GANDHI, Mohandās Karamchand (XVI, p. 364)
Scarcerato il 5 maggio 1933, G. riprese la lotta sostituendo alla disobbedienza civile in massa quella individuale di volontarî scelti. Arrestato nuovamente il 1° agosto 1933, fu liberato dopo 22 giorni in seguito al digiuno da lui iniziato. Nell'ottobre 1934 egli annunziò il suo ritiro dal Congresso indiano e dalla politica attiva; continuò, tuttavia, tramite i suoi discepoli, a controllare praticamente l'attività del Congresso, e il suo consiglio fu quasi sempre seguito in momenti decisivi. Però dopo il 1934 per varî anni la sua attività principale fu rivolta al problema degli "intoccabili" e alla ricostruzione rurale; a tale scopo egli si stabilì nel villaggio di Sevagram (Shevgaon) nelle province centrali. Rientrò ufficialmente nella politica attiva quando, durante la seconda Guerra mondiale, il Congresso gli affidò pieni poteri per attuare una campagna di disobbedienza civile individuale (6 settembre 1940). Mutata la situazione con l'entrata in guerra del Giappone, il 30 dicembre 1941 G. si ritirò a favore di Nehru. Nel 1942 egli partecipò alle trattative con la missione Cripps. Dopo il loro fallimento, il Congresso decise di presentare un ultimatum al governo per l'immediato ritiro delle autorità inglesi dall'India. Il giorno stesso della decisione (8 agosto 1942) G. fu arrestato ed internato a Poona, dove rimase fino al 6 maggio 1944, malgrado un suo digiuno di 21 giorni. Liberato in seguito a un grave attacco di malaria, ebbe parte importantissima nelle trattative che incominciarono nel 1945 e si conclusero con la proclamazione dell'India a Dominion il 15 settembre 1947. Durante i gravi conflitti hindu-musulmani dell'autunno, G. svolse strenua opera pacificatrice, ricorrendo anche due volte al digiuno malgrado l'età. Il 30 gennaio 1948 a Delhi, mentre si recava alla preghiera, fu ucciso da Nāthūraim Vināyak Godse, membro di un'organizzazione ortodossa hindu (Rāṣṭriya Svayam Sevak Sangh).