MODONE (A. T., 82-83)
Villaggio del Peloponneso, situato sulla costa sud-occidentale della Messenia, 11 km. a S. di Navarino; il centro attuale, che conta circa 2000 ab., sorge su un promontorio in vista del mare, sul luogo dell'antica Metone (gr. Μοϑώυη e Μεϑώνη; lat. Methone). Benché fosse abitata fino dall'epoca micenea, come dimostrano i frammenti ceramici, doveva avere in origine un altro nome, poiché Metone non compare tra le sette città omeriche della regione. Gli Spartani vi stanziarono, probabilmente nel sec. VI, gli abitanti di Nauplia scacciati in esilio dagli Argivi, che vi si mantennero anche dopo la ricostituzione della Messenia da parte di Epaminonda. Nel 431 a. C. gli Ateniesi tentarono d'impadronirsene, ma ne furono impediti dall'intervento di Brasida. Dal principio del sec. III la città ebbe a soffrire per le incursioni dei pirati illirici; in questo secolo essa appare come indipendente dalla Messenia, e come città autonoma entrò più tardi nella Lega achea. Nel 31 a. C. Agrippa vi assediò e sconfisse il re di Mauretania Bogud, partigiano di Antonio; perduta perciò la libertà al tempo di Augusto, la città la riebbe solo all'epoca di Traiano. Nel 365 d. C. la sua spiaggia fu devastata da un terribile maremoto.
Durante l'epoca bizantina Modone finì con divenire un rifugio di corsari, ciò che indusse i Veneziani a distruggerla nel 1124. Ma il posto era così opportunamente situato, che in occasione della quarta crociata Guglielmo di Champlette se ne impadronì nel 1205. Guglielmo di Villehardouin, succedutogli nel possesso, la cedette ai Veneziani nel 1247; e questi ne fecero allora uno scalo per la propria flotta, ciò che fece aumentare assai l'importanza e il decoro della città che i Veneziani stessi abbellirono, restaurandone le fortificazioni. Nel 1500 Modone passò ai Turchi, cui fu ritolta dai Morosini nel 1688, ma i Turchi la ripresero nel 1715. Durante la guerra d'indipendenza greca i Francesi l'occuparono nel 1828.
Azione navale. - Nel luglio del 1500 Modone, stretta da terra e bloccata dal mare dai Turchi, attendeva soccorsi da Venezia. Il provveditore Girolamo Contarini, uscito da Corfù con una forte squadra, dopo un parziale infruttuoso scontro nelle acque di Porto Giunco (Navarino), decise d'inviare a Modone cinque delle sue migliori galee cariche di viveri e di munizioni, scortandole egli stesso fino all'isola della Sapienza. Quattro galee attraversarono arditamente la linea di vigilanza nemica e, gettatesi alla riva, iniziarono lo scarico. L'impresa pareva felicemente riuscita, quando i Turchi, approfittando della circostanza che aveva richiamato presso le navi gran folla di abitanti, invasero di sorpresa la città, ponendola a ferro e fuoco. Le navi soccorritrici rimasero preda del nemico; il proweditore con la squadra si ritrasse a Corfù (9 agosto).