MOAB e MOABITI (ebraico Mō'āb; stele di Mesa M'B; i Settanta Μωάβ e Μωαβῖτις; Volgata Moab)
Nome antico del territorio che si estende a oriente del Mar Morto, e del popolo che vi abitava; il cui capostipite secondo il racconto biblico nacque da un incesto di una figlia di Lot con suo padre, come avvenne per il capostipite degli Ammoniti (v.).
Mentre per quest'ultimo nome nel racconto biblico è data una etimologia che mira a spiegare il nome di Ammon, un'analoga etimologia non è data per il nome di Moab nel testo ebraico; ma si ritrova nel testo greco dei Settanta (probabilmente genuino), il quale aggiunge che la madre chiamò suo figlio "Moab, dicendo: Dal padre mio [l'ho avuto]" (Genesi, XIX, 37). L'espressione "dal padre mio" corrisponde all'ebraica me'abhī, la quale confrontata col nome Mō'āb appare come una di quelle etimologie popolari che non sono rare nella Bibbia. Altri hanno pensato a mē'abh, semen patris, ma certo con scarso fondamento. Per il valore simbolico attribuito a questa parentela, giacchè fra Moabiti ed Ebrei esisteva realmente una stretta affinità etnografica, v. ammoniti.
Il suddetto territorio di Moab era limitato a settentrione dal Wādi Hesbān, che sbocca nel Giordano poco a nord del Mar Morto, e a mezzogiorno dal Wādi el-Ḥesa che s'immette nel Mar Morto alla sua estremità inferiore. È un altipiano diviso quasi a metà dal fiume Arnon (Seil el-Mōǵib), che finisce egualmente nel Mar Morto; la metà meridionale è alquanto più elevata di quella settentrionale, e ambedue declinano scoscesamente a occidente nell'avvallatura del Mar Morto. Nella parte meridionale gli Ebrei s'istallarono assai scarsamente; in quella settentrionale furono più numerosi, ma ivi anche gli Ammoniti erano notevolmente rappresentati. Questa regione in genere è chiamata nella Bibbia "i campi di Moab", o anche semplicemente ham-mīshōr ("il livellato"); oggi invece la sua parte settentrionale è chiamata al-Balqā', e la meridionale al-Kerak dalla città omonima che ne è il principale centro abitato.
Che gli antichi Moabiti fossero etnograficamente assai affini agli Ebrei è dimostrato, oltreché dai varî nomi propri moabiti conservati nell'Antico Testamento, specialmente dal testo dell'iscrizione di Mesa, la cui lingua è vicinissima all'ebraico (v. mesa). Il dio principale dei Moabiti era Kemosh, noto anche dalla Bibbia; in suo onore si facevano stragi sacre (ḥerem) di nemici catturati (stele di Mesa, lin. 12, 17) e si sacrificavano anche in momenti critici i primogeniti di famiglie moabite (II [IV] Re, III, 27).
Dei Moabiti, nel periodo anteriore all'invasione israelita, abbiamo notizie incerte ed oscure. Da Deuteronomio, II, 10, appare che in tempi antichissimi dimorava nel territorio di Moab il popolo degli Emim (i "terribili"?) presentato come di statura gigantesca, in cui è probabilmente da scorgersi l'avanzo di qualche razza pre-semitica più tardi scomparsa.
Al tempo in cui gli Ebrei, risaliti dalla penisola del Sinai, costeggiavano a oriente il Mar Morto, i Moabiti già da tempo erano insediati nel loro territorio e non molto prima ne avevano perduto in guerra la parte settentrionale, dall'Arnon in su, conquistata da Sihon re degli Amorriti (Numeri, XXI, 26 segg.). Gli Ebrei, per la parentela che li legava con i Moabiti, evitarono nel loro passaggio di entrare in conflitto con essi (cfr. Giudici, XI, 15-18; Deuter., II, 9); tuttavia i Moabiti si allarmarono all'arrivo delle bande nomadi israelite, e per averne ragione ricorsero sia alla magia (v. balaam) sia alle seduzioni dei licenziosi culti di Beelfegor (v.; cfr. Numeri, XXV, 1 segg.).
Ai tempi dei Giudici (v.), Eglon re di Moab occupò nella Cisgiordania il territorio della tribù di Beniamino imponendo agli abitanti un grave tributo; ma fu ucciso a tradimento dal beniaminita Ehud (Aod), che guidò la sua tribù a una vittoriosa riscossa. Il libro di Rut, che ha per sfondo storico egualmente i tempi dei Giudici, presenta la sua protagonista, antenata di David, come una donna moabita (v. rut).
Durante la monarchia ebraica, le relazioni fra Moab e Israele furono abitualmente ostili nel campo ufficiale e diplomatico, sebbene nel campo privato e individuale si abbiano prove di rapporti amichevoli. Dal libro di Rut risulta che in tempo di carestia Ebrei isolati si ricoveravano in Moab, e da I Samuele (Re), XXII, 3 segg. che fecero altrettanto i parenti di David allorché Saul lo perseguitava, come pure in I Cron., XI, 46, è ricordato fra i più scelti guerrieri di David un Itma Moabita; d'altra parte sia Saul sia David furono in guerra con i Moabiti (I Sam. [Re], XIV, 47; II Sam.D VIII, 2), e da quest'ultima guerra in poi costoro furono tributarî dei parenti e finitimi Ebrei. A questo tributo si ribellarono subito dopo la morte di Achab re d'Israele (v. acabbo), il che provocò la spedizione dei due re di Israele e di Giuda contro Mesa (v.).
L'insuccesso di questa spedizione dovette essere però riscattato dopo qualche tempo, giacché a mezzo il sec. VIII a. C. Geroboam II re d'Israele è quasi certamente di nuovo alto signore di Moab. Ai tempi del profeta Osea (v.), uno Shalman devastò Beth Arbel, ed è probabilmente il Salmanu Moabita ricordato come vassallo dell'Assiria da Tiglat-Pileser in una sua iscrizione (cfr. i commenti a Osea, X, 14). Con la caduta di Samaria e la distruzione del regno d'Israele cominciò un'epoca di libertà e di prosperità per i Moabiti. Negli ultimi tempi del regno di Giuda, bande armate di Moabiti combattono per Nabucodonosor contro gli Ebrei (II [IV] Re, XXIV, 2); ma poco dopo, ai tempi di Sedecia, Moab è in relazioni amichevoli con Giuda e tenta stringere con esso e altri popoli un'alleanza contro il comune alto sovrano Nabucodonosor (Geremia, XXVII, 3).
Dopo che i Giudei furono tornati dall'esilio babilonese, non abbiamo quasi più notizie di Moab; probabilmente fu distrutto e la sua popolazione deportata da Nabucodonosor, in un tempo non molto posteriore alla distiuzione di Gerusalemme (cfr. Flavio Giuseppe, Antichità giud., X, 9, 7 [181]). Nuclei moabiti poterono restare nel territorio, e questi sono quelli con cui vennero in relazione i Giudei rimpatriati da Babilonia (cfr. Esdra, IX,1; Neemia, XIII,1-3); tuttavia, già fin da quel tempo, era cominciata nella regione ormai semisvuotata quella graduale penetrazione di Arabi Nabatei, che vi creò successivamente un insediamento dominante e quasi esclusivo.
Bibl.: H. B. Tristram, The Land of Moab, Londra 1874; A. Musil, Arabia Petracea, I, Moab, Vienna 1907; Hölscher, Moab, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., XV, 2, 1932, coll. 2291-2312; F.-M. Abel, Géographie de la Palestine, I, Géogr. physique et historique, Parigi 1934.