MOCHLOS (Μόχλος)
Minuscola isola presso la costa orientale del Golfo di Mirabello, nella zona orientale di Creta a pochi metri dalla terraferma formata da una grossa piattaforma di calcare con le pareti scoscese sul lato N, in declivio, fino al mare sul lato opposto.
Gli scavi americani, eseguiti nel 1908 sotto la direzione del Seager, hanno scoperto nella località una necropoli e resti di abitazioni che si fanno risalire alle fasi più antiche della civiltà minoica, oltre a resti più recenti.
Dagli scavi è risultato che l'isola è stata abitata dal Minoico Antico I al Minoico Medio I e che proprio in questo periodo godé di grande prosperità dimostrandosi come la località più ricca nella pur rigogliosa civiltà protominoica della Creta orientale (Pseira, Gournià, Zakros, Palekastro).
La necropoli minoica è composta di numerose tombe, per lo più a camera, rettangolari, sei delle quali sulla costa N dell'isola, le altre sul declivio verso il mare; le tombe, non orientate, servirono per più generazioni. Dalle sei tombe sulla costa N, che sono le più antiche, proviene il materiale più ricco di tutto il complesso: una splendida serie di vasi di pietra (breccia, marmo, steatite, calcare, alabastro) lavorati a mano, con un'abilità straordinaria che adattava alla forma del vaso le particolari qualità della pietra e le sue venature colorate; questa peculiarità nella lavorazione della pietra è dovuta certo a contatti con l'Egitto o l'Oriente, sebbene la forma dei vasi (brocche con beccuccio, pissidi, coppe ecc.) siano per la maggior parte indigene. Tra i pezzi più belli è il coperchietto di steatite verdastra con disegno inciso e la presa in rilievo, a forma di cane: lo sfondo inciso ed i buchi per la sospensione lungo l'orlo, mostrano l'influenza della ceramica subneolitica al suo finire, quando le tombe suddette venivano costruite.
Insieme ai vasi di pietra altra particolarità di M. è la ricchezza dei gioielli e la varietà e complessità della loro lavorazione: lamine auree coprivano gli occhi dei morti; alcuni fermagli per capelli hanno forma di margherite dalle lunghe foglie lanceolate; notevole pure una maschera dorata che doveva coprire un'anima di altro materiale.
Riguardo alla ceramica, l'isola ha dato qualche traccia di Neolitico; e poi i vasi del primo periodo minoico con decorazione bianca su fondo scuro e scura su fondo chiaro: notevole, fra questi ultimi, un piatto fondo con motivi geometrici che richiamano l'ascia minoica.
Da M. provengono pure i più antichi modellini fittili di cui in seguito l'arte minoica sarà ricchissima: un modellino di barca in argilla e, nello stesso materiale, un rhytòn in forma di figura femminile che si regge i seni e che è forse la prima immagine di divinità minoica.
A questo periodo di prosperità durato fino al Medio-Minoico I dovette succedere, come in tutta la Creta orientale, un periodo di decadenza e forse l'abbandono; abbiamo testimonianze di insediamento del Medio-Minoico III che culminano nelle tracce di distruzione del Tardo-Minoico I.
Dopo il periodo preistorico, l'isola rimase deserta sino all'epoca greco-romana alla quale sono da assegnare alcune costruzioni che, fondate direttamente sui resti minoici, hanno disturbato alquanto la stratigrafia preistorica. I resti romani non sono databili con sicurezza ma sembrano molto tardi a giudicare dalle monete di Adriano, Diocleziano e Costantino, ivi trovate.
Sono visibili pure alcuni resti bizantini.
Bibl.: R. B. Seager, Exploration in the Island of Mochlos, Boston-New York 1912; J. D. S. Pendlebury, The Archaeology of Crete, Londra 1935, passim; Sp. Marinatos-M. Hirmer, Creta e Micene, Firenze 1960, tavv. 6, 10.