moderare
Il verbo è usato quattro volte nel Convivio, in una precisa accezione filosofica.
Con l'Etica Nicomachea di Aristotele era penetrata nella cultura occidentale la definizione della virtù morale (o etica) come " medietas... coniectatrix medii ": μεσότης τις ἄρα ἐστιν ἡ ἀρητή, στοκαστική γε οὖσα τοῦ μέσου (II 6, 1106b 27-28). In concreto, per il filosofo greco (citiamo solo gli esempi che, nell'elaborazione dantesca, interessano il vocabolo a lemma) la fortitudo è medietas fra il timore e l'audacia, la mansuetudo tra l'ira e l'inirascibilitas, la veritas tra la iattanza e l'ironia, finzione che tende a diminuire la veracità, l'eutrapelia tra la bomolochia (buffoneria) e l'agroichia (rozzezza): cfr. rispettivamente Eth. Nic. II 7, 1107a 33-34, 1108a 4-9, 1108a 19-23, 1108a 23-26.
Nel far suo il catalogo delle virtù aristoteliche, D. traduce il concetto della medietas in quello della moderatio, espresso appunto dal verbo m. che vale " imporre un freno " agli appetiti, " contenere " entro giusti limiti i moti dell'animo, evitando gli eccessi: La prima si chiama Fortezza, la quale è arme e freno a moderare l'audacia e la timiditate nostra (Cv IV XVII 4); La settima è si Mansuetudine, la quale modera la nostra ira e la nostra troppa pazienza contra li nostri mali esteriori (§ 5); La nona si è chiamata Veritade, la quale modera noi dal vantare noi oltre che siamo e da lo diminuire noi oltre che siamo, in nostro sermone (§ 6); La decima si è chiamata Eutrapelia, la quale modera noi ne li sollazzi facendo, quelli usando debitamente (§ 6).
Su questo mutamento da mediatas a moderazione opera senza dubbio la tradizione cristiana la quale, come si sa, concepisce la virtù in chiave prevalentemente ascetica. Si confronti, tra i testi più vicini a D. e di maggior peso ideologico, il commento di s. Tommaso all'Etica, dove si nota che le passioni importano sempre una tendenza contraria alla ragione sia in quanto sospingono la ragione stessa al male sia in quanto allontanano la volontà da ciò che è razionale: quindi " circa has passiones oportet quod ratio rectitudinem statuat reprimendo et refrenando eas ", e insieme " firmando animum in eo quod est secundum rationem " (Eth. Nic. exp. II VIII 336).
Il participio passato, con funzione predicativa, in Cv III VIII 11 E però si conviene a l'uomo, a dimostrare la sua anima ne l'allegrezza moderata, moderatamente ridere.