MOHAMMED ‛Ali (secondo la pronuncia turca Mehemet Ali)
Il vero fondatore dell'Egitto moderno; nato da genitori albanesi a Cávala in Macedonia, intorno al 1769 e morto al Cairo il 2 agosto 1849. M. ‛A. entra sulla scena della storia nel 1799, quando accompagnò con il grado di bīn-bāshī (maggiore) un contingente di truppe albanesi che faceva parte dell'armata turca destinata a combattere, con l'aiuto degl'Inglesi, l'invasione napoleonica dell'Egitto. Cacciati i Francesi, l'Egitto cadde in una feroce anarchia per le lotte sanguinose dei Turchi contro i Mamelucchi, sostenuti dagl'Inglesi, e dei Mamelucchi fra loro. M. ‛A. fu il solo comandante che riuscì a salvarsi dalla rovina, anzi, nel 1805, fu dalla Porta eletto wālī (governatore) dell'Egitto. Nel 1807 M. ‛A. respinse un'invasione inglese che veniva a prestare aiuto ai Mamelucchi, vinti dall'energico governo di M. ‛A. e ricoverati nel medio e alto Egitto. Nel 1810 M. ‛A. ricevette dalla Porta l'invito di andare a combattere in Arabia i ribelli Wahhābiti. Prima d'intraprendere tale campagna M. ‛A., sapendo che i Mamelucchi aspettavano l'allontanamento delle truppe e l'assenza di lui per riprendere il potere, li attrasse nella cittadella del Cairo e li fece trucidare (1° marzo 1811). Condotta vittoriosamente a termine (1819) la guerra contro i Wahhābiti, M. ‛A. continuò più energicamente l'opera, che già aveva iniziata, di rinnovamento dell'Egitto, rimasto fino allora in uno stato di barbarie. M. ‛A. è il primo sovrano orientale che, con pieno successo, abbia introdotto la civiltà occidentale nel suo stato.
Stabilì ordine e sicurezza all'interno; trasformò l'amministrazione dello stato distruggendo vecchie leggi e vecchi usi e introducendone dei nuovi sul modello di quelli europei. Sostituì alle irregolari soldatesche una milizia nazionale, numerosa e disciplinata all'europea. Aumentò le risorse del paese mediante la costruzione di canali e di colossali opere idrauliche che iniziarono nella valle del Nilo la sostituzione dell'irrigazione regolare e perenne all'inondazione irregolare e periodica, con immenso vantaggio della produzione e della ricchezza; e introdusse anche nuove colture, fra cui il cotone. Fondò le prime scuole elementari, secondarie e speciali; inviò molti giovani a studiare in Italia e in Francia; istituì servizî sanitarî e una scuola di medicina, e iniziò il risanamento delle principali città, particolarmente del Cairo e d'Alessandria.
Contemporaneamente M. ‛A. allargava i confini del territorio e fondava un impero. Sottomessa l'oasi di Sīwah (1820), conquistò il Sudan (1820-1823) e fondò al-Khartūm. Alla fine del 1823 il sultano richiese contro la Grecia, ribellatasi fin dal 1820, l'aiuto di M. ‛A., che inviò una flotta e un'armata sotto il comando del figlio Ibrāhīm. Questi rialzò subito a favore della Turchia le sorti della guerra; ma a Navarino (20 ottobre 1827) le flotte riunite delle principali potenze europee, intervenute a difesa della Grecia, annientarono la flotta turco-egiziana, e costrinsero Ibrāhīm a evacuare la Morea.
Il sultano Maḥmūd II non vedeva di buon occhio la potenza del suo vassallo, e questi aspirava a distaccare l'Egitto dal decrepito organismo dell'impero turco e a farne uno stato indipendente e florido. Di qui un'aspra lotta fra M. ‛A. e la Turchia, che determinò due fasi assai gravi della questione orientale. Prendendo occasione dalla mancanza dei compensi promessi dalla Porta per i sacrifizî sostenuti, M. ‛A. inviò nel 1831 Ibrāhīm con un forte esercito alla conquista della Siria. Espugnata Acri (maggio 1832) e occupata tutta la Siria, Ibrāhīm sconfisse i Turchi in battaglie campali fra cui memorabile quella di Conia nell'Asia Minore (21 dicembre 1832). L'intervento delle potenze europee impedì la marcia di Ibrāhīm su Costantinopoli, e costrinse M. ‛A. ad accettare il trattato di Kutaia (Kūtāhiya) del maggio 1833, con cui il sultano gli cedeva la Siria e il distretto di Adana, ma sotto forma di concessione revocabile. Il sultano, che non sapeva adattarsi alla perdita della Siria, nell'aprile del 1839 la fece invadere; ma Ibrāhīm, nel 24 giugno dello stesso anno, a Nezīb, annientò l'esercito turco, e muoveva di nuovo su Costantinopoli. Anche questa volta Ibrāhīm fu fermato dalle potenze europee, che con la forza delle armi imposero a M. ‛A. l'abbandono della Siria e l'accettazione del solo governo dell'Egitto, ma a titolo ereditario, sotto l'alta sovranità della Porta (firmano del 1° giugno 1841).
Bibl.: P. Mouriez, Histoire de Méhémet Ali, vice-roi d'Égypte, Parigi 1855-1857, voll. 5; F. Mengin, Histoire de l'Égypte sous le gouvernement de Mohammed-Aly, Parigi 1823, voll. 2; id., Histoire sommaire de l'Égypte sous le gouvernement de M.-Aly (1823-1838), Parigi 1839. Sulle due campagne di Siria le opere più importanti sono quelle di E. de Cadalvène e E. Barrault, Histoire de la guerre de Méhémet Ali en Syrie et en Asie Mineure, 1832-1833, Parigi 1836; e Deux années de l'histoire de l'Orient, 1839-1840, Parigi 1840, voll. 2. Sotto gli auspici di Fu'ād I, re dell'Egitto, la storiografia concernente M. ‛A. si va radicalemnte trasformando. Sistematiche ricerche sono state eseguite nei principali centri archivistici d'Europa e d'Egitto a cura di E. Driault, G. Douin e di A. Sammarco; cfr. A. Sammarco, Il Regno di M.A. nei documenti diplomatici italiani inediti, I, Cairo 1930.