modalita
modalità termine che assume significati diversi a seconda del contesto.
☐ In statistica, è ciascuna delle determinazioni con le quali può presentarsi un carattere statistico. Possono essere di tipo qualitativo (come le modalità M o F del carattere «sesso») o quantitativo (come il numero di anni del carattere «età»). Se il carattere è quantitativo e continuo si costruiscono delle classi di modalità (→ classe di dati).
☐ In logica, è ciascuna delle particolari connotazioni con cui si presenta un enunciato nella → logica modale che, al contrario della logica classica, include anche enunciati che esprimono una qualità temporale («domani sarà bel tempo») o concetti quali dovere, necessità ecc. («bisogna studiare», «è possibile che qualcuno abbia bisogno d’aiuto»). Queste diverse connotazioni sono dette appunto modalità dell’enunciato e le varie logiche modali ne considerano diverse per la costruzione degli enunciati. Per esempio, nella → logica aletica si considerano le modalità di possibilità e necessità espresse dagli operatori aletici □ (detto box), che corrisponde all’espressione «è necessario che...», e ♢ (detto diamond), che corrisponde all’espressione «è possibile che...». Inoltre esistono modalità deontiche (→ logica deontica) e modalità temporali (→ logica temporale). Caratteristica degli operatori modali è quella di non essere vero-funzionali; la verità o falsità delle proposizioni che si formano con essi non dipende cioè unicamente dalla verità o falsità degli enunciati a cui sono applicati. Oltre a quelle classiche (possibilità, necessità, contingenza e impossibilità), le modalità oggi studiate comprendono anche quelle epistemiche («si sa che»), deontiche («è lecito che»), temporali ecc. La semantica per le logiche modali, che riprende, formalizzandola, la nozione leibniziana di mondo possibile, ha fra i suoi principali creatori S. Kripke, J. Hintikka e R. Montague. Si noti che le modalità oggi sono considerate inerenti alle proposizioni (de dicto) e non, come ritenevano Aristotele e i filosofi medievali, al tipo di rapporto sussistente fra il predicato e il soggetto della proposizione.