MISSILE
(App. III, II, p. 132; IV, II, p. 484)
Missili militari. − Il m. costituisce l'arma più precisa fra tutte quelle sin qui costruite. Negli ultimi anni tale precisione è aumentata al punto da consentire, per certe applicazioni (controcarro, contraerei, anti-m.), la rinuncia alla carica esplosiva: sono nati così i m. a energia cinetica. Lo statunitense Hypervelocity missile pesa 32 kg, acquista una velocità di 1800 m/s dopo i primi 300 m di volo e un'energia cinetica di 16 Megajoule sufficiente a distruggere il bersaglio senza carica esplosiva. Anche il nuovo sistema d'intercettazione dei m. balistici attualmente in studio (1993) presso la Lockheed prevede un m. con l'ogiva piena, che dovrebbe ottenere il suo effetto distruttivo solo in virtù dell'energia cinetica, centrando ad altissima velocità il m. avversario nonostante esso offra una sezione frontale molto ridotta.
Questa maggiore precisione delle armi guidate ha cambiato e sta tuttora cambiando le tecniche belliche, sia nel campo strategico che in quello tattico. In campo strategico il bombardamento terroristico, che ha avuto la sua massima applicazione nella seconda guerra mondiale, e una valenza soltanto teorica durante il cosiddetto ''equilibrio del terrore'' tra le superpotenze USA e URSS fino agli anni Ottanta, si avvia a essere un'opzione per paesi sottosviluppati, come ha dimostrato il lancio dei m. iracheni contro l'Arabia Saudita e Israele durante la Guerra del Golfo (v., in questa Appendice). In campo tattico sono completamente superate le massicce preparazioni di artiglieria (che nella prima guerra mondiale duravano una settimana) e in parte anche le azioni combinate aerei-artiglieria con bombardamenti a tappeto. Le armi guidate permettono interventi mirati, eseguiti con una precisione che è stata correttamente definita ''chirurgica''. Secondo la definizione accettata all'inizio degli anni Novanta, sono considerati tattici i m. con gittata fino a 1000 km, di teatro quelli con gittate fra i 1000 e i 5500 km, strategici quelli con gittate superiori.
Missili strategici. − I m. balistici intercontinentali hanno continuato a progredire in precisione grazie al miglioramento dei sistemi di guida lungo l'arco della traiettoria e nella parte terminale. La precisione di un m. a lunga portata è espressa, per convenzione, dal valore del CEP (Circle of Equal Probabilities), cioè dalla misura del raggio del cerchio che ha per centro il bersaglio e nel quale cade la metà delle testate, oppure, ciò che è lo stesso, quello nel quale un m. lanciato su quell'obiettivo ha il 50% di probabilità di cadere.
Una misura del progresso nella precisione dei m. balistici si può avere confrontando il CEP del Titan ii (1963), che è di 1300 m, con quello del Minuteman iii (1969), che è di 120 m, con quello del Peacekeeper (1983), che è di soli 90 m, mentre quello del ''piccolo'' SICBM (Small Intercontinental Ballistic Missile), soprannominato Midgetman (nanerottolo), è definito ''inferiore'' ai 90 m. Ricordiamo che i m. balistici ICBM (Intercontinental Ballistic Missile) sono muniti di testate nucleari che hanno un ampio raggio di distruzione, e quando il raggio di errore, cioè il CEP, è minore del raggio di distruzione, ulteriori aumenti della precisione non portano ad aumenti del potere distruttivo.
Un CEP di 90 m dovrebbe consentire alle testate nucleari la distruzione dei silos nei quali sono racchiusi i m. dell'avversario. Partendo da questa considerazione, sia gli Stati Uniti sia l'URSS, finché si è espressa come nazione unica, hanno pensato di rendere mobili i loro m. terrestri, sia su binari ferroviari sotterranei come nel caso del Peacekeeper, sia su veicoli stradali come per lo SICBM e i similari m. dell'ex URSS. Comunque la mutata situazione internazionale e in particolare la diminuzione della minaccia sovietica e i migliorati rapporti fra gli Occidentali e i Russi, insieme all'insorgere di una minaccia non ben definita ma potenzialmente onnipresente, hanno sottratto validità all'equilibrio del terrore, e forse anche alle relative armi come i m. balistici intercontinentali e quelli lanciati dai sommergibili (SLBM, Submarine Launched Ballistic Missile).
Grande importanza ha avuto l'affermazione dei m. da crociera (cruise). Si tratta di aeroplani senza pilota, la cui concezione deriva dalle V1 tedesche, ma molto più efficaci di queste, grazie alla disponibilità di motori turbofan piccoli e di alto rendimento, di elettronica microminiaturizzata per il sistema di autoguida e di esplosivi, nucleari o convenzionali, di alto potere distruttivo. Possono essere lanciati da terra, da navi, da sommergibili e da aerei; il primo impiego di queste armi è avvenuto nella Guerra del Golfo (1991) e i risultati conseguiti hanno confermato pienamente le caratteristiche di precisione: dopo un percorso di 1200 km, i m. colpivano gli obiettivi con una precisione pari a un CEP non superiore a 10 m.
La loro efficacia dipende dai seguenti fattori: bassa quota di avvicinamento, scarsa rilevabilità sia dal radar sia dai mezzi elettro-ottici, e possibilità di rotte multiple. Il sistema di guida poggia sul principio del riconoscimento del profilo altimetrico o di un'immagine del terreno; sia il profilo che l'immagine sono conservati nella memoria del missile. Nel sistema DSMAC (Digital Scene Matching Area Correlation) si confrontano l'immagine dell'obiettivo e della zona circostante conservata nella memoria e quella effettivamente rilevata da una telecamera posta sul m., in modo che questo possa ''riconoscere'' il bersaglio e dirigersi su di esso. Dopo la Guerra del Golfo, i m. Tomahawk (dal nome di un'ascia di guerra indiana) sono stati dotati di ricevitori per utilizzare i satelliti del sistema GPS (Global Positioning System) che può essere impiegato in sostituzione del sistema TERCOM (TERrain COntour Matching) o in addizione a esso. È stato inoltre aggiunto un sistema di controllo del momento d'arrivo, che permette di coordinare l'azione dei m. cruise con quella delle altre armi. Le prime prove di questi sistemi sono state effettuate nel settembre 1992. Nella Guerra del Golfo i m. cruise di tipo Tomahawk sono stati impiegati soprattutto contro posizioni protette, dove gli aerei pilotati avrebbero rischiato troppo; in tutto ne sono stati lanciati 291, di cui 12 da sottomarini, e di essi l'85% sono andati a bersaglio.
I m. da crociera non sono monopolio degli USA; l'ex Unione Sovietica ne è ampiamente provvista e altri stati potranno venirne in possesso presto, sviluppando propri sistemi missilistici, come, per es., l'italo-francese Otomat. Cina, Francia, Giappone, Gran Bretagna, Israele, Italia, ῾Irāq, Svezia e Taiwan, oltre a Stati Uniti e Russia, sono in grado di sviluppare in tempi relativamente brevi m. cruise.
Missili a media e lunga gittata. − In questo settore bisognerà accennare ai m. sovietici chiamati nel codice NATO Scud, non perché siano una novità, ma perché sono stati impiegati durante la Guerra del Golfo dagli Iracheni, che ne hanno elaborato anche due versioni a più lunga gittata: l'al-Ḥusayn (testata di 400 kg, portata 650 km) e l'al-῾Abbās, che riducendo il peso dell'esplosivo poteva arrivare a 900 km. Lanciati da rampe mobili, questi ''rozzi'' m. (CEP di circa 1000 m) hanno costituito una seria minaccia per la coalizione anti-irachena.
La gamma dei m. a traiettoria balistica è molto vasta e le gittate vanno dagli 11.000 km degli ICBM ai 130 km del Lance statunitense. Quelli a minore gittata integrano l'artiglieria pesante, la cui presenza sul campo di battaglia è considerevolmente ridotta. Il fatto che molti paesi siano muniti o possano facilmente munirsi dei m. balistici e di quelli da crociera costituisce una preoccupazione costante per le potenze occidentali, per Israele e anche per i territori dell'ex URSS.
L'equilibrio detto ''del terrore'' era fondato, com'è noto, sul fatto che ciascuna delle due superpotenze possedeva una cospicua quantità di testate nucleari, divise fra aerei da bombardamento, m. lanciabili da sottomarini immersi e m. balistici intercontinentali (la cosiddetta ''Triade''). In queste condizioni anche il più distruttivo degli attacchi lanciato da una superpotenza contro l'altra non avrebbe inferto danni tali da evitare una risposta tanto devastante da rendere inutile qualsiasi vittoria. Oltre a questo equilibrio, salvaguardava la pace il senso di responsabilità che negli anni era andato maturando in entrambe le superpotenze ed è stato fattore non ultimo della progressiva distensione. Purtroppo questo fattore non è presente in molti piccoli stati, e nemmeno la potenza di ritorsione delle due superpotenze messe assieme potrebbe costituire un deterrente valido contro dittatori dissennati e violenti. È stata quindi ravvisata la necessità di dare impulso a più moderne ed efficaci difese antimissile, fondate su sensori posti a terra ma soprattutto in aria e nello spazio, e su armi capaci d'intercettare e distruggere i m. balistici o cruise prima che raggiungano il territorio amico, perché distruggere queste armi nel proprio cielo non salverebbe da gravissimi danni ove le testate dei m. fossero chimiche, atomiche o biologiche.
Sistemi antimissile. − Una sorpresa della Guerra del Golfo è stata l'efficacia dei m. statunitensi Patriot contro i missili Scud; dotato di un radar con grande settore verticale a rapidissima scansione elettronica, il sistema missilistico Patriot può avvistare i m. avversari a grande distanza. Calcolati fulmineamente i dati di tiro, il sistema fa partire i suoi m., che viaggiano a velocità prossime a Mach 4; il radar continua a guidare lungo la traiettoria i m. Patriot. A questi m. si aggiungerà un nuovo intercettore, il m. che, almeno per ora, viene denominato Thaad (Theater High Altitude Area Defense); l'intercettazione dovrebbe avvenire a 90 km d'altezza e a 200 km di distanza dalla zona da difendere, evitando così la caduta di parti del m. su di essa. L'allarme sarà dato da un nuovo radar di base a terra.Missili tattici. − I maggiori progressi negli ultimi quindici anni si sono però registrati nei m. tattici. Tre sono gli elementi fondamentali della catena operativa: un sensore che individua e localizza l'obiettivo sfruttandone una caratteristica, per es. l'emissione di raggi infrarossi; un elaboratore che calcola la traiettoria e le correzioni da impartire al m.; un sistema di pilotaggio automatico che, comandato dall'elaboratore, apporta materialmente le correzioni di rotta guidando il m. a bersaglio. I progressi dell'elettronica e dell'informatica hanno permesso la nascita di nuove generazioni di m. tattici, la cui precisione, impensabile fino a qualche anno fa, ha cambiato la natura stessa delle operazioni militari. I m. tattici vengono impiegati dalle truppe terrestri contro i corazzati e gli aerei, dagli aerei contro obiettivi terrestri, navali e aerei, dalle navi contro altre navi e contro gli aerei.
Missili antinave. − L'efficacia dei m. antinave, allora nota solo agli specialisti e ignorata dagli altri, compresi molti ufficiali delle varie forze navali, fu messa in evidenza nel 1967, durante la guerra arabo-israeliana detta ''dei sei giorni'', quando un m. Styx di fabbricazione sovietica, lanciato da una motocannoniera egiziana, affondò il cacciatorpediniere israeliano Eliat. Una conferma si ebbe il 4 maggio 1982, quando un m. Exocet di fabbricazione francese, lanciato da un Super Etendard dell'aviazione argentina, colpì il modernissimo incrociatore britannico Sheffield danneggiandolo in modo irreparabile.
I m. antinave hanno sostituito quasi completamente le artiglierie di bordo relegando il siluro al ruolo di arma dei sommergibili e contro i sommergibili. Possono essere lanciati da terra, dove hanno sostituito le artiglierie costiere, oppure dalle navi, dagli aeroplani e dagli elicotteri. Tutte le unità di superficie sono munite di m. antinave, a cominciare dagli aliscafi che hanno sostituito completamente i MAS; per citare la Marina militare italiana, quelli della classe Sparviero hanno i m. Otomat. Vi sono varie specie di m. antinave, diversi fra loro per gittata e modo di guida; i più moderni sono muniti di un radioaltimetro che comanda le superfici di governo e mantiene il m. a pelo d'acqua per tutta la parte finale della traiettoria (fig. 1). In questo modo il m. è più difficile da individuare e colpisce lo scafo in una parte molto vulnerabile, poco al di sopra della linea di galleggiamento. L'AM 39 Exocet, con 50 km di gittata, ha una guida inerziale che lo porta fino a breve distanza dal bersaglio, quando entra in funzione un radar attivo (cioè trasmettitore e ricevitore) situato nell'ogiva del missile. Un interessante sviluppo dell'Exocet è l'SM 39, m. antinave che può essere lanciato da un sottomarino immerso grazie a una capsula ermetica, detta VSM (Vehicle Sous Marine), delle dimensioni di un siluro, dotata di propulsione autonoma e capace di emergere dall'acqua nell'assetto voluto. Anche la McDonnel Douglas (USA) ha sviluppato una versione del m. Harpoon lanciabile da sottomarini immersi.
Un m. impiegabile contro obiettivi navali e terrestri è l'Otomat, progettato e prodotto in collaborazione dall'Oto Melara Italiana e dalla Matra francese; è stato adottato da 11 marine fra cui quella italiana, e la sua portata può arrivare a 160 km.
Anche i Russi hanno ottimi m. antinave. Alla mostra aeronautica di Mosca del 1992 ne è stato presentato uno denominato ASM-MSS. La portata di quest'arma è di 150 km, che diventano 250 se essa compie una prima parte del volo ad alta quota prima di scendere a pelo d'acqua per la parte finale dell'attacco. Ad alta quota la velocità è Mach 2,1. Il m., che pesa 4500 kg e ha una testa di guerra di 325 kg, è propulso da un sistema misto razzi-statoreattore e può essere portato da un aereo Sukhoi Su-27K. Sarà supersonico anche il successore franco-tedesco dell'Exocet, l'ANS (Anti-Navire Supersonique), se e quando verrà realizzato; avrà una gittata di 180 km. Presso molte marine sono in corso esperimenti con m. antinave e contraerei lanciati verticalmente; questo tipo di lancio presenta il vantaggio che il peso dei m. resta situato nella parte bassa della nave, e questo giova alla stabilità. Nell'applicazione contraerea, tuttavia, si crea una zona d'ombra (dove i m. non possono colpire) nelle vicinanze della nave. A questo proposito occorre dire che, per tutte queste armi caratterizzate da altissimo contenuto tecnologico in rapida evoluzione, sono molti più gli studi che le realizzazioni. Mentre sono in corso lo sviluppo di qualche prototipo o i lanci sperimentali, capita spesso che arrivino indicazioni diverse dai laboratori scientifici e dai campi di battaglia.
Missili aria-superficie. − Rispetto al siluro e alla bomba di un tempo, il m. offre all'aeroplano un cospicuo margine di sopravvivenza (fig. 2). Oltre all'impiego antinave, sopra descritto, si possono attaccare dall'alto i più diversi obiettivi terrestri: uno di questi, nel quadro dell'appoggio tattico, è costituito dai corazzati, obiettivi di limitate dimensioni, fortemente protetti e in grado di scatenare una tremenda reazione di fuoco. La precisione del tiro e il suo effetto distruttivo vengono messi a dura prova in questo tipo d'intervento, per il quale nella Guerra del Golfo sono stati impiegati soprattutto gli elicotteri.
Una categoria di m. che ha fruito di grandi perfezionamenti è quella dei m. antiradar, di cui c'è oggi una grande varietà: citeremo il francese Armat, i russi AS-9, AS-11, AS-12, Kh-31P, il britannico Alarm (Air-Launched Anti Radar Missile), lo statunitense Harm (High-speed Anti Radar Missile). Tutti questi m. hanno un sensore che raccoglie le emissioni dei radar avversari e guida l'arma verso la sorgente di queste emissioni, cioè contro il radar. I m. Harm sono stati impiegati su vasta scala durante la Guerra del Golfo. La loro alta velocità permette di colpire il radar prima che esso sospenda le emissioni. L'Alarm ha un'altra possibilità: se il radar cui era diretto cessa improvvisamente le emissioni, il m. sale a 12.000 m d'altezza, apre il paracadute e comincia a scendere lentamente, scandagliando il terreno sottostante con i suoi sensori: non appena un radar comincia a trasmettere, l'Alarm abbandona il paracadute e si lancia contro di esso. Un tipo particolare di m. impiegato contro bersagli terrestri lancia sub-munizioni: esempio notevole è l'Assault Breaker (''rompi-assalto''), un sistema d'arma che comprende la scoperta e la localizzazione dei corazzati nemici, nonché l'offensiva portata contro di essi dalle submunizioni; queste sono provviste di un sensore a infrarossi e si dirigono automaticamente contro la parte superiore dei corazzati.
La precisione degli SLAM (Standoff Land Attack Missile), prodotti dalla McDonnell Douglas come derivati dallo Harpoon, è documentata da un episodio della Guerra del Golfo: il 21 gennaio 1991 due aerei partirono della portaerei statunitense Kennedy in navigazione nel Mar Rosso; uno di essi, un A-6E Intruder, lanciava in sequenza due m. SLAM e subito dopo tornava sulla portaerei, mentre l'altro, un A-7E Corsair, seguiva la corsa dei missili. Questi avevano sull'ogiva una telecamera all'infrarosso che trasmetteva su uno schermo posto nel caccia Corsair. Il pilota poteva in tal modo dirigere il m. sull'obiettivo (una centrale termoelettrica che gli statunitensi volevano mettere fuori uso causando il minimo di perdite umane): il primo m. esplose contro la parete della centrale creandovi un'apertura attraverso la quale il pilota del Corsair fece passare il secondo m., che entrò nella centrale, neutralizzandola.
Nella Guerra del Golfo, grande efficacia contro i carri armati hanno dimostrato i m. lanciati dagli elicotteri, in particolare gli elicotteri Apache AH-64 muniti di m. Hellfire che hanno distrutto un numero notevolissimo di corazzati iracheni. Questo m. appartiene alla categoria fire-and-forget (''lancia e dimentica'') perché, una volta lanciato, l'equipaggio dell'elicottero non ha bisogno di seguire otticamente il m. fino alla fine della traiettoria. Lo Hellfire può avere tre diversi sistemi di guida terminale: radar millimetrico attivo, testa cercante all'infrarosso, laser semiattivo. In quest'ultimo caso il m. si dirige automaticamente su un raggio laser codificato riflesso dal bersaglio; l'illuminazione laser del bersaglio può esser fatta da un osservatore avanzato a terra (fig. 3) o da un veicolo aereo. Il sistema può essere impiegato anche per guidare bombe o proiettili di artiglieria autopropulsi. La grande efficacia dimostrata dai m. controcarro lanciati da terra o dal cielo (da aerei o da elicotteri) ha fatto sorgere seri dubbi intorno alla reale efficacia e al ruolo dei mezzi corazzati.
Missili controcarro e contraerei. − I m. controcarro classici, come il TOW (Tube-launched Optically-tracked Wire-guided), vengono guidati dal puntatore che mantiene l'incrocio dei fili del suo cannocchiale puntato sul bersaglio; i m. seguono una traiettoria tesa, quasi rettilinea. Una novità importante si annuncia per i m. guidati per mezzo di comandi inviati su fibre ottiche e capaci di seguire traiettorie curve. Questi m. vengono indicati con la sigla NLOS (Non-Line Of Sight) perché non seguono la linea di mira ma possono avere percorsi molto vari, a partire dal lancio stesso che può avvenire verticalmente o, comunque, con angoli di elevazione assai rilevanti. Il vantaggio dei m. a fibre ottiche (FOG, Fiber Optic Guided) su quelli filoguidati consiste nel minor peso e ingombro delle fibre ottiche rispetto al filo metallico, nell'insensibilità della fibra ottica rispetto a qualunque tipo d'interferenza e nell'ampia banda disponibile che permette la trasmissione del segnale televisivo.
In questa direzione si sono messi sia gli Stati Uniti che gli stati europei, e questi ultimi sono più avanti; infatti alla mostra dei mezzi bellici tenutasi all'aeroporto parigino di Le Bourget nel 1992 è stato presentato il m. franco-tedesco Polyphème, guidato a fibre ottiche, 30 km di portata, impiegabile contro carri, aerei, elicotteri e obiettivi terrestri particolarmente consistenti (tipo bunker) e anche contro obiettivi navali come arma di difesa costiera o di bordo. Il Polyphème ha una telecamera installata nell'ogiva, le cui riprese vengono trasmesse su un teleschermo posto davanti a chi è incaricato di guidare il m. e montato su un ricevitore TV delle dimensioni di un piccolo calcolatore portatile; esso è dotato di una tastiera e, accanto, di un minuscolo comando a cloche, col quale è possibile guidare il m. fino a centrare il bersaglio; i segnali di guida viaggiano sulle fibre ottiche in senso inverso a quello dei segnali TV. Gli studi e gli esperimenti su questo tipo di m. hanno avuto inizio verso la metà degli anni Settanta.
Il settore dei m. controcarro è sempre in rapida evoluzione. Il progresso si nota soprattutto nelle capacità perforanti, che mirano a superare le efficienti blindature dei corazzati moderni. Il Milan sta per essere sostituito da un nuovo m. europeo, il Trigat, sviluppato congiuntamente da Francia, Germania, Gran Bretagna, e che avrà due versioni: una a media portata (2000 m), d'impiego terrestre, in sostituzione del Milan, e l'altra per l'elicottero franco-tedesco Tiger. Un nuovo tipo di radar a laser (Ladar, da laser radar) sviluppato negli USA permette ora di distinguere fra carri amici e nemici; il Ladar inoltre è meno vulnerabile del radar alle ECM (Electronic Countermeasures).
Come risulta da questa panoramica non c'è distinzione netta fra m. controcarro e m. contraerei, in quanto molti di questi tipi possono essere rivolti contro entrambi i bersagli. Ancora più numerosi sono i m. dedicati all'impiego contraereo, che è stato ed è la maggiore preoccupazione dei pianificatori della difesa dal 1945 in poi. La seconda guerra mondiale ha visto una schiacciante superiorità del mezzo aereo nei confronti delle armi terrestri che avrebbero dovuto proteggere le truppe al fronte, le città, le vie di comunicazione e le industrie. I bombardieri, malgrado le limitazioni di quota imposte dai motori a pistoni, volavano a quote difficilmente raggiungibili dalle artiglierie, mentre i caccia-bombardieri risultavano troppo rapidi per consentire ai cannoni un puntamento corretto. La difesa aerea rimase affidata prevalentemente alla caccia. Il radar nacque in Inghilterra nella ricerca di un mezzo efficace per opporsi all'offesa aerea, che aveva privato il Regno Unito del vantaggio dell'insularità; venne impiegato per avvistare gli incursori a distanza, dar tempo agli aerei da caccia di levarsi in volo, e guidarli poi contro gli obiettivi.
Alla fine della seconda guerra mondiale si realizzarono contemporaneamente le prime centrali di tiro asservite ai radar per le artiglierie contraeree, e i primi studi sui missili. Subito ci si accorse che i m. potevano colpire gli aerei, anche quelli a getto, a qualsiasi quota operativa, e che la possibilità di guidarli consentiva una precisione di gran lunga superiore a quella delle artiglierie. Tanto che il governo britannico nel 1957 emanò una White paper in cui si consigliava l'abolizione graduale dell'aviazione destinata alla difesa aerea del Regno Unito, essendo questo compito devoluto esclusivamente ai missili.
Successivamente si è però riconosciuto che gli aerei da caccia, muniti di m. aria-aria, hanno ancora una parte importantissima nella difesa aerea. Oggi il m. aria-aria è l'arma più importante dell'aereo da caccia; il suo impiego esige radar di bordo molto progrediti, capaci di seguire molti bersagli contemporaneamente. Essendo la portata dei radar e dei m. molto superiore a quella visiva, il problema dell'identificazione ''amico-nemico'' è molto delicato e ancora non completamente risolto. In tempo di pace, in caso di sconfinamento di aereo straniero, è prescritta l'identificazione a vista dell'aereo incursore prima di passare all'uso delle armi.
I primi m. contraerei erano prevalentemente a guida semiattiva. Questo sistema prevede un radar che ''illumina'' il bersaglio, cioè dirige il suo fascio contro di esso, mentre il m., che è dotato di solo ricevitore radar, capta il raggio riflesso dal bersaglio e si dirige su di esso. Il sistema, impiegato anche sul m. multiruolo Selenia Aspide, presenta due inconvenienti: è molto vulnerabile alle contromisure elettroniche (ECM) e permette un solo ingaggio alla volta degli obiettivi. Con il progresso dell'elettronica, quando è stato possibile realizzare radar piccoli e compatti a onde millimetriche, i m. sono stati muniti di un radar attivo vero e proprio, vale a dire capace di trasmettere il suo fascio di onde e di captarne la riflessione. In questo modo, una volta che i m. sono stati lanciati in direzione del bersaglio, si può lasciar fare al radar e ''dimenticarseli''; donde la dizione di m. fire-and-forget. Di questo tipo è il m. statunitense AIM-120 illustrato in fig. 4.
Un altro sistema di guida terminale che si è venuto affermando è stato quello a raggi infrarossi (IR) ideato negli Stati Uniti per i m. aria-aria e impiegato su tutte le serie dei Sidewinder. È noto che ogni corpo caldo emette raggi infrarossi; ponendo nell'ogiva di un m. un sensore di infrarossi e collegandolo ai congegni di guida in modo che il m. abbia costantemente un orientamento tale da rendere massimo il segnale IR ricevuto, si ottiene come risultato che il m. si dirigerà verso la sorgente IR, e, anche se questa si muove, correggerà la sua rotta realizzando un vero e proprio inseguimento. Visto che i carri armati, gli aeroplani e gli elicotteri emettono gran quantità di gas caldi, il sistema IR ha dimostrato l'efficacia prevista. Il 90% degli aerei statunitensi perduti nella Guerra del Golfo è stato abbattuto dai m. portatili a guida IR.
Questi m., quali gli Strela sovietici e simili, erano in realtà già in servizio in molte parti del mondo da più di vent'anni, ma la loro efficacia era stata sottovalutata. Pesano poco (9 kg lo Strela; 5,8 kg lo Stinger statunitense), sono di facile impiego e molto distruttivi, e possono esserne dotati anche i più piccoli reparti di fanteria. Un altro problema, legato alla loro facilità d'impiego, è il possibile uso da parte di irregolari e di terroristi (il 3 settembre 1992 un G222 dell'Aeronautica militare italiana veniva infatti abbattuto da un m. portatile nei pressi di Sarajevo mentre stava portando viveri e medicinali per la popolazione civile). A tal proposito sono stati sviluppati sistemi elettronici di allarme per avvertire gli equipaggi degli aerei minacciati da queste armi: il MAWS (Missile Approach Warning System) è stato provato nel 1992 su un C130 dell'aeronautica militare statunitense. La difesa contro tutti i m. dotati di un seeker per infrarossi consiste nel lancio di artifici che emettono questo tipo di radiazione e attirano a sé i m. sviandoli dal bersaglio, oppure nell'impiego di disturbatori che puntano sul m. e dirigono su di esso fasci concentrati di energia su tutta la banda di infrarossi in cui possono operare i seekers (DIRCM, Directed IR Counter Measures).
Lanciamissili. − Oggi si preferiscono rampe mobili, montate su semirimorchio, autotelaio, automezzo o TEL (Tractor Erector Launcher). I primi complessi del genere, destinati a impiego tattico, apparvero su mezzi cingolati negli anni Cinquanta; solo in un secondo tempo ci si orientò su telai ruotati.
Il nuovo sistema contraereo italo-francese SAMP/T ha 8 contenitori ed è montato su autotelaio 8 × 8, il che gli conferisce una elevata rapidità di intervento, a differenza del Patriot americano (30′ per la messa in btr.) e dello Spada italiano, più idonei alla difesa di punto. Analoghe sistemazioni sono utilizzate per gli ICBM russi (come l'SS-25 che si muove su automezzo 7 × 7 ed è in grado di mutare sito di lancio o di ricoverarsi rapidamente). Esiste, sempre in Russia, un ICBM (SS-24) su installazione ferroviaria. Per la difesa contro aerei a bassa quota e contro i carri, sono stati realizzati semoventi con tubi di lancio sotto corazza (v. anche artiglieria, in questa Appendice).
Missili vettori. - Premesso che è impossibile distinguere fra m. vettori civili e militari, poiché lo stesso m. può mettere in orbita tanto satelliti militari da osservazione quanto satelliti civili per telecomunicazioni, osservazioni meteorologiche e delle risorse terrestri, navigazione, ecc. (ma questi ultimi possono essere contemporaneamente militari e civili), c'è da rilevare nell'ultimo ventennio una crescente domanda del mercato per lanciatori di satelliti, specialmente per telecomunicazioni.
In questo campo gli Stati Uniti erano rimasti alquanto indietro avendo deciso di far lanciare quasi tutti i loro satelliti dalla navetta spaziale Shuttle. Il tragico incidente che causò la perdita del Challenger e del suo equipaggio nel gennaio 1986 ha provocato un lungo periodo d'arresto anche nell'attività di lancio dei satelliti. Oggi gli Stati Uniti hanno tre boosters (Titan, Atlas e Delta) e stanno sperimentando l'interessante DC-X (Delta Clipper-Experimental) della McDonnell Douglas, un m. vettore con otto motori a idrogeno e ossigeno liquidi, riuniti in un solo stadio, che forniscono una spinta complessiva di 54.000 libbre (circa 25.000 kg). La caratteristica più interessante del DC-X sta nel fatto che è riusabile.
Il successo più notevole nel campo dei m. vettori è però europeo: il m. Ariane, dopo le incertezze iniziali, sta totalizzando una serie elevatissima di lanci perfetti. Arianespace ha infatti in mano il 60% dei contratti civili. Ottimi risultati hanno raggiunto anche i Russi con la serie dei m. SL, i più potenti dei quali sono gli SL-14 ed SL-16; i m. Proton ed Energia sono attualmente ritenuti i migliori vettori del mondo, e gli Stati Uniti hanno considerato l'acquisto del motore RD-170, usato per i m. vettori Zenit ed Energia. Questo motore, che impiega come propellenti kerosene e ossigeno liquido, fornisce una spinta di 7000 t. Il concetto della navetta come vettore di satelliti ha suggerito ai Russi il progetto di un veicolo spaziale, denominato Norma, il cui costo operativo dovrebbe essere notevolmente inferiore a quello dello Shuttle statunitense: il peso al momento del distacco da terra dovrebbe essere uguale a quello della navetta statunitense, ma il carico messo in orbita dovrebbe essere doppio; il primo stadio sarà munito di ali ripiegabili che, una volta in orbita, verranno estratte per consentire un rientro a terra planato e l'atterraggio su una pista. Anche i Cinesi hanno prodotto m. vettori di sicuro affidamento e a costo ridotto con la serie dei Lunga Marcia; importanti i progressi ottenuti dai Giapponesi nel settore. Vedi tav. f.t.
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