MODANATURA (o Modinatura)
Un profilo continuo, geometrico, composto di elementi rettilinei o curvilinei, variamente raggruppati, costituisce quella membratura architettonica che si denomina modanatura. Questa, percorrendo una linea retta o curva, sviluppa superficie, rilievi varî - le cornici - delle quali la modanatura è dunque la sezione retta. Una modanatura a linee verticali e orizzontali, formerà una fascia, un listello o filetto, a seconda che sia larga e piatta o stretta e sottile. Una curva semplice, a profilo esattamente semicircolare, dà il toro o bastone: se deformato in senso parabolico o ellittico, l'ovolo, se convesso; la scozia, se concavo. Un quarto di cerchio genera il guscio, o cavetto, diritto o rovescio: una curva, formata dal raccordo di due quarti di circonferenza convessi o concavi, la gola diritta o rovescia.
Questi elementi si associano e si compongono tra loro secondo una legge che appare costante nelle varie forme stilistiche, e cioè si associano alternando modanature curve, sinuose, con modanature piane o a spigoli vivi, modanature di ampiezza o sviluppo maggiore con altre minori. Sempre i diversi elementi della modanatura conservano unità di carattere.
Nello schema più semplice e fondamentale delle costruzioni si hanno parti destinate a sostenere e parti sostenute: in corrispondenza si hanno cornici atte a esprimere la funzione di queste parti, cioè cornici atte a formare un basamento, espressive di uno sforzo di sostegno (toro, scozia, fascia, gola rovescia, ovolo): cornici risultanti da tipi di modanature raccordanti un aggetto (sottocornici, cimase), svolgentisi perciò secondo una linea inclinata ascendente, riportanti il carico della sporgenza - la cornice - sul vivo del sostegno: i modini a ciò convenienti sono le gole diritte, i gusci, i cavetti. Altre modanature debbono segnare altezze, riquadrature, zone, spazî architettonici: altre delimitano vuoti - archivolti, stipiti - e quindi sono tracciate in forma di strombo, invitante verso il vano.
Un fattore pratico - nel caso di pietra da taglio - che determina la forma di certe modanature è quello che deriva dalla necessità sempre sentita dai costruttori, di contenere i profili entro il minore parallelepipedo possibile, onde evitare la perdita di materiale.
Il tipo delle modanature, in relazione con le funzioni delle parti architettoniche, come sopra si sono indicate, si costituisce, insieme con i varî modi della loro associazione, con l'architettura classica, la greca soprattutto. Le architetture precedenti o contemporanee di altre civiltà segnano gli elementi costruttivi con modanature che, in genere, rispondono al solo criterio di marcare, delineare o con incavi, o con fasce piatte, gli spazî architettonici. Tale la modanatura egizia, che usa solo un guscio terminale per delimitare, con l'ombra che esso genera, l'edificio; e un toro per riquadrare alcune zone. Tali le profilature delle antiche architetture orientali, fatte a striature continue, avvicinate, rientranti nel vivo delle strutture.
Solo l'architettura persiana si attiene a procedimenti analoghi ai modi greci. Anche gli Etruschi sono tra i primi a costituire un linguaggio architettonico vigoroso, espressivo, con le loro modanature fatte di forme che si contrappongono sentitamente, contenute con forti rientranze entro piani di non forte risalto.
La natura dei materiali determina, inoltre, il carattere delle modanature: è questa una delle cause, e quindi un'altra delle leggi che conviene tener presente nell'arte del modanare, che ci mostra come alcuni tipi di modanature convengano solo a certi materiali. La larghezza dei profili etruschi, o di quelli dorici dei monumenti della Magna Grecia, dipendono dalla natura dei materiali calcarei: la sottigliezza, la finezza, talvolta ricercata, dei profili dorici o ionici dei monumenti della Grecia, sono consentite dal marmo nel quale sono ricavati.
Nei Greci la sapienza del modanare raggiunge la più elevata e meditata espressione. Le modanature sono scelte e foggiate secondo richiede la funzione: allontanamento e distacco delle acque pluviali dai paramenti; espressione di sostegno negli elementi architettonici che ripartiscono i carichi allargandosi per ciò alla base. Esteticamente, equilibrata distribuzione, nel complesso delle cornici, di elementi di ampio sviluppo alternato con minori. Soprattutto sapiente il variare dei profili in rapporto alla luce, sia questa quella diretta o diffusa, per la quale vengono adottate forme tondeggianti, sia quella delle penombre, per le quali vengono adottati profili acuti, taglienti, profondamente incavati a fine di utilizzare i riflessi della luce che colpiscono e rivelano nell'ombra le modanature stesse. Del pari sapiente è la considerazione delle visuali; e in questo anche l'architettura gotica si rivela, come la greca, maestra. Si tiene, cioè, conto della posizione dell'occhio e della direzione dei raggi visuali e delle deformazioni prospettiche. Così i profili vengono talvolta deformati, affinché l'occhio possa ricomporli otticamente in rapporto alla sua posizione.
Il sentimento e il carattere delle epoche si esprime nelle fasi di ogni arcaismo: misurato equilibrio di distribuzione, sostenutezza, senso di tensione nella maturità (architetture greche del secolo V; gotiche del secolo XII in confronto a quelle della fine del XIII e seg.) esageranti i precedenti principî: secchezza o mollezza, ripetizione e monotonia nelle fasi di corruzione delle forme (tarda epoca romana, architetture latine, siriache; alcune fasi dell'arte persiana sassanide).
Si rivela anche nel modo di distribuire e di modellare le modanature il sentimento delle razze. Maschie e rudi le modanature dello stile dorico: eleganti e fini quelle ioniche. Robuste quelle etrusche e quelle romane dei periodi di realizzazioni costruttive (Claudi). Sovraccariche di fastosità decorative nelle membrature intagliate quelle bizantine e quelle dell'arte indiana: stanche e povere quelle musulmane. Fresche, nitide, chiare, le forme italiane del Rinascimento in confronto alla ricercatezza e complicazione dei profili del Rinascimento francese o tedesco e dello stesso barocco italiano che esagerò anche in questo campo le forme dell'epoca precedente.
L'architettura romana predilige, in alcuni periodi, il modo già praticato nell'ellenismo, di decorare con elementi geometrici o naturali, stilizzati, le membrature: ciò appare nel periodo domizianeo (trabeazione del tempio di Vespasiano e Tito, dell'ordine del recinto del Foro di Nerva) e specialmente nella tarda età, dai tempi di Severo a quelli di Diocleziano, quando il chiaroscuro decorativo delle membrature invade tutte le parti delle cornici.
Traspare nel linguaggio delle modanature la personalità dei grandi creatori. L'interpretazione si ritrova nei profili larghi, forti con eleganza, degli ordini del Tempio malatestiano, e in quelli più secchi ma pur pieni del respiro classico degli ordini del Palazzo Rucellai.
Più squisita, musicale nel ritmo, la modanatura brunelleschiana; insistente, talvolta, nella ripetizione di profili simili, avvicinati (le striature degli architravi, delle sue trabeazioni sono di egual misura); talaltra slanciate in contrasti di spazî maggiori, con le minuzie di elementi sottoposti (trabeazioni della Cappella dei Pazzi a Firenze); di zone riposate contrastanti con il trillo di modanature finemente intagliate (ordini di S. Lorenzo).
Con Michelangelo la modanatura assume, in armonia con tutta la sua concezione architettonica, un valore essenzialmente plastico: non la corrispondenza con le funzioni tipiche delle varie membrature secondo i modi della tradizione classica, ma solo il valore decorativo, chiaroscurale, accentuante i valori plastici della composizione generale.
In questo, analoga a quello di Michelangelo è l'arte singolarissima ed eccezionale di Francesco Borromini (e in lui si rappresenta per questo aspetto anche tutto il seguente sviluppo dei modi barocchi) e il suo modo di profilare, che appare quasi una modellazione con la qua si completa quell'unità dell'opera borrominiana, nella quale s'integrano scultura, plastica e architettura, e, in questa, il particolare del modanatura.