mockumentary
<mokiumèntëri> sost. ingl., usato in it. al masch. – Neologismo creato dalla fusione di mock «prendere in giro» e documentary «documentario» per indicare un particolare genere, che simula lo stile e il procedimento documentaristico nascondendovi invece la costruzione di una fiction, spesso di carattere comico-paradossale, politico-satirico o orrorifico-fantastico; è conosciuto anche come falso documentario. Dagli anni Sessanta del secolo scorso, a partire dalle modalità della docufiction – misto di documentario e ricostruzione finzionale (spesso in ambito televisivo come ricostruzione storica) – il genere è proliferato nel nuovo millennio, caratterizzandosi per le sue contaminazioni metafilmiche, per es. con l’espediente del falso video ritrovato. Sono esemplari film come Borat: cultural learnings of America for make benefit glorious nation of Kazakhstan (2006; 2007), di L. Charles; Best in show (2000; Campioni di razza, 2001) e A mighty wind (2003; A mighty wind - Amici per la musica), di C. Guest; Incident at Loch Ness (2004), di Z. Penn; Cloverfield (2008), di M. Reeves; o esempi d’autore come Diary of the dead (2007; Diary of the dead - Le cronache dei morti viventi, 2009), di G. A. Romero e The wild blue yonder (2005; L'ignoto spazio profondo), di W. Herzog. Numerosi i film italiani, tra i quali si ricordano: F for Fontcuberta (2005), di G. Panichi e D. Villa; Il mistero di Lovecraft - Road to L. (2005), di F. Greco e R. Leggio; La vera leggenda di Tony Vilar (2006), di G. Gagliardi; Le ragioni dell’aragosta ( 2007), di S. Guzzanti; Riprendimi (2008), di A. Negri.