FUẒŪLĪ, Moḥammed
Poeta turco, morto verso il 1562, il primo dei quattro grandi rappresentanti della scuola asiatica e uno dei poeti più sinceri che abbia prodotto l'Oriente.
Allo scià di Persia Ismāeīl, che nel 1501 occupò Baghdād, egli offrì il suo primo poema in turco āzerī, lingua della corte, L'oppio e il vino, in cui re Vino vince il primato contro re Oppio. Anteriori alla conquista di Baghdād per parte di Solimano il Grande (1535) sono, oltre al poema suddetto, che probabilmente va inteso in senso mistico o ṣüfico, composizioni liriche amorose. In onore del vincitore ottomano, dei suoi generali e di varî governatori di Baghdād, compose odi e qaṣīde. Il suo dīwān (raccolta di liriche) è in āzerī.
Nel suo poema romanzesco Leylā e Meǵnūn (il Romeo e Giulietta dell'Oriente musulmano), condotto sulla traccia di quello persiano di Giāmī, in modo, tuttavia, affatto indipendente, e che fu definito il più bel methnevī che sia stato scritto in lingua turca, è notevole lo sforzo del poeta per accostarsi al dialetto ottomano, evitando āzerbāigiānismi; come il resto della produzione poetica di F., esso fu poco apprezzato dai contemporanei; ma valse a oscurare la fama del poema omonimo, in puro dialetto ottomano, di Ḥamdī Celebī (morto nel 1509). In prosa ottomana è una sua "Lagnanza" rivolta alla Porta, per il rifiuto di pagargli una pensione accordatagli dal sultano.