modalità
Le quattro modalità fondamentali – necessario, possibile, impossibile, contingente – e le loro interrelazioni hanno ricevuto una prima trattazione sistematica nell’Organon di Aristotele. In Aristotele viene privilegiato il carattere delle modalità come modi dell’inerenza del soggetto al predicato, cioè come quelle che i medioevali avrebbero chiamato modalità de re. La logica contemporanea invece ha recuperato nel Novecento la logica modale principalmente come logica delle modalità de dicto, cioè come attributi delle proposizioni intese come unità di senso. Accanto alle modalità fondamentali (dette aletiche) già nel Medioevo si distinguevano le modalità deontiche (obbligatorio, permesso, vietato, indifferente) e quelle temporali (sempre vero, talora vero, sempre falso, talora vero e talora falso). Il libro che ha segnato la rinascita della logica modale nel XX sec. (Symbolic Logic di Clarence I. Lewis e Cooper H. Langford, 1932) conteneva la formulazione di cinque sistemi assiomatici distinti di logica aletica. Ma solo con la cosiddetta semantica relazionale che, ispirandosi a Gottfried W. Leibniz, introduce la nozione di necessità come verità in tutti i mondi possibili relativi a un mondo dato, viene offerto uno schema generale in cui rientra un numero illimitatamente ampio di nozioni modali diverse: basti citare, oltre alle modalità fisiche e deontiche, le modalità epistemiche: dove la necessità epistemica è intesa come la verità in tutti gli stati conoscitivi relativi a uno stato di riferimento. La rigorizzazione del concetto di modalità così ottenuto ha reso poco plausibile lo scetticismo manifestato da filosofi come Wilard V.O. Quine verso la logica modale e la sua presunta compromissione con la metafisica essenzialista di Aristotele, tanto più che le argomentazioni di Quine sono rappresentabili, insieme ad argomentazioni di segno opposto, proprio con gli strumenti della logica modale stessa. Più recentemente, grazie allo sviluppo delle logiche multimodali, le modalità possono essere combinate tra loro in modi svariati dando origine a sistemi, per es. di modalità deontico-temporali, fisico-epistemiche ecc. Dato che nel linguaggio tecnico della logica modale si intende per modalità una qualsiasi combinazione finita di operatori modali, nelle logiche multimodali si ha pertanto che le modalità possono essere costituite da combinazioni di operatori modali di diverso tipo, ciascuno dotato di proprietà semantiche differenti.