modo
Elemento caratteristico nell'uso di questo sostantivo è che si trova in molti casi introdotto da una preposizione con cui costituisce spesso locuzioni di vario significato, o formule fisse del tipo ‛ in questo m. ', ‛ per alcun m. ', ecc.; piuttosto scarse, in proporzione, le occorrenze con costrutto per così dire indipendente. Separare sistematicamente, nella trattazione, i casi dell'un tipo da quelli dell'altro non sembra opportuno, tanto più che - come risulterà dall'esame dei vari contesti - se in molte locuzioni il valore di m. si attenua fino a diventare pressoché irrilevante, in altre la parola conserva un suo rilievo più o meno marcato. Converrà dunque raggruppare i vari passi secondo i significati piuttosto che secondo i costrutti.
La maggior parte delle occorrenze (numerose soprattutto nel Convivio e nella Commedia; due sole nel Fiore; nessuna nel Detto) si possono ricondurre, in sostanza, all'accezione fondamentale di " maniera ", alla quale però il contesto conferisce spesso connotazioni più precise; il sostantivo esce così dalla sua genericità, e si presenta piuttosto vario nell'uso, acquistando anzi talvolta notevole pregnanza di significato.
In qualche caso si ha un valore del tutto diverso da quello di " maniera ": così per esempio si lega all'uso caratteristico del latino, nel senso di " tono ", " canto ", il passo di Pg XVI 20, dov'è detto che le anime degl'iracondi cantavano insieme, all'unisono, l'Agnus Dei: una parola in tutte era e un modo, " cioè tono e cadenza " (Chimenz; così anche Scartazzini-Vandelli e altri); nella processione del Paradiso terrestre le quattro virtù facean festa / ... dietro al modo / d'una di lor (XXIX 131): qui la chiosa del Porena - " misura del canto " - ha trovato seguito, per es. nel Chimenz e nel Mattalia, più del generico " come questa le conduce " proposto dal Torraca. Ancora in " tono " (Mattalia) si risolve la " maniera ", il modo soave e benigno (Pg XIX 44) con cui uno degli angeli del Purgatorio indica il punto dove si varca.
In alcuni passi m. indica l'" atteggiamento " (Canzon... ti prego che tu t'assottigli / ... in prender modo e via che ti stea bene, Rime XCI 86), i " costumi " (Contini, in Rime LIX 7 de li modi sui [di Amore] / cotanto intende quanto l'om sospira), il " comportamento ": quello de' gentili e ne li sacrifici e ne la loro fede (Cv II IV 7), o quello che tegnon l'anime triste degl'ignavi (If III 34: il sintagma ‛ tener m. ' è piuttosto frequente: se ne veda un altro esempio in If X 99); o ancora lo modo usato, l'antico " modo di fare " che Belacqua avrebbe ripriso (Pg IV 126); e si aggiunga il modo dei lussuriosi (XXV 136), l'" ordine... tenuto da loro cantando lor inno e gridando quegli essempii di castità " (Daniello).
Isolato il senso di " operazione ", che si registra in Cv III IX 11 Veduto questo modo de la vista, vedere si può... che...
Si fa preciso riferimento a una " condizione " in If XXVIII 21: nessuno spettacolo di ferite e di sangue, per quanto spaventoso, potrebbe aequar... / il modo de la nona bolgia sozzo: " Il qual modo, indicato vagamente - tagli, fori, piaghe... - sarà dichiarato per via di descrizioni particolareggiate " (Torraca); così anche in If IV 75 questi chi son c'hanno cotanta onranza, / che dal modo de li altri li diparte?, " li differenzia dalla condizione degli altri spiriti " (Casini-Barbi). Più sfumato è tal senso in altri passi: Sì come ad Arli... / fanno i sepulcri tutt'il loco varo, / così facevan quivi d'ogne parte, / salvo che 'l modo v'era più amaro, If IX 117; la divina filosofia… è in lui [Dio] per modo perfetto e vero, quasi per etterno matrimonio. Ne l'altre intelligenze è per modo minore, quasi come druda, Cv III XII 13; come... / le pole... / si movono a scaldar le fredde piume / ... tal modo parve a me che quivi fosse, Pd XXI 40; La cera di costoro e chi la duce / non sta d'un modo, XIII 68 (" Tanto... la materia elementare... quanto... il cielo... variano di condizione ", Scartazzini-Vandelli).
Strettamente legata a quest'accezione è quella di " specie ", " natura ", che si ha in qualche passo dell'Inferno: Le sue parole e 'l modo de la pena / m'avean di costui già letto il nome, X 64; La frode... / può l'omo usare in colui che 'n lui fida / e in quel che fidanza non imborsa. / Questo modo di retro [quest'ultimo " tipo " di frode] par ch'incida / pur lo vinco d'amor che fa natura / ... Per l'altro modo... (XI 55 e 61); le ali di Lucifero non avean penne, ma di vispistrello / era lor modo, la loro " forma e qualità " (Chimenz; cfr. If XXXIV 50).
Un'altra accezione caratteristica del modus latino è quella di " misura ", " proporzione ": avvegna che la stella sempre sia d'un modo chiara e lucente... puote parere non chiara e non lucente, Cv III IX 11; Tre specchi prenderai; e i due rimovi / da te d'un modo, Pd II 98 (così III 90 e IV 2 e 8, sempre nella locuzione con ‛ di ' che assume il valore di " ugualmente "); V 2 S'io ti fiammeggio nel caldo d'amore / di là dal modo che 'n terra si vede, " ultra morem humanum, quia talis splendor non invenitur in terris " (Benvenuto); nella luce del cielo di Venere D. vede altre lucerne / muoversi in giro più e men correnti, / al modo... di lor viste interne (VIII 21), " in proporzione ", " cioè secondo ch'era maggiore o minore la loro eterna beatitudine o visione di Dio " (Casini-Barbi; analogamente in Pd XXIX 137 per tanti modi, e XXXI 129 per igual modo; e in Cv III VII 3 secondo lo modo). Sempre in quest'ambito di significato, la locuzione ‛ in alcun m. ' acquista valore restrittivo, attenuandosi alquanto la forza espressiva del termine: quello che è causato da corpo circulare ne ha in alcun modo circulare essere, come ciascuna forma ha essere de la divina natura in alcun modo, Cv III II 5; puote l'uomo dire ‛ sorella ' de l'opera che da uno medesimo operante è operata; ché la nostra operazione in alcuno modo è generazione (III IX 4; anche II II 4 [dove però vale " del tutto "] III XI 6, XV 6, IV XXIV 18); si aggiunga IV XXIX 8 una progenie per sé non hae anima, e... nobile si dice ed è per certo modo, " in un certo senso ".
M. può indicare anche la " via ", il " mezzo " per conseguire alcunché, o il " metodo ", il " sistema " adottato (non sempre è possibile, ovviamente, una rigorosa distinzione di questi valori): li modi per li quali esse [ricchezze] vegnono sono la pura fortuna, o la fortuna... da ragione aiutata, o la fortuna aiutatrice di ragione (Cv IV XI 7, e cfr. anche i §§ 8 e 12); XXI 1 (due volte); più cortese modo di fare a se medesimo altri onore non è, che onorare l'amico, III I 5; ne li quali [profeti], per molte maniere di parlare e per molti modi, Dio avea ... parlato (II V 1), che traduce il " Multifariam multisque modus " di Paul. Hebr. 1, 1. E così ancora in Pd XXXI 86 Tu m'hai di servo tratto a libertate / per tutte quelle vie, per tutt'i modi / che di ciò fare avei la potestate, e nelle tre occorrenze del canto VII (vv. 57, 63 e 118) in cui si parla del m. voluto da Dio a nostra redenzion. Si veda anche Cv IV XXII 12. Analogamente, m. è l'" espediente " colto, escogitato dai Romani per regolare l'afflusso dei pellegrini a S. Pietro l'anno del giubileo (If XVIII 30); oppure il " metodo " di governo seguito dai Fiorentini (Fiorenza rinova gente e modi, If XXIV 144) o il " mezzo ", il " procedimento " che alcuno sconsolato avea tenuto a consolarsi (Cv II XII 2). Anche riferito a un " metodo ", " procedimento " logico: questo modo tenne... Aristotile, che... prima combatteo con li avversari de la veritade e poi... la veritade mostroe (Cv IV II 16; v. anche X 5 e XIII 16 per questo modo; X 6 modo di diffinire); IV VIII 12 Puote l'uomo disdicere la cosa doppiamente: per uno modo puote l'uomo disdicere offendendo a la veritade... per un altro modo puote l'uomo disdicere non offendendo a la veritade.
Alcuni luoghi presentano attinenza più o meno stretta con il campo retorico-letterario (si è ormai vicini al senso proprio di " maniera "). In un caso la definizione è fornita da D. stesso, che nel commento a Le dolci rime 11 (diporrò giù lo mio soave stile), spiega: ‛ ... diporroe ', cioè lascierò stare, ‛ lo mio stilo ', cioè modo, ‛ soave ' (Cv IV II 11); altrove si parla del bel modo rettorico, quando di fuori pare la cosa disabbellirsi, e dentro veramente s'abbellisce (II VII 12; cfr. anche XI 6). Si veda inoltre Vn XIX 1 a me giunse tanta volontade di dire, che io cominciai a pensare lo modo ch'io tenesse, dove si prospetta un " metodo " di lavoro cui si accenna anche altrove (XXXI 2, ancora con ‛ tenere '; Cv II I 4). In tre luoghi della Vita Nuova ricorre l'espressione ‛ m. di parlare ' (XIII 10, XXII 17, XXV 6; v. anche Cv II II 7); e cfr. pure Vn XXV 9 Orazio... dicele [le parole] quasi recitando lo modo del buono Omero, " riprendendo l'espressione " di Omero. Il passo di Vn XL 6 (dissi ‛ peregrini ' secondo la larga significazione del vocabulo; ché peregrini si possono intendere in due modi, in uno largo e in uno stretto... in modo stretto non s'intende peregrino se non chi...; e v. anche al § 7), legato com'è al concetto di ‛ interpretazione ' deducibile dal contesto, va accostato a Cv III VI 2 ‛ ora ' per due modi si prende da li astrologi, " viene intesa in due maniere " (così anche al § 3 e in IV II 11 [seconda occorrenza]; XIII 9, ancora con ‛ prendere '; XXIV 5, con ‛ pigliare '). In Cv IV VI 3, a proposito del verbo auieo, fatto di sole cinque vocali... e composto d'esse per modo volubile, a figurare imagine di legame, l'espressione per modo volubile fa riferimento alla disposizione delle vocali in quel verbo, rispetto alla disposizione tradizionale (a, e, i, o, u) che è figura di legame; di essa si rende l'" immagine " mediante un avvolgimento che va dalla prima all'ultima per tornare alla terza, alla seconda e concludere con la quarta.
Nel m. di cui parla Francesca - Amor... / prese costui de la bella persona / che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende, If V 102 - molti commentatori vedono un'allusione alla " maniera " violenta e crudele in cui ella fu uccisa (Boccaccio, Anonimo, Castelvetro, Vellutello, Cesari, Andreoli, Torraca, Mattalia [v. l'ampia nota relativa], Barbi [in " Bull. " X (1904) 368]), magari precisando la circostanza che fu " colta in atto venereo " (Daniello; Magalotti, Del Lungo) o che la repentinità della morte non le " diede tempo di chieder perdono a Dio " (Lombardi; Casini-Barbi, Scartazzini-Vandelli, Rossi, Grabher, Momigliano, Porena). Ma il Buti, ricordando la lezione del XVII del Purgatorio (quando l'amore " passa il modo, allora... è vizio "), intende: " il modo di questo amore, che fu disordinato e smodato. Parla qui l'autore non propriamente: imperò che lo smodamento propriamente non si può chiamare modo; ma dice, come si dice ordine lo disordine delle cose estraordinarie ". Questa interpretazione, che vede dunque m. nel senso di " misura ", condivisa dal Landino, è stata poi riaffermata dal Pagliaro (" Francesca parla della intensità dell'amore di Paolo per lei ", Ulisse 617; e v. anche pp. 144 n. 29, e 708), seguito dal Sapegno e con qualche riserva dal Chimenz, il quale nota: " In realtà che l'uccisione dei due amanti sia stata particolarmente spietata o subitanea è soltanto una congettura, certo non inverosimile; storicamente non se ne sa nulla ".
Si veda ora m. nel senso di " maniera ", " forma " in cui un'azione si svolge, senza ulteriori precisazioni: Vn XXXVIII 2 che pensero è questo, che in così vile modo vuole consolare me...?; Cv III VIII 5 questo piacere [il contentarsi] è veramente, avvegna che per altro modo, ne l'aspetto di costei [la Filosofia]. Ché, guardando costei, la gente si contenta... ma per altro modo che per lo contentare in Paradiso; IV VII 11 vivere è per molti modi (e così III VI 5, IV VI 15, XII 13 e 20, XIII 1); Pg XVI 42 se Dio... vuol ch'i' veggia la sua corte / per modo tutto fuor del moderno uso, e XVII 114; Pd XXVIII 56. Tra questi casi si può annoverare anche Pg XV 18 Come... da lo specchio / salta lo raggio a l'opposita parte, / salendo su a lo modo parecchio / a quel che scende..., dove il Mattalia intende " contegno ".
Si noti il nesso consecutivo, in Pg XXIII 11 piangere e cantar s'udìe / ... per modo / tal, che diletto e doglia parturìe: qui tuttavia il termine non è privo di rilievo, adibito unicamente a formare la locuzione (come per es. in Pg XXIX 12 le ripe igualmente dier volta, / per modo ch'a levante mi rendei), ma anzi denso di significato, assommando in sé quegli elementi di espressività del pianto e del canto dei penitenti, che provocano appunto diletto e doglia (anche la posizione in fine di verso mette forse in risalto il valore del vocabolo). Un caso analogo si ha in Cv IV XII 2 e 3, come dimostra la ripresa di m.: le cose defettive possono aver li loro difetti per modo, che ne la prima faccia non paiono, ma... E per questo modo le ricchezze... sono imperfette, che, sommettendo ciò che promettono, apportano lo contrario (si osservi anche che il significato di m. non è proprio uguale nelle due occorrenze: " di maniera che " nella prima, " in questo senso ", " per questa ragione " nella seconda). Cfr. ancora Cv III II 12, Pd XXXIII 89, Fiore CCXXII 13; anche nel modo che, sempre per " così che ", in Vn IX 6.
Come si è detto, in molte locuzioni il valore del sostantivo (sempre come " maniera ") è quasi del tutto neutralizzato, assorbito dal senso della locuzione stessa, equivalente per lo più a una congiunzione. Oltre ai casi già considerati, con valore consecutivo, si vedano questi altri: Vn XXIII 4 chiusi li occhi e cominciai... a imaginare in questo modo, " così " (cfr. anche XII 17 e Cv IV VII 6); If XXIII 121 a tal modo il socero si stenta / in questa fossa, " analogamente " a Caifa (cfr. anche Pg XXI 30; nello stesso senso il ‛ per questo m. ' di Vn XXXIV 6, Cv IV XXIX 8 [seconda occorrenza], II V 11; ‛ per cotale m. ' in XXIX 10).
Nel significato di " come " si ha generalmente la locuzione con ‛ per ': vera nobilità è seminata per lo modo che si dirà nel quarto trattato, Cv I IX 8; III IV 1 e X 10, sempre con ‛ dire ' (si osservi il passo di III XII 4 sì come di sopra si dice, Filosofia è quando l'anima e la sapienza sono fatte amiche, sì che l'una sia tutta amata da l'altra, per lo modo che detto è di sopra: la locuzione acquista più forte rilievo rispetto al come che la precede); III II 5 (terza occorrenza) e VIII 14; sull'integrazione di lo nel passo di Cv III XII 11 si veda la nota di Busnelli-Vandelli, che la considerano non necessaria, affermando anche l'equivalenza di significato tra ‛ a m. ' e ‛ per modo '. Si aggiunga Cv IV XII 17 l'uno desiderabile sta dinanzi a l'altro... per modo quasi piramidale, " come una piramide "; e anche: lo primo agente... pinge la sua virtù in cose per modo [" come ", " a guisa "] di diritto raggio, e in cose per modo di splendore reverberato (III XIV 4). È interrogativo in due casi: è mostrato per che modo lo sole gira (Cv III VI 1) e, con più intenso significato, Io non so... per che modo / venuto se' qua giù, If XXXIII 10.
Ma con m. sono usate, sempre nel senso di " come ", anche altre preposizioni: If XXX 26 correvan di quel modo / che 'l porco quando del porcil si schiude; Vn XIX 3 una canzone... ordinata nel modo che si vedrà di sotto (così XXII 7 e 8); Pd V 139 mi rispuose / nel modo che 'l seguente canto canta; Cv III V 18 veggia lo sole... girare, non a modo di mola, ma... (cfr. anche IX 8). La locuzione con ‛ a ' si registra ancora, con più forte rilievo, in Pg XXXIII 48 la mia narrazion buia, / qual Temi o Sfinge... / a lor modo lo 'ntelletto attuia, " rende chiuso il tuo intelletto in quanto non ve ne lascia penetrare il senso, così come gli oracoli di Temide e l'enigma della Sfinge " (Scartazzini-Vandelli; analogamente If XXVII 59); Pg XXIV 53 a quel modo / ch'e' [Amore] ditta dentro vo significando, " secundum quod ipse amor inflammat me ", Benvenuto; Pd I 42 la lucerna del mondo... la mondana cera / più a suo modo tempera e suggella, " secondo la sua disposizione " (Ottimo), e VI 56 'l ciel volle / redur lo mondo a suo modo sereno, " a sua immagine e somiglianza " (Mattalia; per il concetto, cfr. Cv IV V 4). In Fiore CLXXXVIII 6 ben a suo modo vale " come si conviene ".
Si vedano ancora questi passi: lo stupore è uno stordimento d'animo per grandi... cose vedere o udire o per alcuno modo [" qualche altro modo "] sentire, Cv IV XXV 5; oro e margherite... in quanto sono ordinate a la possessione de l'uomo, sono ricchezze, e per questo modo [" di conseguenza "] sono piene d'imperfezione, XI 5; traggonsi i pesci a ciò che vien di fori per modo che [" purché "] lo stimin lor pastura, Pd V 102.