MODULO
Sinonimi: rata pars, mètron, embatèr. È l'unità di misura che regola la costruzione di un edificio o d'un corpo umano desunta a guisa d'una "costante" o "massimo comun divisore" da un piccolo elemento dell'edificio o del corpo. Nell'edificio si usa il diametro della colonna, o il triglifo; nelle navi l'interscalmio; nel corpo umano l'avambraccio, o il piede, o il palmo, o il dito (Vitr., i, 2, 4).
In origine pertanto il m., che noi nell'uso comune chiamiamo imprecisamente anche cànone (regola), fu modulo-membro; e un modulo membro adoprò appunto, alla metà del V sec. a. C., Policleto (v.) nel suo Doriforo, quem canona artiftces vocant (Plin., Nat. hist., xxxiv, 55). Nei secoli seguenti però, per comodità creativa, tanto degli architetti, come degli scultori, il modulo-membro diviene un modulo-numero; una quantità lineare, cioè, staccata dall'edificio e dal corpo umano. Si danno casi anche di presenza di due o più m. in uno stesso edificio (tempio di Apollo a Delo). In genere durante l'epoca ellenistica il m. tende continuamente a divenire più piccolo; il corpo umano da sei m. in epoca arcaica (= 6 teste) arriva a essere concepito come insieme di 210 m. (propriamente: 21 m. ciascuno di 10 parti, Schlikker).