MITANNI
. Mitanni o Mitani era il nome di un impero situato sulla sponda sinistra dell'Eufrate, a mezzogiorno del Tauro, comprendente la Mesopotamia settentrionale, e, nel periodo della massima sua espansione (sec. XV a. C.), anche la parte occidentale dell'Assiria. Mitanni sarà stata verosimilmente la capitale del regno, quantunque le fonti ora a nostra disposizione chiamino la città capitale Washshuggani, di situazione ancora incerta. Altre città importanti del paese erano Guẓana (ora Tell Ḥalaf presso Rēsh‛ainā), Ḥarrān e Tirqa. Mitanni era chiamato anche Khanigalbat. La massa della popolazione apparteneva alla stirpe dei Hurriti, i quali parlavano una propria lingua, della quale quella parlata dai Mitanni non è altro che un dialetto. I Hurriti abitavano nell'Armenia, nelle provincie orientali dell'impero dei Hittiti in Asia Minore, nella Mesopotamia settentrionale e, frammisti con altre popolazioni, in Assiria, in Babilonia, in Siria e in Palestina. I Hurriti, chiamati Horiti dall'Antico Testamento e detti Khōr dagli Egiziani, hanno sviluppato una loro propria civiltà, con una lingua peculiare, arte e religione proprie. Mitanni è dunque una parte del paese dei Hurriti. Il nome Hurri (Khurri) sarà stato forse quello di una città. Sembra che il centro dei Hurriti sia stata la città di Edessa, Ūrhōy in aramaico, Orroe ('Ορρόη) in greco. I Hurriti occupavano in tempi molto antichi anche tutta l'Assiria e il paese a levante. Il popolo assiro di lingua semitica è sorto dalla fusione dell'antica popolazione hurrita del paese con gl'invasori e conquistatori semitici. L'espansione dei Hurriti, e in particolare dei Mitanni, ci è attestata dai nomi di origine hurrita che ricorrono in documenti dei paesi summenzionati. Troviamo nomi mitannici attorno al 1400 a. C. circa in Siria e Palestina, già attorno al 2300 in Assiria e più tardi anche presso Kerkūk. Nella metà del terzo millennio principi dell'Eufrate superiore hanno nomi mitannici. Ricorrono tali nomi inoltre nelle tavolette di Drehem nella Babilonide meridionale presso Nippur, ancora in tavole di Dilbat al tempo della prima dinastia di Babele e nel periodo dei Cassiti. I Hurriti sono stati tra le popolazioni dell'Asia occidentale antica un fattore importante.
Il re più antico dei Mitanni che ora si conosca è Shaushatar. Egli sottomise l'Assiria e iniziò quella politica filoegiziana, che dovevano seguire anche i suoi successori per poter resistere alla pressione dei Hittiti e in parte anche degli Assiri. Uno dei suoi successori, Artatama I, diede sua figlia in moglie al re d'Egitto Tutmosi IV (1421-1413). Amenofi III d'Egitto sposò Gilukhepa, figlia del re Shutarna e più tardi ancora sposò Tadukhepa, figlia di Tushratta (1380-1355 circa), il quale fu l'ultimo grande principe di Hurri, ma perdette il territorio d'Ishuwa. Probabilmente in conseguenza di una congiura che portò il disordine nel paese di Mitanni, Ashshuruballiṭ d'Assiria e il re di Alshe occuparono la Mesopotamia sud-orientale. Ma Mattiwaza, figlio di Tushratta, scacciato da Artatama II indusse il re hittita Shuppiluliuma a intervenire in suo favore. Infatti egli prese in moglie una principessa hittita e divenne re del suo paese quale vassallo di Hatti. Il trattato di vassallaggio tra il re dei Hittiti e Mattiwaza di Mitanni si è conservato nell'archivio di Boğazköy. Poco tempo dopo, però, Adad-nirari I d'Assiria (1310-1281) conquistò le città principali del paese e con ciò il Mitanni passò all'Assiria.
Lingua. - Per la sua struttura, la lingua hurrita mitannica appartiene al gruppo caucasico.
È caratteristico di questa lingua di non possedere vere desinenze come si trovano nelle lingue indoeuropee o semitiche, ma soltanto elementi formativi, che modificano in parte il senso delle parole, sono molto mobili e indipendenti dalla parola cui sono suffissi o infissi. Un'altra caratteristica è che spesso tutte le parole appartenenti allo stesso complesso sintattico hanno gli stessi elementi formativi: il genitivo, p. es., ha oltre l'elemento genitivale, ancora quello del nome reggente. La scrittura cuneiforme in cui sono scritti i documenti in lingua mitannica non fa nessuna distinzione tra il suono duro e tenue delle consonanti. Può darsi che tale distinzione non fosse fatta neppure dalla parlata.
Il verbo consta di consonante, vocale e consonante, oppure di vocale e consonante. Esistono anche verbi composti. Nel sostantivo non si fa distinzione tra il singolare e il plurale; quest'ultimo è qualche volta indicato nella scrittura cuneiforme dal solito segno del plurale. Anche il verbo non fa distinzione alcuna tra i due numeri. Il mitannico ha tre tempi: presente, passato, futuro; ha tre modi: indicativo, condizionale, iterativo. Si distinguono forme speciali del verbo per l'incoativo, il perfetto, l'intensivo, il desiderativo, il potenziale. Si hanno due participî; presente e passato. Quanto ai nomi, le desinenze nominali finiscono quasi tutte con la vocale i. I casi del sostantivo mitannico sono il nominativo, l'accusativo, il genitivo (che è veramente un locativo), e il dativo. I pronomi possessivi stanno tra la radice e l'elemento flessionale. I pronomi personali indipendenti sono shu-sh, we-sh, sh; suena, anni, n "io, tu, egli; noi, voi, essi". Il mitannico è ricco di congiunzioni.
Il hurrito-mitannico non dimostra stretta affinità con le altre lingue note dell'Asia occidentale antica, neppure col hattico, che era parlato dalla popolazione prehittita dell'Asia Minore e da vasti strati della popolazione dell'impero dei Hittiti.
Tra i Mitanni si parlava però, quantunque soltanto da una piccola minoranza, ancora una lingua che è quasi identica al sanscrito. È probabile che questa fosse stata la lingua di una casta di guerrieri o mercenarî che diede al regno dei Mitanni la dinastia. I re dei Mitanni portano infatti nomi indiani. Nomi parimente indiani portano inoltre varî principi e re della Siria e della Palestina, come risulta dalle lettere di Tell el-‛Amārnah. In un trattato d'ippica sull'allevamento dei cavalli e sulle corse in carro, scritto in lingua hittita da un certo Kikkuli di Mitanni, ricorrono termini tecnici indiani. In un trattato tra Shuppiluliuma di Hatti e Mattiwaza di Mitanni in lingua hittita si fanno i nomi di dei indiani: Mitrashil, "gli dei Mitra", Arunashshil, "gli dei Aruna", Indara e Nashattiyanna, quali testi del giuramento. Gli dei invocati sono gli dei indiani Mitra, Varuṇa, Indra e Nasatya. Risulta da questi fatti che qualche strato della popolazione del regno dei Mitanni, con tutta probabilità la casa reale e la classe dominante, parlava l'indiano e adorava dei indiani; sarà stato dunque parte di una popolazione di origine indoeuropea.
Cultura. - I Hurriti-Mitanni avevano una religione affine alle altre dell'Asia occidentale di quel tempo. Il loro dio nazionale era Teshup, il dio della tempesta e della folgore. Khepa sembra essere il nome di sua moglie. La religione mitannica deve aver esercitato non piccola azione su quella dei Hittiti e degli abitanti della Siria settentrionale.
La letteratura in lingua hurrita deve essere stata vasta. Non ci sono state conservate però che poche tavolette nell'archivio a Boğazköy. Tra queste vi sono alcuni frammenti di una versione hurrita dell'epopea babilonese di Gilgamesh.
I Hurriti-Mitanni hanno sviluppato una propria arte, che, pure partecipando nelle sue linee fondamentali allo spirito artistico che ebbe origine tra i Sumeri e da questi si propagò in tutta l'Asia anteriore antica, ha forme sue particolari di espressione e risale forse fino al quarto millennio. Nei palazzi i Mitanni solevano rivestire di ortostati lo zoccolo esterno delle mura. Gli ortostati portavano bassorilievi che descrivevano la vita di corte, i sacrifici, le cerimonie religiose, i banchetti, la caccia e altri divertimenti del re. Bene sviluppata era inoltre la scultura a tutto tondo. L'arte mitannica è molto bene rappresentata dalle numerose sculture che si sono trovate nelle rovine della città di Guzana - questo era il nome della città nel periodo assiro - sul Tell Ḥalaf nella Mesopotamia settentrionale. L'arte mitannica ha avuto una vasta area di diffusione. La sua azione è stata forte in tutta la Siria settentrionale, nel paese dei Hittiti, anche nell'interno dell'Asia Minore, nonché in Assiria.
Bibl.: E. Meyer, Geschichte des Altertums, II, i, 2ª ed., Stoccarda e Berlino 1928, pp. 28-33, e passim; Cambridge Ancient History, II (1924), passim; H. Winckler, Vorderasien im 2. Jahrtausend, in Mitt. Vorder. Gesellschaft, XVIII (1913); A. Ungnad, Die ältesten Völkerwanderungen Vorderasiens, Breslavia 1923; F. Schachermeyr, Zur geographischen Lage von Mitanni und Hanigalbat, in Festchrift Lehmann-Haupt, 1921, p. 188 segg.; A. Ungnad, Hurri-land und Mitanni, in Zeitschrift f. Assyriologie, n. s., II (1925), p. 101 segg.; B. Hrozny, Die Länder Churri und Mitanni und die ältesten Inder, in Archiv orient., I (1929), pp. 91-10; E. Forrer, Die acht Sprachen der Boghāzköi-Inschriften, in Sitzungsber. der preuss. Akademie der Wiss., 1919, p. 1029 segg.; E. Speiser, Mesopotamian origins, the basic population of the Near East, Filadelfia 1930; sulla lingua mitannico-hurrita: L. Messerschmidt, Mitanni-Studien, in Mitt. Vorder. Gesell., IV (1899); F. Bork, Die Mitannisprache, in Mitt. Vorder. Ges., XIV (1909), pp. 1-2; Bleichsteiner, in Festschrift P. W. Schmidt, i segg.; sull'indiano parlato nel paese dei Mitanni: V. Pisani, La lingua dei Cossèi e dei Mitani, in Archivio glottologico italiano, XXI (1928), pp. 42-48; sul Tell Ḥalaf e la sua arte: M. von Oppenheim, Der Tell Halaf, Lipsia 1931.