moglie
Ricorre raramente in D., e quasi sempre in senso proprio e in contesti ‛ comici ': Rime LXXIII 2 Chi udisse tossir la mal fatata / moglie di Bicci; If XVI 45 Iacopo Rusticucci fui, e certo / la fiera moglie più ch'altro mi nuoce; XXX 5. Nella Commedia D. predilige, infatti, la parola ‛ sposa ' (v. SPOSO), che ricorre in senso sia proprio che figurato (ad es. Pd XXV 111, If XIX 3). Con valore proprio anche in Fiore CXIX 7.
In un passo del Convivio, invece, la parola si colloca singolarmente in una complessa interpretazione allegorica: IV XXVIII 18 E dice Marzia: " Due ragioni mi muovono a dire questo: l'una si è che dopo me si dica ch'io sia morta moglie di Catone; l'altra, che dopo me si dica che tu non mi scacciasti, ma di buono animo mi maritasti ", dove la parola lascia trasparire un più profondo significato, e diviene indicativa del sentimento di fedeltà che muove l'anima umana all'unione o, meglio, al ricongiungimento col suo creatore.