Makhmalbaf, Mohsen
Makhmalbaf, Mohsen (Makhmalbāf, Muḥsin). – Regista e produttore iraniano (n. Teheran 1957). Dopo essere stato, insieme ad Abbas Kiarostami, uno dei registi di punta del cinema iraniano degli anni Ottanta e Novanta, a partire dal nuovo secolo inizia un percorso di distacco graduale dalla politica del governo iraniano e affronta un'ulteriore tappa nella costruzione di una nuova identità cinematografica. Nel 2001 realizza infatti Safar e Ghandehar (Viaggio a Kandahar), film che esce fuori dai confini dell’Iran per raccontare la condizione femminile in Afghanistan (dove è in parte girato durante il regime dei talebani), in cui il burqa è al tempo stesso maschera e protezione, sguardo simbolico e reale sul mondo. Il cinema di M. inizia poi a costruire racconti che mettono a confronto sguardi e prospettive contrapposte (uomo e donna, oriente e occidente, laico e religioso). Sex o phalsapheh (2005; «Sesso e filosofia»), un ulteriore viaggio (è girato in Tagikistan), che mette in scena un confronto tra corpi e percezioni del mondo (femminili e maschili). La ricerca di indipendenza creativa e produttiva spinge M. a trasformare la Makhmalbaf film house, la scuola di cinema da lui fondata nel 1996, in una vera e propria casa di produzione con cui realizza i suoi film e produce anche i primi film delle sue figlie Samīra e Hana e di sua moglie Marzieh Meshkini. Nel 2005, subito dopo l’elezione del presidente Maḥmūd Aḥmadīnejād, M. si trasferisce a Parigi, in disaccordo con la politica del nuovo leader iraniano. Qui continua non solo la sua militanza politica come portavoce del movimento di opposizione progressista iraniano, ma anche il suo percorso di ripensamento del cinema come luogo di confronto tra gli opposti. Ripercorre questa direzione Faryad moorcheha (2006; «Viaggio in India»), dove lo scontro/confronto tra culture (incarnato da una coppia iraniana in India alla ricerca dell’uomo perfetto), diventa una rappresentazione della differenza tra sguardi, ancora una volta quello maschile e quello femminile, e in cui il cinema di M. si mostra sempre più come viaggio di scoperta e di esplorazione dei mondi.