MISERERE ("abbi compassione")
È la parola iniziale, nella volgata latina, del Salmo L (ebraico LI).
Nel titolo, sia del testo ebraico sia delle antiche versioni, il salmo è attribuito a David allorché il profeta Nathan si presentò a lui per rinfacciargli l'adulterio commesso con Bethsabea (v. david). In realtà il salmo è di tipo penitenziale: tuttavia il suo penultimo verso (20) contiene la preghiera che si ricostruiscano le mura di Gerusalemme, il che si riferisce certamente a un'epoca posteriore alla distruzione fattane nel 586 da Nabucodonosor, parecchi secoli dopo David. Perciò, mentre alcuni studiosi ritengono che i due ultimi versi siano stati aggiunti in detta epoca a una genuina composizione di David per adattarla alle nuove circostanze, altri suppongono che l'intero salmo sia stato composto allora e riferito vagamente alla penitenza di David rappresentante di quella di tutta la nazione.
Come salmo di penitenza, il Miserere è impiegato dalla liturgia cattolica in molte circostanze di dolore pubblico o privato, specialmente in quaresima e nella settimana santa, negli uffici funebri, nelle manifestazioni di penitenza, ecc.
Il suo larghissimo impiego liturgico fece sì che il salmo venisse musicato molte volte, specialmente per gli "uffici delle tenebre" della settimana santa, celebrati con particolare solennità nelle grandi basiliche di Roma.
Tra gli esempî più celebri restano quelli di C. Festa (1517) al cui modello (i versetti vi sono distribuiti tra due cori, l'uno a 5 voci, l'altro a 4) s'informano quasi tutti i posteriori, di G. Allegri, G. Baini; notevoli peraltro sono anche quelli di Iosquin des Prés (a svolgimento integrale), del Palestrina, e - in un genere concertante poco atto alla liturgia - di G. B. Lulli e di M.-R. de La Lande.