fa una cosa insieme " (Buti), " si confondono e uniscono nell'effetto, cioè nel peccato o reato commesso " (Mattalia).
In altri casi indica una fusione meno stretta, quindi piuttosto un'unione: Vn XVIII 5 sì come talora vedemo cadere l'acqua mischiata di bella neve, così mi parea udire le loro parole uscire mischiate di sospiri, e soprattutto If III 37, a proposito delle anime degl'ignavi che mischiate sono a quel cattivo coro / de li angeli, " frammiste ", ma rimanendo distinte le une dagli altri. Così, ancora come pronominale, per il giallo dei capelli che si mischia al verde della ghirlanda di cui la donna si è adornata (Rime CI 15).