moderazione
Ha un'unica presenza, in Cv III VIII 17, a proposito dei ‛ vizi consuetudinari ', quelli cioè che dipendono non da bisogni della natura o da stimoli della complessione irrazionalmente favoriti, ma da abitudini contratte accidentalmente o per opera di una scelta volontaria (come l'intemperanza nel vino): questi vizii si fuggono e si vincono per buona consuetudine, e fassi l'uomo per essa virtuoso, sanza fatica avere ne la sua moderazione, nel controllo e nel governo, cioè, di sé stesso, che implica la capacità di fuggire gli eccessi e frenare gli appetiti (v. MODERARE).