Regista, sceneggiatore e montatore cinematografico iraniano (n. Teheran 1957). Ha esordito dietro la macchina da presa con Tubeh-i nusūh ("Pentimento definitivo", 1982), seguito da Isti̔āza ("Rifugiarsi in Dio", 1984), Du chashm-i bī sū ("Due occhi senza luce", 1984) e Bāykot ("Il boicottaggio", 1985). Ha poi ottenuto l'attenzione della critica internazionale con Dastfurūsh (L'ambulante, 1987) e Bāysikalrān (Il ciclista, 1989), opere in cui è emersa la modernità di un cinema a tratti legato alla tradizione del suo paese ma che, al tempo stesso, ha sperimentato nuovi percorsi stilistici e narrativi. Tra gli altri film si ricordano: Salām sinamā ("Salam cinema", 1995), Gabbeh (1995), Nūn wa guldūn (Pane e fiore, 1996), Sukūt (Il silenzio, 1998), Safar-i Qandahār (Viaggio a Kandahar, 2001), Sex & philosophy (2005), Scream of the ants (2006), The chair (2006), The man who came with the snow (2009), The President (2014), Marghe and her mother (2019). Sua figlia Samira (n. Teheran 1980) ha diretto, su sceneggiature scritte dal padre, Sīb (La mela, 1998) e Takht-i sīāh (Lavagne, 2000). Anche gli altri figli Maysam (n. 1981) e Hana (n. 1988) si sono accostati al cinema.